Sindacato. Il divorzio dai partiti

La svolta storica è avvenuta tra gli anni ’70 e ’80. Le mutazioni del capitalismo, il cambiamento dell’organizzazione del lavoro, l’offensiva liberista hanno drasticamente ridotto il loro potere negoziale.  Perché si è allentato il legame con la politica

La svolta storica è avvenuta tra gli anni ’70 e ’80. Le mutazioni del capitalismo, il cambiamento dell’organizzazione del lavoro, l’offensiva liberista hanno drasticamente ridotto il loro potere negoziale.  Perché si è allentato il legame con la politica

I I sindacati proclamano la loro indipendenza, ma hanno sempre intrattenuto rapporti con la politica. Legami forti, organizzativi, organici, umani, univano i sindacati ai grandi partiti socialdemocratici, ad esempio nella Repubblica federale tedesca, nella Svezia o nell´Inghilterra del dopoguerra. Questi stessi sindacati erano gli interlocutori privilegiati dei poteri pubblici per distribuire i frutti – abbondanti – della crescita secondo due modelli principali. In Nordeuropa, la negoziazione e il compromesso erano largamente praticati, senza escludere le azioni collettive. La zona “eurolatina”, come nel caso della Francia e dell´Italia, era caratterizzata da una grande frammentazione sindacale e da una forte conflittualità sociale.
Gli anni ´70 e ´80 rappresentano una cesura storica. Le mutazioni del capitalismo, il cambiamento dell´organizzazione del lavoro, le mutazioni delle strutture di produzione, la spinta dell´individualismo, l´offensiva liberista, le nuove forme di gestione delle risorse umane, la rapida accelerazione della globalizzazione e l´unificazione dell´Europa hanno colpito i sindacati. Le iscrizioni sono diminuite, il loro potere si è ridotto, le loro capacità di negoziazione e di mobilitazione si sono assottigliate. Di conseguenza, sono cambiati anche i rapporti con la politica.
I legami tra i partiti socialdemocratici e i sindacati si sono allentati. I partiti, in Svezia, in Germania o in Inghilterra con il New Labour di Tony Blair, hanno voluto emanciparsi dai sindacati per potersi rivolgere agli elettori borghesi di centro. Le loro politiche di austerità e modernizzazione del welfare, la loro volontà di introdurre nuovi temi, ad esempio l´ecologia, il loro tentativo di adattarsi ai comportamenti dell´epoca, più individualistici e consumistici, hanno provocato delle tensioni con i sindacati. Da parte loro, questi ultimi hanno cercato di adattarsi offrendo dei servizi, formulando proposte costruttive, aprendo trattative sia dentro le imprese che con i governi, coordinando le loro azioni a livello europeo e interessandosi ad altri argomenti. Sindacati e partiti ormai sono molto più autonomi. Ma dopo la crisi del 2008 e le ripetute sconfitte della sinistra europea, i secondi, constatando la disaffezione dei ceti popolari, tornano ad avvicinarsi ai primi. Ed Milliband ha vinto la sua battaglia all´interno del Labour grazie ai sindacati.
Questa autonomizzazione e questa maggiore responsabilità dei sindacati sono stati oggetto di contestazione ed è iniziato un processo di radicalizzazione politica. In Germania, una parte della Dgb e il sindacato del settore dei servizi Ver.di sono molto legati alla Linke, mentre in Francia il sindacato Sud, comparso nel 1981, è vicino a tutti i partiti collocati alla sinistra del Partito socialista.
Indeboliti, invecchiati, ripiegati sul settore pubblico, i sindacati continuano ad assolvere a un ruolo di difesa e di protezione sociale e a esercitare un´influenza indiretta sulla politica. Dopo il 2008 hanno ritrovato il sostegno di una parte degli europei, che pure non aderiscono ai loro appelli allo sciopero. È quello che succede attualmente in Francia rispetto alle pensioni, dove Nicolas Sarkozy è deciso a imporre la sua riforma ma sembra aver perso la battaglia dell´opinione pubblica. Con il rischio di pagarne lo scotto alle presidenziali del 2012.
Traduzione di Fabio Galimberti

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