“I prefetti negano i dati”. La replica: “Non spetta a noi darli” . Veltroni: grave che decine di rappresentanti del governo non abbiano risposto. La disinvoltura nella formazione delle lista è molto più allarmante di quella che noi abbiamo immaginato. Sono liste gremite di persone che non sono degne di rappresentare nessuno
“I prefetti negano i dati”. La replica: “Non spetta a noi darli” . Veltroni: grave che decine di rappresentanti del governo non abbiano risposto. La disinvoltura nella formazione delle lista è molto più allarmante di quella che noi abbiamo immaginato. Sono liste gremite di persone che non sono degne di rappresentare nessuno
ROMA – «Alle ultime elezioni amministrative è stata candidata gente indegna». La denuncia è del presidente della Commissione antimafia Giuseppe Pisanu. Che, però, non stila un elenco dei candidati con pendenze giudiziarie perché da aprile a oggi decine di prefetture non hanno fornito i dati, nonostante numerosi solleciti da parte sia della maggioranza sia dell´opposizione. L´associazione dei prefetti, Anfaci, ha replicato con rammarico a questo j´accuse sostenendo non essere loro compito quello di redigere l´elenco dei candidati con pendenze giudiziarie. «L´acquisizione di queste notizie – spiega Anfaci – non è prevista da alcun norma di legge».
Ma le informazioni pervenute all´Antimafia, seppur ancora incomplete, sono tuttavia sufficienti per far dire a Pisanu (l´unico ad aver preso visione dei nomi finora giunti a San Macuto) che alle amministrative di aprile «emergono candidati ed eletti diciamo “irregolari” per reati diversi da quelli che il nostro Codice di autoregolamentazione prevedeva». In sostanza, i partiti avrebbero dovuto evitare di inserire nelle liste persone indagate, con rinvii a giudizio o condanne. Purtroppo, non tutti hanno rispettato quel Codice.
«E così – aggiunge Pisanu – l´immagine complessiva che se ne ricava è quella di una disinvoltura nella formazione delle liste molto più allarmante di quella che noi avevamo immaginato. Sono liste gremite di persone che non sono certe degne di rappresentare nessuno». Pisanu, sollecitato da mesi sia dal capogruppo pd Laura Garavini sia dal commissario finiano Fabio Granata, ha deciso di strigliare le prefetture inadempienti. «Se entro una settimana i prefetti non rispondono ai nostri quesiti – è l´ultimatum del capo dell´Antimafia – li convocheremo».
La linea dura del presidente dell´Antimafia è bipartisan, condivisa a sinistra dal Pd, con la Garavini e Veltroni. E a destra da Fli (Granata e Napoli) ma anche dal senatore del Pdl Raffaele Lauro, che parla di «tiepidezza istituzionale». La Lega tace, ma l´imbarazzato silenzio del Carroccio non è un caso visto che sulla scarsa collaborazione di molte prefettura è tensione fra Antimafia e ministro dell´Interno. A rivelarla, è Walter Veltroni: «Quando gli ho chiesto di rendere noti i nomi dei prefetti inadempienti – ha spiegato l´ex segretario democratico – Pisanu ci ha reso noto l´esistenza di un carteggio con il ministro Roberto Maroni che dovrebbe attivarsi presso i prefetti inadempienti».
«Maroni si dovrebbe attivare – incalza il capogruppo pd Laura Garavini, che all´Antimafia ha depositato un elenco con 15 nomi di candidati con pendenze giudiziarie – ma in tutti questi mesi non l´ha fatto». Ancora la Garavini: «Quanto emerso oggi è lo specchio fedele di una situazione gravissima: il titolare del Viminale fino ad oggi si è semplicemente disinteressato del problema, opponendo un muro di gomma alla maggior parte delle richieste di informazione avanzate dalla Commissione».
Fabio Granata, vicepresidente della commissione Antimafia, ricorda che, «per aver fatto una analoga denuncia in agosto in Senato», lui a suo tempo «è stato “messo in croce”». «Ora – aggiunge – avanti nella completa individuazione dei nomi e nella loro comunicazione al Parlamento e all´opinione pubblica». Per Veltroni, quanto accaduto è «al limite dell´incidente istituzionale». «Oggi – sottolinea – ho sollevato per l´ennesima volta il problema: da mesi non abbiamo le risposte dei prefetti, il che è una cosa grave. Finora sono arrivate le risposte di 57 prefetti, mentre quelle di un´altra trentina sono inadeguate, e questa situazione si protrae da marzo». D´accordo anche l´Udc: «Le dichiarazioni del presidente dell´Antimafia – commenta il presidente dei senatori centristi, Gianpiero D´Alia – sottolineano la gravità del livello di infiltrazioni mafiose nelle istituzioni locali. Le sue preoccupazioni sono anche le nostre». Per Massimo Donadi, capogruppo dei deputati dipietristi alla Camera, «Pisanu ha sollevato un problema reale e molto grave ed ora non è più rinviabile l´approvazione di una legge per il “Parlamento pulito”».
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