Frank Zappa Sinfonia ROCK

LA STAGIONE DELL’AUDITORIUM Spettacoli, mostre e lezioni, ma soprattutto concerti. Al via nella capitale il programma di Musica per Roma: 500 appuntamenti fino alla prossima estate. Tra gli eventi più attesi, la rassegna Contemporanea che dedica una serata al geniale compositore americano  

 

LA STAGIONE DELL’AUDITORIUM Spettacoli, mostre e lezioni, ma soprattutto concerti. Al via nella capitale il programma di Musica per Roma: 500 appuntamenti fino alla prossima estate. Tra gli eventi più attesi, la rassegna Contemporanea che dedica una serata al geniale compositore americano  

 

Era il settembre del 1992 quando Frank Zappa apparve per l’ultima volta in concerto, con l’Ensemble Modern,a Francoforte, per l’esecuzione di The Yellow Shark. Era l’opera d’addio del grande musicista americano, portata a compimento poco prima dell’esibizione tedesca, l’ultima realizzazione prima della morte, avvenuta nel dicembre del 1993. E sarà proprio Jonathan Stockhammer dell’Ensemble Modern a dirigere l’esecuzione di The Yellow Shark all’Auditorium il 4 febbraio, assieme a un vocalist straordinario come David Moss e al Parco della Musica Contemporanea Ensemble, nel suo ampio organico orchestrale. E oltre all’opera, a qualche classico del calibro di Dog Breath o G-spot Tornado ,verranno eseguiti per la prima volta dal vivo anche dei brani inediti del grande musicista americano, il più illuminato e multiforme tra quelli generati dalla rivoluzione dei Sessanta; colui che incarnava la parte più ludica e irriverente della cultura rock. Una figura unica, che non ha lasciato eredi e forse è stata troppo in fretta archiviata malgrado i molti omaggi che i media di tutto il mondo gli stanno dedicando in questi giorni.

Il “duca delle prugne”, come era chiamato dal pezzo omonimo che comparve nel suo celebre secondo album Absolutely free, era il maestro di ogni sovversione musicale, l’esempio indomabile di una coscienza scomodae indigesta al perbenismo puritano degli americani, e alle convenzioni di ogni latitudine. Raramente un musicista è stato allo stesso tempo così “dentro” al suo tempo, e così “contro”: contro i vezzi e le ingenuità della cultura “freak”, contro il misticismo psichedelico degli anni Sessanta, contro ogni retorica, contro le mamme benpensanti, l’industria discografica, Reagan, i virtuosi del rock, la droga, il divismo, e si potrebbe continuare a lungo. Alla cultura rock, e al suo pubblico, Zappa ha insegnato cinismo e parodia, ma anche una poderosa utopia musicale, secondo la quale si poteva mescolare, con pari dignità, lo jodel e Stravinsky, i gruppi doo wop, il jazz, l’atonalità, musica e rumori, parole, gemiti, telefonate, sirene, tranche de vie catturate in ogni dove.

Più che teorizzarlo, Zappa ha dimostrato che tutto questo era possibile, in una fitta sequenza di album che, pensati come un lavoro unico, compongono la più dissennata (in apparenza) e inventiva sinfonia dei tempi moderni. Mai è esistito nei territori del rock, che del resto lo contenevano con molta fatica, un musicista così vorace, capace di ricomporre con geniale fantasia un puzzle sovversivo di brandelli dell’udibile. Nato a Baltimora il 21 dicembre 1940, Francis Vincent Zappa dopo diverse avventure nel 1966 firma il suo primo contratto discografico con la Verve, con il suo gruppo, The Mothers of Invention. Ed è con questa sigla che Zappa pubblica nel luglio dello stesso anno il disco d’esordio, Freak out!, un manifesto della sua creatività. Nel ’67 Zappa realizza Absolutely free e, subito dopo, una feroce presa in giro della psichedelia hippy di quegli anni, We’ re only in it for the money, con una copertina che parodiava quella di Sgt. Pepper. Le Mothers of Invention proseguirono la loro multiforme attività fino al 1970, quando Zappa sciolse il gruppo “stanco del pubblico che ai concerti applaude sempre al momento sbagliato”. Negli anni Settanta realizzò alcuni dei suoi più importanti lavori, e ottenne riconoscimenti non comuni per un musicista rock.

Particolarmente prolifico pubblica 18 album in dieci anni, tra i quali alcuni capolavori come Hot rats, Grand Wazoo, Apostrophe che nel 1974 lo portò addirittura a scalare la top ten.

Anche gli anni Ottanta offrono innumerevoli testimonianze del suo stile eclettico, mentre nella vita assume un ruolo politico diventando protagonista della battaglia contro la censura negli Usa. Amico di personaggi come Jack Lang e Vaclav Havel, nel 1991 Zappa decise addirittura di presentarsi come candidato indipendente alle elezioni presidenziali: “Potrei mai fare peggio di Ronald Reagan?” era il suo slogan. Ma la campagna elettorale in realtà non iniziò mai: invitato a partecipare ad un concerto-tributo in suo onore nel novembre del 1991, il musicista non si presentò in scena.

I figli spiegarono l’assenza del padre con l’annuncio della malattia che nel breve volgere di due anni lo portò alla morte.

Il concerto fa parte di Contemporanea, la rassegna, anzi la “stagione” dedicata alla musica contemporanea dall’Auditorium che si è aperta in settembre con lo Sconcerto, con Toni Servillo, e che va avanti tutto l’anno con appuntamenti importanti, tra i quali quelli con Franco Battiato, nelle vesti di compositore, cantante, interprete e musicologo, in quattro progetti inediti. Ci saranno due appuntamenti dedicati alla musica dei film di Martin Scorsese, uno dei quali vedrà l’esecuzione in prima mondiale di Kundun di Philip Glass, e la straordinaria esecuzione dell’opera di Karlheinz Stockhausen Trans. Da non perdere a novembre gli incontri, curati dal “boss” della Ecm Manfred Eicher, con due icone viventi della musica di oggi quali Arvo Part e Gyorgy Kurtag.

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