? Gianni Borgna © Eidon

Lutto. Gianni Borgna se n'è andato a 67 anni. Un uomo gentile, un politico di razza, un intellettuale sapiente. Il Pci è stato l'unico partito che ha veramente amato. Oggi la camera ardente in Campidoglio
">

Un irregolare comunista italiano

? Gianni Borgna © Eidon

Lutto. Gianni Borgna se n’è andato a 67 anni. Un uomo gentile, un politico di razza, un intellettuale sapiente. Il Pci è stato l’unico partito che ha veramente amato. Oggi la camera ardente in Campidoglio

? Gianni Borgna © Eidon

Lutto. Gianni Borgna se n’è andato a 67 anni. Un uomo gentile, un politico di razza, un intellettuale sapiente. Il Pci è stato l’unico partito che ha veramente amato. Oggi la camera ardente in Campidoglio

Se mi chie­des­sero di dire in poche parole che cosa è stato Gianni Bor­gna, direi senza esi­ta­zioni: un comu­ni­sta ita­liano. Il Pci è stato il solo par­tito che abbia vera­mente amato. Non solo il Pci, ma l’Italia del Pci.
Le sue radici sono lì: nei comizi di Togliatti, che da ado­le­scente andava a sen­tire a piazza San Gio­vanni; nella rivolta dei ragazzi con le magliette a stri­sce; nelle inten­sità dei dibat­titi cul­tu­rali che allora si accen­de­vano; nella Roma popo­lare e colta di Mora­via, Paso­lini, Gadda.

Nelle abi­tu­dini inge­nue, sane, schiette di una gene­ra­zione che nei licei romani, come il Mamiani, andava in lam­bretta, ascol­tava Paoli, Tenco e Bindi. Leg­geva Sar­tre. Sco­priva il rock. Andava tutti i giorni al cinema, amando immen­sa­mente Truf­faut, Malle, Godard e, oltre oceano, l’immenso Hit­ch­cock, da Gianni con­si­de­rato il più grande.
Le sue radici sono nei fidan­za­menti di allora tra i ban­chi di scuola, vis­suti come tra­sgres­sioni audaci, ma in realtà timide e pru­denti prove di sesso, piene di tene­rezza e di amore giu­rato come eterno.

E così sarà: la sua intel­li­gente e densa com­pa­gna Anna Maria, di cui si inna­mora da ragazzo e che poi perde di vista, e con la quale si rin­con­tra dopo tanto tempo, diven­terà la donna della sua vita: come in una di quelle sto­rie che gli pia­ce­vano tanto nelle quali il destino porta a sug­gel­lare nella realtà una fusione idea­liz­zata di anime.

Bor­gna, poi, è stato un diri­gente del Pci, con inca­ri­chi impor­tanti. Nel ’73 segre­ta­rio della Fgci di Roma. Poi nella segre­te­ria nazio­nale della Fgci. Nella seconda metà degli anni ’70, con­si­gliere regio­nale del Lazio e capo­gruppo del Pci. Negli anni ’80 diri­gente nazio­nale del dipar­ti­mento cul­tu­rale. Infine, per un lun­ghis­simo tempo, indi­men­ti­ca­bile asses­sore alla cul­tura del Comune di Roma.

Ma la bio­gra­fia non rende giu­sti­zia del suo ruolo reale. Della sua influenza e delle sue capa­cità che gli deri­vano, appunto, da quell’impronta tutta par­ti­co­lare che mischiava in lui il rigore etico e di lavoro acqui­sito nel duris­simo tiro­ci­nio di fun­zio­na­rio di par­tito, l’apertura men­tale e il baga­glio cul­tu­rale di un vero intel­let­tuale e la vora­cità di vita di un eterno fan­ciullo ribelle.
Per­ché Gianni era sì un comu­ni­sta ita­liano, ma irre­go­lare, sor­pren­dente, fan­ta­sioso, curioso, sapiente e geniale, para­dos­sale e dia­lo­gante per­sino con la cul­tura più aper­ta­mente di destra. E così oscil­lava con­ti­nua­mente dalle sue atti­vità più pro­pria­mente poli­ti­che alle sue pas­sioni più pro­fonde. Irri­du­ci­bili spazi di libertà nella noia ripe­ti­tiva degli impe­gni pub­blici: lasciò l’incarico di capo gruppo per scri­vere sui ban­chi della Pisana, di nasco­sto, i suoi impo­nenti libri sulla can­zone italiana.

La sua pro­du­zione è stata gran­dis­sima: dvd, film, docu­men­tari, arti­coli, libri, spet­ta­coli, musi­cal, con­certi, mostre e for­mat tele­vi­sivi. E’ stato un vul­cano di idee e di rea­liz­za­zioni. Una tale fio­ri­tura non si è mai potuta con­te­nere in una sem­plice “car­riera”, che di solito si snoc­ciola nella vita di tanti poli­tici. Le posta­zioni uffi­ciali e i rico­no­sci­menti isti­tu­zio­nali per Gianni sono stati al di sotto delle sue poten­zia­lità e qua­lità. Non se ne è doluto più di tanto. Per­ché sapeva bene che, infondo, parte della sua per­sona stava “altrove”; nei grandi spazi di una fan­ta­sia appa­gante e disin­can­tata; al riparo delle bas­sezze che la rin­corsa al potere impone.
Lampi di sde­gno li aveva solo quando l’intrigo pre­miava l’incompetenza, l’approssimazione, la fur­bi­zia vuota, la pura chiac­chiera e quando ciò acca­deva, anche nel campo della sini­stra, lo sde­gno si accom­pa­gnava alla rab­bia: in lui, così gen­tile e sereno, di assai breve durata.
Infine, Gianni è stato anche un bra­vis­simo ammi­ni­stra­tore: pre­ciso, puntuale,maniacale nell’onestà ed esper­tis­simo nelle pro­ce­dure.
Segnava tutto in un pic­co­lis­simo qua­derno: il numero delle deli­bere, gli arti­coli del rego­la­mento, i tempi delle deci­sioni ammi­ni­stra­tive. Si van­tava, a ragione, di essere molto più pre­pa­rato degli asses­sori cosid­detti tec­nici, che magari ten­de­vano a con­si­de­rarlo solo un poeta. Quale poeta! Diceva: ne so molto più di loro. Era come un vezzo, che si fon­dava, tut­ta­via, su una idea pre­cisa del buon ammi­ni­stra­tore, che per lui doveva sem­pre saper com­bi­nare spe­cia­li­smo e visione poli­tica. Ricordo, a que­sto pro­po­sito, quanto fu felice il giorno in cui Rutelli, che aveva capito benis­simo il suo talento , gli chiese di assu­mere come asses­sore alla cul­tura anche le dele­ghe al personale.

Tut­ta­via, Gianni per me è stato soprat­tutto l’amico di una vita. La per­sona con la quale ho avuto la mag­giore sin­to­nia umana e intel­let­tuale. Con la quale ho lavo­rato tanto, e in par­ti­co­lare ho riso di più.

Di un riso continuo,contagioso, irre­fre­na­bile che sca­tu­riva dalle più pic­cole cose. La verità è che, impe­gnati spesso in litur­gie solenni, non riu­sci­vamo a pren­dere troppo sul serio noi stessi. La cifra del nostro lin­guag­gio era il para­dosso, il sur­reale, il grot­te­sco, il dis­sa­crante. Era il nostro modo di divo­rare la vita che abbiamo amato immen­sa­mente. Di ren­derla un diver­tente pal­co­sce­nico ani­mato da sen­ti­menti radi­cali e sin­ceri, da avven­ture diver­tenti e gio­cose: noi, ambe­due, al fondo così espo­sti al dolore e alla ferite della vicenda umana. Così con­sa­pe­voli dell’assurdità e del mistero del nostro pas­sag­gio terreno.

Gianni si appas­sio­nava a tutto; da tutto si faceva coin­vol­gere e su ogni nuovo pro­getto ci met­teva l’anima. Ma, al fondo, covava un filo­so­fico distacco. La dolce con­sa­pe­vo­lezza che tutto que­sto tram­bu­sto, ser­viva anche per non ascol­tare troppo forte la voce che ricorda l’inevitabile fine di ogni cosa che si ama.

Mi ritor­nano in mente, oggi, le nostre biz­zarre avven­ture: quando lo vidi la prima volta, arrin­gare i malati del S.Maria della Pietà con un col­bacco di visone in testa; o quando met­temmo la “Nuova Com­pa­gnia di Canto Popo­lare” den­tro un’ambulanza per por­tarli rapi­da­mente a suo­nare alla feste della gio­ventù di Ravenna; o quando face­vamo volare il suo cane nel cor­ri­doio di casa sua dove cor­reva vibran­dosi nell’aria tanto lo ave­vamo ecci­tato; o quando scri­ve­vamo insieme i suoi inter­venti come quello per il fune­rale di Paso­lini; o quando facemmo da pacieri tra Gino Paoli e Ornella Vanoni, che ave­vamo unito in con­certo per la prima volta; o quando con due soldi in tasca par­timmo per Vene­zia per andare a difen­dere “Nove­cento” di Ber­to­lucci.
Potrei con­ti­nuare all’infinito.

Eppure,alla fine la cosa più vera che sento di lui non è come ha attra­ver­sato la gioia; ma come ha attra­ver­sato il dolore.
Gianni, che era insi­stente fino alla petu­lanza sulle pic­cole cose, si è dimo­strato un gigante per come ha attra­ver­sato la sua malat­tia. Lunga, senza lamento. Durante la quale è rima­sto pro­dut­tivo. Più pro­dut­tivo che mai. L’ha attra­ver­sata con la sag­gezza di un filo­sofo e l’occhio inno­cente di un bam­bino che fa finta di cre­dere che la morte non arri­verà mai. E invece sapeva che sarebbe arri­vata. Ma è voluto appa­rire distratto, per andar­sene in punta di piedi, con discre­zione e gentilezza.

Non distur­bando gli altri.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password