Rom, l’Europa processa la Francia

Avviata la procedura d’infrazione. Ma salta l’accusa di discriminazione.  Per la Ue Parigi deve dimostrare di non aver violato le norme sulla libera circolazione

Avviata la procedura d’infrazione. Ma salta l’accusa di discriminazione.  Per la Ue Parigi deve dimostrare di non aver violato le norme sulla libera circolazione

BRUXELLES – Continua, sia pure con toni più rilassati, la schermaglia tra Bruxelles e Parigi sulla questione dell´espulsione dei Rom. La Commissione ha inviato ieri alla Francia una lettera di messa in mora, il primo passo per l´apertura di una procedura, dando al governo di Sarkozy tempo fino a metà ottobre per dimostrare di aver correttamente trasposto la direttiva del 2004 sulla libera circolazione dei cittadini nell´Ue.
Dopo la durezza delle espressioni usate dalla vicepresidente della Commissione, Viviane Reding, che aveva paragonato l´espulsione dei Rom alle deportazioni naziste e aveva definito «una vergogna» la politica adottata in materia dal governo francese, e dopo la furibonda reazione del presidente Sarkozy che aveva duramente attaccato Barroso all´ultimo vertice negando qualsiasi forma di discriminazione, la decisione presa ieri costituisce un passo più moderato.
Bruxelles non rinuncia a indagare sulle espulsioni. Ma per ora punta il dito sulla non corretta applicazione della normativa europea in materia di libera circolazione. E si astiene dall´accusare la Francia di discriminazione contro un preciso gruppo etnico, come aveva fatto la Reding un mese fa.
La Reding, per ora, dà dunque credito alle rassicurazioni di Sarkozy sul fatto che le espulsioni non fossero mirate contro il gruppo etnico dei Rom, ma solo contro gli occupanti abusivi di terreni pubblici o privati: «La Commissione ha avuto rassicurazioni politiche al più alto livello che non c´è stata discriminazione. Ma abbiamo ancora dei dubbi che vorremmo fossero chiariti. Dobbiamo avere le prove che queste rassicurazioni siano state tradotte nei fatti. Chiediamo solo delle prove materiali, che per ora non abbiamo ancora», ha insistito ieri la commissaria responsabile per la Giustizia. Per questo motivo, ha spiegato, nella lettera di messa in mora ha domandato che Parigi fornisca i dossier di espulsione dei singoli cittadini romeni e eventuali lettere di accompagnamento.
Per ora, comunque, l´attenzione di Bruxelles è concentrata sulle modalità delle espulsioni, che parrebbero essere stati provvedimenti collettivi in violazione delle regole europee secondo cui gli allontanamenti di cittadini comunitari possono essere decisi solo come misura individuale e a fronte di una comprovata pericolosità sociale.
Se entro il 15 ottobre la Francia non dimostrerà di aver rispettato questo principio, o non darà prova di aver nel frattempo modificato la propria legislazione sulle espulsioni, la Commissione potrebbe decidere portare Parigi di fronte alla Corte di Giustizia.
Il governo francese ieri si è detto soddisfatto per la decisione della Commissione. «La Francia è lieta di non essere stata accusata di discriminazione dalla Commissione Europea riguardo alla sua politica sulle espulsioni dei Rom ed è pronta a fornire maggiori informazioni a Bruxelles», ha dichiarato un portavoce del ministero degli Esteri. Ma la Reding ha lasciato intendere che la questione non è affatto chiusa. «Una procedura per discriminazione è ancora possibile se non riceverò entro il 15 ottobre le rassicurazioni che ho chiesto».
Il presidente della Commissione, Barroso, ha detto che ieri la decisione è stata adottata dal collegio all´unanimità su proposta della Reding. E ha respinto ogni ipotesi di cedimento alle pressioni di Parigi. «Sia chiaro che non subiamo pressioni da nessuno Stato membro. La commissione Europea fa solo il suo dovere».

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