L’Europa in piazza: no all’austerità  la Spagna sciopera contro Zapatero

Incidenti a Madrid e Barcellona. Centomila a Bruxelles da 24 Paesi . Giornata di mobilitazione contro i tagli e per il lavoro. Trenta feriti e 100 arresti 

Incidenti a Madrid e Barcellona. Centomila a Bruxelles da 24 Paesi . Giornata di mobilitazione contro i tagli e per il lavoro. Trenta feriti e 100 arresti 

ROMA – No ai tagli che per salvare i conti uccidono il lavoro: l´intera Europa, ieri, ha protestato contro i governi e le istituzioni che vedono nell´austerità di bilancio l´unica chiave di svolta per uscire dalla crisi. Ci sono state manifestazioni in piazza nelle capitali, cortei a Bruxelles, ma soprattutto uno sciopero generale di 24 ore in Spagna, il primo contro il premier Zapatero, autore di una manovra particolarmente rigida. Ed è stato proprio a Madrid e a Barcellona, che si sono vissuti momenti di grande tensione culminati negli scontri fra le forze dell´ordine e i manifestanti dell´Ugt e Ccoo, i due maggiori sindacati del paese. Tafferugli, sassate contro i negozi delle vie principali, autopattuglie date alle fiamme e spari in aria della polizia: la giornata di protesta spagnola si è chiusa con 30 feriti e 100 arresti. Per i sindacati la protesta ha mandato «in blocco» il paese: vi ha aderito il 74 per cento dei lavoratori; secondo il governo, invece, «gli effetti dello sciopero sono stati moderati».
La mobilitazione internazionale per dire che non bisogna guardare solo al debito pubblico, ma che servono investimenti, politiche sociali e industriali si è protratta, fra iniziative varie, per tutta la giornata. A volerla è stata il Ces (la confederazione dei sindacati europei), ma se a Bruxelles sia la Cgil che la Cisl e la Uil hanno mandato una loro delegazione, in Italia le tre sigle sono andate in ordine sparso.
La Cgil, difatti è stata la sola ad andare ieri nelle piazze di Roma, Napoli e Venezia; la Uil, sempre nella capitale, ha trattato il tema in un convegno già in calendario con la fondazione Craxi; la Cisl, assieme alla Uil la rilancerà il 9 ottobre nella manifestazione nazionale su fisco e lavoro. «Per parlare di patto per la crescita – ha detto Guglielmo Epifani, leader della Cgil, calando la protesta nel quadro italiano – chiedo un radicale cambiamento delle politiche».
Ma il senso collettivo della giornata è culminato con la manifestazione di Bruxelles e il corteo che ha attraversato, senza incidenti, le vie della città. Erano centomila in piazza secondo il sindacato, 56 mila secondo le forze dell´ordine: le delegazioni italiane sono arrivate a ranghi ridotti per via dello sciopero dei controllori di volo che hanno lasciato a terra diversi charter, ma a dire no alla politica della Ue sono arrivati rappresentanti di 24 paesi europei, Grecia inclusa.
«I lavoratori sono nelle strade con un messaggio molto preciso per i dirigenti europei: non è questo il momento per scegliere l´austerità» ha detto John Monks, segretario generale della Ces, stigmatizzando le scelte di rigore e di stretta dei conti pubblici che stanno caratterizzando la risposta europea alla crisi finanziaria. «Abbiamo mandato un segnale chiaro ai dirigenti: voi non potete ascoltare solo i mercati, voi non potete non ascoltare la collera e l´inquietudine dei lavoratori».

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