Prime proteste nella notte a Barcellona

Tafferugli a Madrid e Barcellona tra manifestanti e forze dell'ordine, fermati 38 dimostranti. E' la prima volta che i lavoratori di tutti i settori incrociano le braccia da quando Zapatero è al governo. Trasporti e medici fermi anche in Grecia. I sindacati annunciano per oggi 100.000 persone in piazza a Bruxelles

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Sciopero generale in Spagna. Scontri con la polizia, 22 feriti

Sciopero generale in Spagna Scontri con la polizia, 22 feriti

 Sciopero generale in Spagna Scontri con la polizia, 22 feriti  Prime proteste nella notte a Barcellona

Tafferugli a Madrid e Barcellona tra manifestanti e forze dell’ordine, fermati 38 dimostranti. E’ la prima volta che i lavoratori di tutti i settori incrociano le braccia da quando Zapatero è al governo. Trasporti e medici fermi anche in Grecia. I sindacati annunciano per oggi 100.000 persone in piazza a Bruxelles

 Sciopero generale in Spagna Scontri con la polizia, 22 feriti  Prime proteste nella notte a Barcellona

Tafferugli a Madrid e Barcellona tra manifestanti e forze dell’ordine, fermati 38 dimostranti. E’ la prima volta che i lavoratori di tutti i settori incrociano le braccia da quando Zapatero è al governo. Trasporti e medici fermi anche in Grecia. I sindacati annunciano per oggi 100.000 persone in piazza a Bruxelles

MADRID – Degenera nella violenza lo sciopero generale indetto dai sindacati contro le misure di austerità adottate dal Governo Zapatero. A Madrid, venti persone sono ferite negli scontri con la polizia, tafferugli scoppiati quando un centinaio di manifestanti ha cercato di impedire a un dipendente del gruppo aerospaziale europeo Eads di entrare nella fabbrica di Getafe, alle porte della capitale. Fermati 38 dimostranti. La folla ha anche bloccato per qualche minuto il cuore della capitale, la Gran Via, gridando ”sciopero, sciopero!”.

Giornata difficile anche a Barcellona, dove alcune decine di ragazzi incappucciati infiltrati nella manifestazione dei sindacati minoritari hanno iniziato a prendere a sassate i negozi del centro e a rompere varie vetrine. I disordini sono poi sfociati in un assalto a una autopattuglia della Guardia Urbana (la polizia municipale), cui gli incappucciati hanno dato fuoco in Piazza Università, a poche centinaia di metri dalla centralissima Rambla. L’intervento dei Mossos d’Esquadra (la polizia regionale catalana) ha messo in fuga il gruppo di giovani ‘antisistema’. La polizia ha fermato quattro persone. Il quotidiano El Mundo riferisce anche di violenti scontri nella centralissima Plaza Catalunya, durante le operazioni di sgombero della sede della Banesto, occupata da venerdì. Gli agenti però hanno avuto a che fare con la durissima opposizione degli attivisti e almeno due feriti sono stati portati via in ambulanza. Un’auto della Guardia Urbana è stata incendiata dai manifestanti, che hanno lanciato oggetti e pietre contro gli agenti.

Alle manifestazioni non ha preso parte nessun esponente del governo, ma il ministro del Lavoro Celestino Corbacho ha fatto sapere che circa il 20 per cento dei lavoratori del settore dei trasporti ha aderito alla protesta.  Secondo l’Ugt, uno dei maggiori sindacati del Paese, più del 70 per cento dei lavoratori ha osservato l’arresto, di cui quasi il 100 per cento nel settore siderurgico. I sindacati hanno indetto lo sciopero contro drastiche riduzioni salariali che faranno scendere mediamente gli stipendi statali del 5 per cento, contro il blocco delle pensioni e l’innalzamento dell’età pensionabile da 65 a 67 anni.

I sindacati accusano la polizia di aver compiuto azioni “indiscriminate e brutali” contro gli attivisti. Anche i giornalisti hanno aderito all’astensione dal lavoro e oggi i quotidiani non sono usciti, mentre domani copriranno regolarmente le notizie sullo sciopero. I siti sono invece costantemente aggiornati.

Si tratta del primo sciopero generale in Spagna negli otto anni dell’era Zapatero, il settimo da quando la democrazia è subentrata al franchismo. Un’agitazione che ha mandato in tilt i trasporti a Madrid e nelle grandi città, dove già dalla notte circolano solo pochi autobus e le corse della metropolitana sono ridotte al minimo (anche se fonti dell’amministrazione locale, si legge sul sito del quotidiano El Pais, assicurano che almeno nella capitale la metropolitana funziona al 75%). La domanda di elettricità nella capitale si è ridotta di un quinto rispetto al livello abituale in un giorno feriale. Si prevede che partirà solo il 20-40% dei voli in partenza e in arrivo in Spagna. Ferme le industrie, in particolare il settore metallurgico e quello delle costruzioni.

Scioperi anche in Grecia. La Spagna non è il solo Paese europeo dove si protesta contro le riforme varate per affrontare la crisi economica. Anche la Grecia è di nuovo semiparalizzata per via delle agitazioni contro l’austerity e le riforme del governo di Giorgio Papandreou. Ai camionisti, che hanno deciso ieri il proseguimento per la terza settimana consecutiva della protesta, si aggiungono oggi infatti i lavoratori dei trasporti ferroviari e stradali urbani ed extraurbani, dei portuali e dei medici mentre manifestazioni sono state convocate da tutti i sindacati in un quadro europeo.

Lo sciopero dei camionisti contro la liberalizzazione del settore blocca oltre 10.000 container nei porti del Pireo e di Salonicco e sta fermando i rifornimenti all’industria e al consumo, facendo anche temere per un’imminente penuria di carburante. Gli autotrasportatori chiedono sia emendata la nuova legge che abolisce le licenze per ottenere compensazioni ed estendere il periodo di transizione. Il governo ha offerto in cambio sussidi e sgravi fiscali che sono stati ritenuti “insufficienti”.

In Belgio 100.000 in piazza. I sindacati hanno annunciato che almeno 100 mila persone scenderanno in piazza a Bruxelles. Anche in Belgio i cittadini contestano l’ondata di tagli alla spesa pubblica e il rigore di bilancio che ha coinvolto i Paesi del Vecchio continente. La parola d’ordine è infatti “no all’austerità”, proprio nel giorno in cui la Commissione Europea presenta una serie di proposte volte a inasprire i parametri sui conti pubblici, così come i meccanismi di controllo e le sanzioni. Secondo John Monks, segretario generale della Confederazione Europea dei sindacati, questa austerità è diventata una sorta di “moda”.

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