ELOGIO DEL SEGRETO TRA VITA E ROMANZO

Dalla letteratura alla politica: un libro di Claudio Magris sui piccoli misteri
Dalla letteratura alla politica: un libro di Claudio Magris sui piccoli misteri

Segreti e no, il piccolo libro dal titolo vittoriniano che Claudio Magris ha dedicato a un tema grande come il segreto, si potrebbe definire un libroseme, dalle imprevedibili fioriture (Bompiani, pagg. 58, euro 7). In apertura Magris ricorda un cugino che da ragazzino desiderava un distintivo da agente segreto: sogno largamente condiviso da molti che immaginano, anche un po’ ingenuamente, di essere ben altro da quello che appaiono, come un re, aggiunge l’autore, travestito da mendicante.
Non si cita esplicitamente Ulisse, ma non è difficile che il lettore corra mentalmente a Itaca: Odisseo era l’uomo delle astuzie e dei segreti. In letteratura spesso i segreti vengono condivisi dai lettori, che hanno dunque un notevole vantaggio rispetto ai personaggi. Sarà infantile ma il ritorno di Montecristo, che si vendica dei suoi nemici svelando di volta in volta la sua vera identità, appaga i lettori ed è un “topos” che si ripete.
Ma è giustizia o vendetta? Cita, Magris, un convegno lionese in cui David Vann spiegava che un romanzo è imparagonabile ad un blog, perché il blog manca appunto di sensi nascosti. La grande letteratura ha sempre qualcosa di indecifrabile, il che giustifica una lettura che ogni volta si rinnova e apre nuovi spiragli. Quando sveleremo tutti i segreti di Kafka? E quando potremo dire che la poesia di Montale ci ha detto veramente tutto? Il culto dei misteri, ci avverte Magris, può scivolare nella pura cialtroneria, come accade con la venerazione dell’occulto: e qui l’autore cita il romanzo di Norman Manea ispirato alla figura di Mircea Eliade: Il rifugio magico.
L’irrazionale sfrutta il mistero (o il cosiddetto mistero) per costruire liturgie fantasiose e insieme pericolose, anche politicamente parlando, perché sfruttano la credulità popolare. L’occulto non muore mai, come il culto di satana e tutta la serie di ritualità più o meno magiche che ne derivano.
Ma il segreto è inevitabile anche nella vita di ogni Stato democratico o no. È giusto che vi sia? È giusto che non venga svelato anche molti anni dopo? Che lo Stato tuteli con il segreto alcune situazioni particolarmente delicate è certamente giusto, ma è altrettanto giusto, per i cittadini, pretendere di essere informati quando quel segreto copre realtà inaccettabili. Accade invece che i depistaggi dei Servizi segreti coprano con fitte nebbie una situazione da rendere impossibile accertare la verità. Piazza Fontana a Milano e piazza della Loggia a Brescia ci ricordano due stragi rimaste senza colpevoli, o per lo meno senza colpevoli definitivi.
Magris apprezza il segreto mantenuto dai confessori e l’elogio del segreto di un nostro antico autore, Torquato Accetto, già caro a Manganelli e autore del trattatello sulla Dissimulazione onesta.
C’è un aspetto, diciamo così, volgare del segreto di cui Magris si occupa solo marginalmente ed è la messa in piazza del privato, particolarmente esplosivo quando riguarda un uomo pubblico come è accaduto con Clinton e poco tempo fa con Hollande, ma scendendo per li rami, accade tutti i giorni con attrici, attori e vip di ogni rango. Panni sporchi? Gossip? Spesso si tratta di “segreti” abilmente manipolati da agenti — manager che sanno costruire una situazione e sfruttarla.
Ma il problema non riguarda solo i personaggi pubblici che spesso la violazione del segreto la sollecitano: persino i teologi, scrive Magris, sono attenti al problema dell’intimità violata: una intimità che le nuove tecnologie mettono sempre più a rischio, promuovendo il voyerismo di massa.
Il segreto dei segreti, l’origine della materia e della vita, ci sfida da sempre. Dubito che se ne trovi davvero la chiave definitiva. Magris invita, alla fine, a scherzarci sopra. In fondo, aggiungiamo noi, anche la cucina è piena di segreti che i veri cuochi custodiscono gelosamente.
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IL LIBRO
Segreti e no di Claudio Magris (Bompiani pagg. 58 euro 7)

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