COLOMBIA L’uccisione del «Mono Jojoy», numero due delle Farc
COLOMBIA L’uccisione del «Mono Jojoy», numero due delle Farc
Il «Mono Jojoy», il capo militare e numero due delle Farc, ucciso nella Sierra de la Macarena nel corso di una colossale operazione militare fra lunedì e mercoledì (800 uomini, 78 fra aerei ed elicotteri, 30 bombe «intelligenti» da un quarto di tonellata, in attesa di conoscere il contributo dei «consiglieri» Usa), è stato localizzato grazie a un microchip che i servizi colombiani erano riusciti a mettergli nelle scarpe. Scarpe speciali perché il diabete di cui soffriva gli aveva riempito i piedi di piaghe.
In sostanza il Mono Jojoy è stato tradito da gente delle Farc o della rete di appoggio alle Farc. Lo ha rivelato lo stesso gongolante presidente Juan Manuel Santos da New York dove si trova per l’assemblea dell’Onu: «All’operazione ha contribuito gente delle Farc stesse», che ora si dividerà la taglia di 5 miliardi di pesos (2 milioni di euro) che pendeva sulla testa di «Jojoy». Erano 4 anni che aspettavano il segnale giusto del microchip fino a che lunedì è stato captato e gli aerei hanno bombardato l’area della Macarena. Nel campo distrutto i militari hanno recuperato 16 computer e 69 memorie Usb. Ora cominceranno le cateratte di «rivelazioni» come dopo l’uccisione, nel 2008, di Raul Reyes, altro leader delle Farc.
Santos, in un discorso tv registrato a New York, ha assicurato le Farc «che ora toccherà a voi». In realtà il giudizio dell’opinione pubblica e degli esperti è diviso fra chi sostiene l’uso della forza fino alla «vittoria» e chi capisce che la soluzione del conflitto non può essere che politica. Fra questi la chiesa che ha lanciato un appello in questo senso: «La guerra e la morte non sono la strada per la pace». Le Farc reclamano e si dicono pronte a «una opportunità per la pace, ma non alla resa». Questo è il punto.
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