Andrea Filippo Tatoli, 42 anni, uno dei due arrestati (Fotogramma)
il fatto la sera del 30 maggio – avevano anche rapinato un immigrato
Incastrati dalle telecamere. Erano appena rientrati da un raduno di estrema destra a Cinisello
Andrea Filippo Tatoli, 42 anni, uno dei due arrestati (Fotogramma)
il fatto la sera del 30 maggio – avevano anche rapinato un immigrato
Incastrati dalle telecamere. Erano appena rientrati da un raduno di estrema destra a Cinisello
MILANO – Due skinhead di estrema destra, definiti vicini al gruppo «Cuore nero», sono stati arrestati mercoledì a Milano dagli agenti della Digos con l’accusa di aver aggredito una coppia di gay lo scorso 30 maggio nei pressi nelle colonne di San Lorenzo, nel capoluogo lombardo. I due sono anche accusati di aver rapinato un immigrato, sempre quella notte. Secondo le indagini, aggressione ai gay e rapina sarebbero state messe a segno al termine di un raduno di skinhead nel milanese. Gli arrestati sono Marco Ciampa e Andrea Filippo Tatoli, rispettivamente di 41 e 42 anni. Entrambi hanno precedenti per rissa, anche se non a sfondo omofobico.
«BRUTTI FROCI» – I due arrestati, secondo quando ricostruito dagli agenti guidati da Bruno Megale, erano appena rientrati da un raduno di skinhead a Cinisello Balsamo quando hanno aggredito, insieme con un terzo individuo non ancora identificato, la coppia gay. Le vittime erano in compagnia di due amiche. «Brutti froci, datele a noi le ragazze, tanto a voi non servono», hanno detto gli skinhead. La coppia ha risposto, scatenando l’ira degli aggressori che sono passati alla violenza fisica con calci e pugni. Una delle due amiche, nel tentativo di fermarli, ha preso un ceffone in viso. Secondo il racconto delle vittime, uno dei tre aggressori aveva una croce celtica stampata sulla maglietta.
Marco Ciampa, 41 anni (Fotogramma)
LA RAPINA – La «notte brava» non è finita lì: poco distante, in via Torino, gli skinhead hanno rapinato del portafogli un cittadino di origine africana. Le indagini sono partite dalla denuncia che la coppia gay ha presentato qualche giorno dopo l’aggressione. Gli agenti della Digos di Milano hanno recuperato alcune immagini riferite alla rapina in via Torino: le telecamere avevano inquadrato l’auto in fuga. Sulla scorta del modello dell’auto, gli investigatori sono riusciti a risalire ai due presunti aggressori. Nelle loro case, nei pressi di viale Monza, è stato sequestrato una sorta di arsenale con tirapugni, manganelli e coltelli. Le accuse sono di rapina aggravata, percosse e ingiurie.
ARCIGAY: DENUNCIARE SEMPRE – Ringraziamenti alle forze dell’ordine arrivano dal presidente dell’Arcigay nazionale, Paolo Patanè, e da quello di Milano, Marco Mori, i quali sottolineano che «è sempre necessario denunciare la violenza omofoba subita». «Sappiamo che gli episodi di omofobia in città continuano e chiediamo – proseguono i due esponenti di Arci gay – un impegno reale della Giunta per prevenire una piaga da cui la nostra metropoli non è immune. Un primo e decisivo passo, in una città che da anni non si confronta con la comunità gay, lesbica e transessuale, potrebbe essere una campagna contro l’omofobia e un incontro con il sindaco Moratti». I due esponenti di Arcigay si sono detti convinti del fatto che «le persone lgbt coinvolte in questi tristi e dolorosi episodi debbano trovare la forza di denunciare le aggressioni e non rispondere all’omofobia con il silenzio». «Sappiamo – concludono Patanè e Mori – che violenza e omofobia si annidano massicciamente nelle fila dell’estrema destra e dell’integralismo religioso, ma siamo ancora del tutto privi di strumenti legislativi, come l’estensione della legge Mancino ai reati di omofobia e transfobia, per difenderci dalla continua e reiterata campagna di denigrazione, di odio e di violenza che gli omofobi ci riservano».
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