«Diritto alla casa, riprendiamoci la città »

Il blitz / PRECARI E STUDENTI SI IMPOSSESSANO DI VECCHI EDIFICI IN DISUSO E a Roma scattano le occupazioni a raffica 

Il blitz / PRECARI E STUDENTI SI IMPOSSESSANO DI VECCHI EDIFICI IN DISUSO E a Roma scattano le occupazioni a raffica 
Da Prenestina a Ostiense, circa tremila persone trovano un alloggio: vecchi uffici Inps e Acea, un hotel a 4 stelle e una ex clinica I movimenti per il diritto all’abitare, ieri, si sono ripresi Roma. Sette gli immobili occupati nell’arco di un paio di ore. Palazzine di proprietà pubblica abbandonati da tempo e destinati alla dismissione, condomini di alloggi rimasti invenduti, un albergo ormai chiuso, un’ex clinica. Nulla di simbolico. In tutto circa mille nuclei, per un totale di tremila persone hanno trovato casa in questi stabili. Tra loro, famiglie, precari, disoccupati, studenti universitari. Immigrati ma anche tanti cittadini romani.
Al centro, l’emergenza abitativa, l’aumento degli sfratti, per i quali «è sempre più urgente l’approvazione di una moratoria generalizzata per quelli causati da morosità», dei pignoramenti, la mancanza di politiche pubbliche per la casa. Il contesto è quello della crisi, dove precari, disoccupati, cassaintegrati «hanno redditi insufficienti per affrontare affitti e mutui». Ma non solo. Alla base della mobilitazione di ieri anche la volontà di «riappropriazione» della città, di «un suo riuso che fermi ogni ulteriore consumo di suolo», di opposizione «alla vendita del patrimonio pubblico che al posto di essere impiegato per affrontare le emergenze sociali viene utilizzato per risanare un debito scaturito dalla speculazione e dal malaffare».
Nel mirino delle proteste non manca l’amministrazione cittadina del sindaco Alemanno. Proprio in questi giorni, infatti, il consiglio comunale di Roma si appresta a discutere una serie di delibere urbanistiche «che aggrediranno ettari ed ettari di suolo e abbandoneranno per sempre l’edilizia residenziale pubblica mentre centinaia di migliaia di persone sono in emergenza abitativa» scrivono i movimenti in una lettera alla città che hanno distribuito a quanti incuriositi, e quasi sempre solidali, si sono avvicinati agli ingressi. Intorno a mezzogiorno, le notizie di occupazione si diffondono una dietro l’altra, tanto che per un paio di ore è difficile calcolare con precisione quanti sono gli stabili e le persone mobilitate.
I Blocchi precari metropolitani occupano vecchi uffici dell’Inps, in viale delle Province, mentre in via Prenestina, all’altezza del Grande raccordo anulare, entrano nell’Hotel Eurostars Roma Congress, un albergo a quattro stelle ormai chiuso. Intanto, il Coordinamento cittadino di lotta per la casa occupa tre diverse palazzine nella periferia della città, una in via Cerchiara, a Settecamini, fuori dal Grande raccordo anulare, poi l’ex clinica Villa Fiorita a Torrevecchia, a Roma Nord, un’altra in via Raffaello Liberti, nel quartiere popolare di Ponte di Nona. Proprio a fianco a questa, Action «conquista» un’altra palazzina rimasta invenduta. «Qui siamo quasi tutti abitanti del quartiere, giovani coppie che non riescono a pagare affitti troppo alti. Qualcuno è sotto sfratto, qualcun altro è stato costretto a tornare dai genitori» racconta uno degli occupanti che aggiunge: «qui vicino ci sono altri due immobili che sono stati occupati spontaneamente circa un mese fa». Oggi quindi «le “nuove” occupazioni a Ponte di Nona sono quattro».
Studenti e precari invece hanno «liberato» una palazzina abbandonata da tempo di proprietà di Acea, la multiutility romana dell’acqua e dell’energia, in via Ostiense 124. Lo spazio guarda anche alla situazione europea: la dedica è per Alexis, il quindicenne di Atene ucciso dalla polizia durante gli scontri del 2008, proprio il 6 dicembre di quattro anni fa. «E la notizia della nostra protesta è arrivata anche in Grecia e in Spagna», raccontano. Un’occupazione, quella di via Ostiense, legata anche alla giornata di sciopero «sociale», «quello di chi non può scioperare nelle forme classiche che conosciamo», e mobilitazione studentesca che ha invaso le strade di Roma. Nelle occupazioni c’è infatti attenzione anche agli studenti medi che durante il corteo della mattina hanno «segnalato» simbolicamente uno spazio abbandonato di proprietà del monopolio di Stato.
Intanto, un’altra mobilitazione per la casa si fa è fatta sentire per le strade di Roma: un gruppo di inquilini degli enti previdenziali privatizzati, che proprio in questi mesi stanno dismettendo il proprio patrimonio immobiliare, ha raggiunto la sede del Pdl in via dell’Umiltà, nel centro di Roma, per contestare lo stralcio dal decreto Sviluppo dell’emendamento che obbligava gli enti a calmierare i prezzi di vendita per le famiglie con fasce di reddito basse. La giornata finisce senza particolari momenti di tensione. L’appuntamento è per lunedì prossimo alle 17 in piazza del Campidoglio per un’assemblea cittadina «verso una mobilitazione permanente». L’obiettivo è quello di affermare il «diritto alla città».

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