Cerimonia della X Mas in Comune a Gorizia, antifascisti in piazza

La commemorazione della battaglia di Tarnova del 1945 . Manifestazione organizzata dall’Anpi in occasione del raduno in Municipio dei nostalgici della flottiglia alleata dei nazisti

Proteste per la decisione del gip di archiviare l’apologia del fascismo

GORIZIA. L’Anpi aveva denunciato per apologia del fascismo la manifestazione tenuta dalla X Mas, nel 2018, ospite del Comune di Gorizia. Due giorni fa il gip del Tribunale ha provveduto ad archiviare tutto con motivazioni che la Segreteria Nazionale dell’Anpi ha definito «inconcepibili».

Secondo il gip di Gorizia «L’inno della X Mas non contiene alcun riferimento al movimento fascista o a ideologie razziste o totalitarie» e, ancora: «La commemorazione dei caduti della X Mas non può certo essere ritenuta una manifestazione fascista, nel senso inteso dalla legge Scelba, trattandosi di una riunione autorizzata, finalizzata unicamente a rendere omaggio a dei soldati morti in battaglia oltre settant’anni fa».

Il riferimento è a quella battaglia di Tarnova di fine gennaio 1945 che, nella retorica neofascista, viene raccontata come un fatto epico: diversi battaglioni della X Mas avrebbero fermato “le orde slavo-comuniste” che volevano occupare Gorizia. Ma è solo uno dei più eclatanti esempi di revisionismo storico.

La X Mas, al comando di Junio Valerio Borghese, era arrivata sul confine orientale alla fine del 1944 per affiancare l’occupatore tedesco contro la forte resistenza partigiana (meglio: per obbedire ai nazisti, alla faccia della sbandierata italianità, visto che si era nell’Adriatisches Küstenland). A seguito di un rastrellamento, i partigiani erano stati costretti a trovare rifugio nella inaccessibile selva di Tarnova, zona ben protetta dall’esterno ma con condizioni climatiche proibitive, soprattutto in quel gelido inverno di inizio ’45: senza rifornimenti, avevano tentato di aprirsi un corridoio di collegamento con la valle del Vipacco e decisero di sfondare proprio in uno dei punti di presidio della X Mas, nel paesino di Tarnova, dove travolsero il battaglione “Fulmine” e quanti, tedeschi e domobranci (sloveni filonazisti), erano arrivati in soccorso. Ai partigiani, allora, non passava proprio nella mente di buttarsi tra le braccia dei tedeschi a Gorizia: la battaglia di Tarnova fu un esempio di goffaggine e velleitarismo scontratosi con reparti partigiani in cerca di una via di uscita.

«La X Mas, responsabile di indicibili crimini» scrive l’Anpi «combatté a fianco e a sostegno dei nazisti, assieme ad altre formazioni fasciste, contro i partigiani sloveni e italiani che lottavano per la liberazione di quel territorio dall’occupazione militare tedesca. Fu il caso italiano più eclatante e spregevole di collaborazionismo con Hitler». Secondo l’Anpi, dunque, la motivazione della sentenza di archiviazione del gip goriziano appare quanto meno pretestuosa.

La X Mas, in queste terre, è ben ricordata per la crudeltà, per le torture perpetrate su partigiani ma anche su persone inermi, per la Caserma Piave, a Palmanova, sede di sevizie indicibili contro i rastrellati della zona e, comunque, anche per la vanagloria con cui riuscì a inimicarsi persino l’alleato tedesco che, proprio dopo la battaglia di Tarnova, la fece addirittura allontanare dal territorio.

Ciò non toglie che ieri, di nuovo, la X Mas si è ripresentata a Gorizia, accolta ufficialmente da un assessore nel palazzo settecentesco – blindatissimo per l’occasione – che ospita il Municipio: il labaro blu con il teschio è entrato scortato da altri tricolori con aquile e fasci littori per una cerimonia che, sembra, sia stata questa volta silenziosa, senza inni e saluti romani (che comunque il gip goriziano ha appena dichiarato «gesti folcloristici»). E a fine cerimonia, tutti dentro la sede di CasaPound a pochi metri dal Comune, per un brindisi collettivo.

«Siamo rimasti sconcertati nell’apprendere che in una sala pubblica, in una città medaglia d’oro della Resistenza, si possano cantare inni della X Mas» dichiara Anna Di Gianantonio, ricercatrice storica e Presidente dell’Anpi di Gorizia «ma questo ha rafforzato la nostra decisione di scendere in piazza per manifestare contro questa celebrazione». E infatti ieri a Gorizia c’erano tantissimi antifascisti, musica e bandiere, amarezza e determinazione. Dai muri della città sono spariti tutti quei manifesti che, per giorni, li avevano sfregiati con la scritta «Gorizia grida: mai più antifascismo». «Morte al fascismo – Libertà ai popoli» ha risposto la piazza con quello che è stato il grido dei partigiani del confine orientale.

* Fonte: Marinella Salvi, il manifesto

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