Il Tribunale supremo rigetta i ricorsi dei familiari del dittatore e dei monaci benedettini che gestiscono la basilica nel monumento della Valle de los Caídos dove giace il cadavere
Governo pronto al trasferimento in un cimitero di provincia
Il Tribunale supremo spagnolo ha spianato la strada ancora una volta al governo Sánchez sull’esumazione del cadavere del dittatore Francisco Franco. Dopo la decisione di due settimane fa di dare il via libera all’esecutivo, rimanevano ancora quattro ostacoli giudiziari sul cammino del governo, quattro ricorsi presentati dalla famiglia Franco, dai monaci benedettini che gestiscono la basilica nel monumento della Valle de los Caídos dove giace il cadavere, e di un paio di associazioni franchiste (che in Spagna sono a tutt’oggi legali).
Il governo aveva chiesto nuovamente al tribunale di esprimersi in merito per poter avere le mani libere e portare a termine il procedimento. Ancora una volta il Supremo ha ribadito che la decisione del governo è legittima e ha specificato che nessuno, come prevede l’articolo 118 della Costituzione, può rifiutarsi di eseguire una decisione giudiziaria definitiva come quella presa dallo stesso tribunale. Questo perché, in una lettera pubblica, il priore dei benedettini aveva risposto due giorni fa alla vicepresidente del governo che non aveva alcuna intenzione di permettere l’accesso alla cripta. Un comportamento inusualmente arrogante che era già stato stigmatizzato, inutilmente, dal Vaticano e che allinea i monaci alla linea dei franchisti.
Non basta. Mercoledì il Tribunale aveva anche chiarito che nessuna istanza inferiore poteva opporsi a questa decisione “definitiva” e che il governo non aveva bisogno di alcun permesso urbanistico per portare a termine l’operazione: quindi il trucco amministrativo di bloccare il permesso urbanistico perpetrato dal giudice di simpatie destrorse Yuste a inizio anno è stato polverizzato.
Il governo già oggi potrebbe presentare in Consiglio dei ministri un piano d’azione. Dall’esecutivo si conferma che la riesumazione dovrebbe essere effettuata «nei prossimi giorni», prima della campagna elettorale (che formalmente inizia l’1 novembre) e senza stampa. La famiglia Franco, nonostante tutto, non si arrende e presenterà una nuova richiesta di sospensione, stavolta al Tribunale costituzionale contro la decisione del Supremo. Ma il tempo stringe e la campana della storia sembra aver suonato: il posto di Franco non è in un monumento pubblico pagato dallo stato ma in una tomba di famiglia in un assai più anonimo cimitero di provincia.
Il trasporto del feretro, con tutta probabilità, sembra avverrà in elicottero. Che gran metafora: il corpo di Franco sorvolerà in tutti i sensi una campagna elettorale di una Spagna stanca e demotivata, i cui politici sono incapaci di accordarsi mentre i suoi vicini portoghesi, due giorni dopo le elezioni, hanno già un governo.
* Fonte: il manifesto
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