Nel mirino un servizio del TgR Emilia Romagna. Camicie nere e saluti romani. Il Pd: «È questa l’informazione pubblica?»
Camicie nere che sfilano in silenzio lungo i viali del cimitero. Tricolori arrotolati in segno di lutto. Braccia tese che scattano nel saluto romano e che fanno da sfondo a interviste a 300 nostalgici del ventennio che domenica si sono riuniti a Predappio per commemorare il 74esimo anniversario della morte di Benito Mussolini. Il tutto condensato in due minuti di servizio del TgR Emilia Romagna andato in onda nell’edizione delle 19,30 di domenica. «Un servizio che nulla ha a che vedere con l’informazione e molto con quella che è apparsa come una vera e propria apologia del fascismo», accusa Michele Anzaldo, deputato dem e segretario della commissione vigilanza che ieri, dopo aver postato su Facebook il video, ha chiesto all’amministratore delegato Rai Fabrizio Salini «se questa è la nuova informazione» del servizio pubblico.
E’ una vera bufera politica quella che si è abbattuta ieri sulla Rai e in particolare sulla sede dell’Emilia Romagna. «Spero che l’amministratore delegato Salini intervenga perché certe stucchevoli apologie senza contraddittorio no debbano ripetersi», è il commento di Rita Borioni, uno dei consiglieri dei amministrazione della Rai. Posizione analoga anche da parte di un altro consigliere Rai, Riccardo Laganà.
Salini, in realtà sarebbe già intervenuto. Il servizio incriminato è finito ieri mattina sulla sua scrivania e dopo averlo visto ha chiesto una relazione «precisa e puntuale» al direttore della TgR Alessandro Casarin. Primo passo dell’avvio di una inchiesta interna che al momento è presto per dire dove porterà. Di sicuro dal servizio prendono le distanze tutti. Lo fa lo stesso Casarin ricordando come la linea editoriale dell’azienda «si basa sul principio di una informazione equilibrata, a garanzia di un contraddittorio in tutti i servizi, dalla politica alla cronaca». Critico anche il comitato di redazione del TgR Emilia Romagna, che si «dissocia» dai contenuti del servizio. «La Rai servizio pubblico – spiega l’organismo sindacale – trova il suo fondamento del contratto di servizio, che è strettamente ancorato alla Costituzione italiana, antifascista e antirazzista. Pertanto non è ammissibile qualunque servizio che esca da questa cornice o – peggio – una assurda presunta par condicio tra neofascismo e antifascismo». Il cdr ha poi ricordato come la decisione di mandare in onda il servizio sia stata presa dal caporedattore.
Oltre a mostrare le camicie nere sfilare inquadrate tra i viali del cimitero nel servizio si dà voce a più di un fascista, tra chi si definisce un «fedele» di Mussolini e chi invece teorizza l’esistenza di due tipi di democrazia: «Una anarchica che ha portato dissoluzione e quella organica che porta ordine e disciplina. E noi vogliamo quella, che Mussolini chiamava fascismo». Ma anche a una signora anziana, ex ausiliaria della Repubblica sociale italiana, convinta che durante il fascismo «tutte le cose funzionavano». Banalità, o peggio come ricorda Borrioni: «Una serie di dichiarazioni apologetiche da parte degli adoratori di un despota autore delle leggi razziali che esclusero liberi cittadini italiani da ogni ambito della vita nazionale. Ma non sarebbe stato il caso di ricordare anche tutto questo?», si chiede la consigliera Rai. «Un servizio grave e inaccettabile – sottolineano invece i senatori di Liberi e Uguali Vasco Errani e Loredana De Petris – per l’argomento trattato e per la totale assenza di una contestualizzazione».
A difesa del servizio giornalistico, si schiera invece il sindaco Pd di Predappio, Giorgio Frassineti, per il quale l’autore «ha fatto vedere quello che accade a Predappio tutti gli anni».
* Fonte: IL MANIFESTO
photo: Lovio at it.wikipedia [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)]
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