Il gruppetto avrebbe voluto impedire l’intervento dell’Anpi in un’iniziativa sulle vicende del confine giuliano-dalmata durante la seconda guerra mondiale e intorno alla liberazione dal nazifascismo
Una dozzina di esponenti dell’organizzazione denominata «Blocco studentesco», una sorta di branca giovanile di «Casapound», ha fatto irruzione ieri mattina nel liceo Giordano Bruno, in zona Casal Boccone a Roma.
Il gruppetto avrebbe voluto impedire l’intervento dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) in un’iniziativa sulle vicende del confine giuliano-dalmata durante la seconda guerra mondiale e intorno alla liberazione dal nazifascismo. L’incontro faceva parte del progetto «Italia-Jugoslavia. Per non dimenticare» promosso dal Comune di Roma.
«Nonostante il dibattito sia stato momentaneamente disturbato dall’irruzione di un gruppo di estranei è positivamente proseguito come previsto» fanno sapere dalla scuola. Gli esponenti del Blocco hanno srotolato una striscione e urlato degli slogan al megafono. Avrebbero anche dato dell’«assassino» al relatore che in quel momento stava intervenendo.
«Tali personaggi, con fare aggressivo e intimidatorio – afferma l’Anpi – volevano impedire la continuazione dell’iniziativa per imporre la loro distorta e irreale visione della storia. Si ringraziano gli studenti, i docenti, i relatori e il dirigente scolastico che con fermezza e intelligenza hanno isolato i fascisti e li hanno costretti ad allontanarsi dalla scuola».
Sull’aggressione è intervenuta anche Claudia Pratelli, assessore Scuola e pari opportunità del III municipio: «Solo due giorni fa al liceo Benedetto da Norcia due ragazzi erano stati malmenati dalla stessa organizzazione di estrema destra. La scelta del governo di tollerare l’occupazione di Casapound suona come un’ambiguità inaccettabile. Per quanto ci riguarda sia chiaro che non c’è spazio né tolleranza alcuna nelle nostre scuole e in questo territorio per atti di violenza o per le organizzazioni fasciste».
Il riferimento è alla notizia dei giorni scorsi secondo cui il ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef) Giovanni Tria avrebbe scritto una lettera a Virginia Raggi sostenendo che la liberazione della sede dei «fascisti del terzo millennio» non è una priorità, in quanto non è a rischio crollo e non presenta problemi dal punto di vista igienico-sanitario. Tria ha poi smentito di aver inviato questa missiva, sostenendo che il Mef ha richiesto lo sgombero ma è la Prefettura, che come è noto dipende dal ministero dell’Interno, a decidere.
«Mentre discutevamo sono entrati questi ragazzi con fare squadrista – racconta un docente presente al’iniziativa – Gli abbiamo detto di andarsene, che lì non potevano stare, ma si sono trattenuti comunque una decina di minuti. Alcuni studenti sono sembrati spaventati, c’erano anche dei minori, mentre altri volevano reagire. Dei colleghi li hanno trattenuti invitandoli a mantenere la calma. Alla fine anche alcuni alunni che potevano avere simpatie di destra non hanno apprezzato l’arroganza. Credo che l’irruzione abbia ottenuto l’effetto opposto a quello desiderato».
* Fonte: IL MANIFESTO
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