La marcia dei centri sociali dopo il blitz xenofobo. Parigi invia rinforzi al confine
Torino. Quello che sembrava il capo è sceso con passo marziale dalla Peugeot e si è diretto sicuro verso l’uomo politico: «Lei è francese?». «No, sono italiano » . « Che cosa ci fa qui? » . « Sono un parlamentare europeo » . « Di destra o di sinistra? » . « Di sinistra » . « Lei ha un minuto di tempo per togliersi dalle scatole, chiaro? » . « Solo quando è arrivata un’auto della gendarmerie, racconta Daniele Valle parlamentare Pd, «la situazione si è calmata. I neofascisti francesi presidiavano la strada che sale al colle. Ma con loro, nella divisa azzurra, c’erano anche estremisti italiani venuti da Torino e dal Veneto».
Ieri mattina, mentre al colle della Scala, sei chilometri da Bardonecchia, in cima alla val di Susa, i militanti di Generation Identitarie stendevano una rete arancione da cantiere eleggendola a baluardo «contro l’invasione degli immigrati » , sul versante italiano alcune centinaia di No Tav organizzavano la reazione « all’assalto dei fascisti alle nostre montagne » . Su quei monti, al confine tra Italia e Francia, nell’agosto del 1944 le camicie nere trucidarono un gruppo di partigiani che rientravano verso Torino. Settantaquattro anni dopo gli antifascisti italiani vanno a riprendersi le montagne. Il colle della Scala è chiuso per neve. Lo hanno attraversato in migliaia, nell’inverno, uomini donne e bambini siriani e magrebini, calpestando il ghiaccio con i piedi nudi infilati nei sandali. Dopo il disgelo tutti prevedono che il flusso aumenterà. Il confine, quello che Annibale attraversò con i suoi elefanti in senso inverso, sarà un nodo cruciale per le rotte dell’immigrazione. L’alta val di Susa potrebbe diventare la Lesbo del 2018.
La marcia dei No Tav incontra i gendarmi francesi al colle del Monginevro. Tensione. Scoppiano i primi tafferurgli. Spintoni contro gli scudi. Poi i militari francesi lasciano passare il corteo che scende dal Monginevro verso Briancon, la prima città francese. Nella confusione, dietro i militanti dei centri sociali torinesi, prendono un passaggio verso la Francia una decina di migranti che si conquistano la meta del loro lungo viaggio e si dileguano rapidamente. Il tafferuglio del fine settimana potrebbe essere il primo di una serie di episodi simili. I militanti di Generation Identitaire arrotolano il loro confine simbolico a metà giornata e si allontanano con la rete arancione sotto il braccio evitando lo scontro con i No Tav italiani. Ma l’episodio preoccupa. In Francia scoppia la polemica. Il prefetto della zona, garantisce che «le forze dell’ordine seguono con attenzione e vigilanza lo svolgimento delle operazioni » . La deputata di sinistra Valerie Rabault accusa: « Lo Stato non può permettersi di “ seguire” iniziative inammissibili con lo stato di diritto » . In serata il ministro dell’Interno Collomb annuncia « rinforzi per evitare provocazioni ed incidenti garantendo il rispetto del controllo di frontiera».
Sul versante italiano la vicenda crea imbarazzo nell’estrema destra. Che se fosse francese approverebbe con entusiasmo l’operato degli impavidi montatori di reti di plastica ma che essendo italiana è costretta ad attaccarli: « I ragazzi di Generation Identitaire sembrano solo gli scagnozzi del presidente Macron e dei suoi gendarmi», si indigna Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia. Per una volta tocca all’estrema destra nostrana trovarsi dalla parte sbagliata del muro: « Non ci stiamo all’idea che il confine dell’Europa siano le Alpi e l’Italia sia considerato un Paese dell’Africa».
Tra un mese, quando il disgelo aprirà al transito tutti i valichi dell’alta val di Susa, immigrazione e scontri ideologici potranno creare una miscelta esplosiva. Se nell’inverno i modi rudi della gendarmeria francese ( donne incinte trascinate giù dai treni, altre bloccate per ore in auto) dovevano scoraggiare questo scenario, hanno in realtà finito per crearne i presupposti. Ad aiutare i migranti sono arrivate sul confine le organizzazioni umanitarie. A contrastarli i neofascisti francesi e ad opporsi a questi ultimi i No Tav. « I francesi mi hanno promesso che torneranno a bloccare il confine » , riferisce l’eurodeputato Viotti. L’estate sarà calda.
Fonte: Paolo Griseri, LA REPUBBLICA
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