Con un gesto unilaterale, l’Eta si rammarica per la «sofferenza causata dalla lotta armata»

Paesi Baschi. Il comunicato inviato a due giornali locali. L’organizzazione si scioglierà la prima settimana di maggio

SAN SEBASTIÁN. Per la prima volta l’Eta ha chiesto pubblicamente perdono per il danno causato dalla lotta armata durante gli anni del conflitto basco.

Sono passati quasi sette anni dall’annuncio definitivo della cessazione della lotta armata, era il 20 ottobre del 2011, e da allora un altro passo significativo per la risoluzione del conflitto basco è stato il disarmo dell’organizzazione, annunciato il 7 aprile e celebrato il giorno successivo a Baiona, nel nord dei Paesi Baschi.

Nel comunicato datato 8 aprile, che l’Eta ha fatto recapitare ai giornali locali Gara e Berria, si leggono parole inedite e pesate. L’ex organizzazione armata, rivolgendosi direttamente al popolo basco, scrive di voler riconoscere «il danno causato» e di volersi impegnare per superare definitivamente le «conseguenze del conflitto» e non ripetere i suoi atti.

Nel documento l’Eta ricostruisce uno scenario di «sofferenza incommensurabile»: «Morti, feriti, torture, sequestri e persone costrette a fuggire all’estero». E intende «mostrare rispetto nei confronti dei morti, dei feriti e delle vittime». «Ci dispiace veramente».

Le reazioni sono state numerose. Il governo spagnolo, tramite il suo portavoce Íñigo Méndez de Vigo, assicura che «non darà mai niente in cambio all’Eta» riferendosi alla possibile scarcerazione dei prigionieri baschi. Aggiunge inoltre che la «sconfitta» dell’organizzazione ha potuto aver luogo solo grazie «all’impegno delle Forze di Sicurezza dello Stato».

Iñigo Urkullu, il lehendakari (presidente della regione e del Pnv, il partito nazionalista-moderata), ha chiesto di aggiungere l’aggettivo «ingiusto» al danno causato. Per EH Bildu, forza politica indipendentista di sinistra, è un «fatto storico senza precedenti».

L’inaspettata dichiarazione dell’Eta non si può capire senza l’annunciata imminenza della sua dissoluzione. La televisione pubblica basca ha comunicato che l’organizzazione cesserà di esistere a partire dal primo fine settimana di maggio. Si attendono nuovi particolari nei prossimi giorni.

FONTE: Angela Maria Salis, IL MANIFESTO

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