Università. Addio Città studi. Il via libera del Senato Accademico dell’ateneo con 25 voti. La protesta contro lo svuotamento dello storico quartiere
Il «project financing» dell’ateneo con un privato per finanziare una struttura che ripopolerà l’area abbandonata dopo la kermesse del 2015
Il trasferimento delle facoltà scientifiche dalla Città Studi all’ex area Expo è stato approvato dal senato accademico della Statale mentre gli studenti contrari al contestato piano sono stati caricati . È accaduto ieri a Milano tra via Festa del Perdono, dove si è anche svolta un’assemblea, e via Sant’Antonio dove un corteo studentesco è stato bloccato e caricato. Il rettore Gianluca Vago aveva deciso di spostare il luogo della riunione per aggirare le contestazioni annunciate.
Il dissenso contro il trasloco, più volte ribadito negli ultimi anni anche dai residenti in zona città studi, è stato ribadito e represso. «È gravissimo il fatto che dopo tutte le proteste di studenti, docenti e cittadini siano state represse senza alcuna possibilità di confronto – ha sostenuto Serena Vitucci degli studenti universitari Link di Milano – Il giorno dopo questa decisione noi studenti ci troveremmo quindi con un università indebitata fino ai limiti di legge, legata mani e piedi ad un operatore privato, e con il serio rischio che Città Studi non veda più un euro durante gli anni di transizione».
«Questo trasferimento non è un’opportunità né per l’università, costretta a ridurre i propri spazi e a traslocare in un’area di scarsissimo interesse per chiunque, né per la città di Milano che vedrebbe aprirsi un buco nel quartiere storico di Città Studi – si legge sul sito Milano in Movimento – Pur di concludere la questione al più presto è stato concepito un piano finanziario inquietante, il “project financing”, allo scopo di soddisfare governo e regione ossessionati dal trovare una soluzione per l’area Expo, ad oggi ancora vergognosamente vuota. Questo piano finanziario affiderebbe la gestione del futuro cantiere a Lendlease, un immobiliarista privato, che si prenderà carico anche dell’intero patrimonio immobiliare di Città Studi, che la Statale non è riuscita a vendere, il tutto al prezzo di un salato canone annuo. Ciò si concretizzerà nella totale delega a privati di quello che sarà il futuro dell’università e del quartiere». Contro il trasloco si sono espressi anche i cittadini dello storico quartiere alle spalle di piazzale Loreto. Il loro timore è che la zona si svuoti e sia oggetto di speculazioni immobiliari.
Il trasferimento è stato approvato con 25 sì e 7 no dal Senato accademico della Statale. Sono state sciolte le riserve che avevano vincolato il progetto alla sostenibilità finanziaria del progetto. LendLease avrebbe recepito i requisiti stabiliti dai dipartimenti interessati allo spostamento, approvati dagli organi di governo dell’ateneo e inviati ad Arexpo nell’aprile 2017.
I 135 milioni di euro stanziati per la valorizzazione dell’area Expo non sono utilizzabili dalla Statale. Lo scorso 23 febbraio alla Statale è arrivata la proposta di «project financing» di LendLease. L’ateneo è tenuto ad esaminare e negoziare entro 90 giorni. I tempi di realizzazione del Campus sarebbero di tre anni solari dalla firma del contratto alla consegna. La nuova struttura dovrebbe accogliere 18 mila studenti, 700 stranieri. A questi si aggiungono 1.800 ricercatori, e 500 tra tecnici e amministrativi. Oltre 20 mila persone che andrebbero a ripopolare l’area di Expo 2015 dove sorge, desolato, lo Human Technopole voluto dall’ex governo Renzi.
FONTE: roberto ciccarelli, IL MANIFESTO
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