A Milano la Casa della memoria (a senso unico) e il Comune cancellano un evento con Gibertini

L’assessore Del Corno annuncia l’intenzione di Palazzo Marino di cancellare la proiezione del filmato in programma l’11 alla . Decisive le proteste di Anpi e Associazione delle vittime

« È prima di tutto una questione di sensibilità che a volte deve governare le decisioni». L’assessore alla Cultura di Palazzo Marino Filippo Del Corno ha le idee chiare: se le associazioni sono contrarie alla presenza di Maurizio Gibertini alla Casa della Memoria, quell’evento deve essere cancellato.
La presa di posizione di Del Corno arriva dopo aver ricevuto una lettera firmata dalle associazioni che hanno la sede in via Confalonieri. Nella missiva si fa richiesta di cancellare la proiezione di “ This arm/ Disarm” sulla mostra “ Le macchine armate” di Paolo Gallerani, già proiettato in anteprima il 20 marzo scorso alla Casa della Cultura e previsto l’ 11 dicembre alla Casa della Memoria nell’ambito della rassegna “CantiereMemoria”, manifestazione culturale con un palinsesto di eventi fino al 23 dicembre. L’autore del filmato è Maurizio “ Gibo” Gibertini uno dei protagonisti degli Anni di piombo. Condannato per banda armata, ha scontato cinque anni in carcere ed è stato coinvolto nel processo Custra ( da cui è stato assolto in secondo grado).
«La Casa della Memoria ospita due associazioni che hanno subito la violenza del terrorismo sulla loro pelle, in maniera tragica — ha aggiunto Del Corno —. Sono state urtate da questa presenza e noi dobbiamo prima di tutto rispettare la loro sensibilità. Credo che ci siano mille occasioni in cui Gibertini può offrire il proprio apporto al dibattito culturale del Paese, ma ripeto che bisogna anche salvaguardare la memoria delle vittime».
L’evento sarà cancellato? La cosa sembra quasi fatta. «Devo ancora parlare con il direttore del comitato scientifico con cui vorrei concertare la decisione — ha aggiunto Del Corno — Ma la Casa della Memoria è un luogo in cui secondo me bisogna esercitare un principio di sensibilità nei confronti delle vittime e delle persone che hanno sofferto la tragedia del terrorismo, prima di ogni altra cosa».
I contenuti dell’evento non hanno niente a che fare con il terrorismo e con gli Anni di piombo. «Non c’è un legame diretto con le questioni di quegli anni — ha precisato l’assessore —. Non è quindi una leggerezza quella di averlo incluso nel programma. Ciononostante bisogna capire ed essere solidali, in questo caso ci vuole una forma di rispetto superiore. Senza nulla togliere al diritto pieno di Gibertini di partecipare alla vita del Paese in mille altri modi. Quello però è un luogo particolare ».
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lunedì 4 dicembre 2017
Casa Memoria c’è un ex Anni di piombo nel programma
LUCA DE VITO, la Repubblica, pagine Milano
Nella sede di Anpi e della Associazione vittime del terrorismo una serata di video con “Gibo” Gibertini
“I diritti non sono acquisiti una volta per tutte”. È questo il tema della rassegna di eventi che fino al 23 saranno organizzati alla Casa della Memoria nell’ambito di una manifestazione dal titolo “ CantiereMemoria”, promossa dal Comune e che si aprirà con l’inaugurazione della mostra “Il paesaggio dei diritti. Fotografare la costituzione”.
Tra gli eventi nel palinsesto è prevista anche la proiezione di un video realizzato da Maurizio Gibertini detto “ Gibo”. Filmaker e documentarista, Gibertini è noto a Milano per un passato da protagonista negli Anni di piombo. Il suo nome compare infatti tra i condannati nel processo per il delitto del brigadiere Antonio Custra, ucciso da un colpo di pistola il 14 maggio del 1977 durante uno scontro tra autonomi e polizia in via De Amicis. È di quella sparatoria la celebre foto in cui una persona con il passamontagna viene immortalata mentre spara ad altezza d’uomo, diventata poi uno dei simboli di quel periodo. Gibertini, dopo avero scontato la condanna a dieci anni e otto mesi, si è rifatto una vita. Ha realizzato video e documentari, oggi vive a Roma e collabora con l’associazione culturale “ Officina Multimediale”. Ed è proprio con questa associazione che per l’ 11 è previsto un evento all’interno della rassegna ospitata dalla Casa della Memoria: la proiezione di “This arm / Disarm. Le macchine armate di Paolo Gallerani”. Si tratta di un video realizzato da Gibertini ispirato alla mostra di Gallerani esposta a dicembre dello scorso anno proprio presso la Casa della Memoria. Il video è « una riflessione sul rapporto fra arte e potere, in un percorso che tende alla creazione di una possibile comunità estetica, dove il sentimento prevalga sulla ragione e sia in grado di dar vita a una armoniosa convivenza», si legge in una presentazione della clip.
La Casa della Memoria, dove si svolgeranno gli eventi, è anche la sede dell’Anpi, dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti ( Aned), dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri ( ex Insmli), dell’Associazione italiana vittime del terrorismo (Aiviter) e dell’Associazione piazza Fontana 12 dicembre 1969. L’obiettivo della rassegna “ CantiereMemoria”, si legge nella presentazione, «è quello di ricordare il passato e trarne insegnamento, mantenendo viva la memoria del nostro Paese e allo stesso tempo guardare al futuro, puntando soprattutto sui giovani — sia come protagonisti del progetto che coinvolgendoli in varie attività — e sulle contaminazioni tra arti e culture diverse». Il programma ha cinque filoni: le arti visive, il teatro, la musica, il cinema e i laboratori didattici per bambini e famiglie.
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La replica di Maurizio Gibertini
(via Facebook)

Un ottimo risveglio ieri mattina. Mi contatta un giornalista della redazione milanese di Repubblica – lo stesso che firma gli articoli usciti ieri ed oggi sulla pagina (cartacea) locale di quel quotidiano – che mi dice che le associazioni ospitate dalla Casa della memoria di Milano hanno scritto una lettera (che riporto qua sotto) all’Assessore alla cultura di Milano, al Sindaco e ai funzionari coinvolti in cui si intima di annullare la proiezione di un mio documentario This Arm | Disarm dedicato a una mostra dello scultore Paolo Gallerani tenutasi proprio alla Casa della Memoria (e li girato) e alla sua, magnifica, opera.
Motivazione che giustifica la lettera – il cui titolo é emblematico: “Il caso Gibo Gibertini alla Casa della Memoria – e inclusa richiesta, é che io sono stato condannato per l’omicidio Custra a 10 anni e 6 mesi che ho scontato in carcere, che non sono un pentito e soprattutto che ancora adesso frequento aree politiche “antisistema” – quando qualcuno mi spiegherà che accidenti voglia dire “antisistema” gli sarò infinitamente grato -.
E’ di oggi la notizia (fonte sempre Repubblica) che l’Assessore alla Cultura stia optando per la cancellazione dell’evento che riguarda me e Gallerani per “non ferire la sensibilità di tali associazioni”.

Fermo restando che ho chiesto a un mio legale di fiducia di procedere nei confronti dei firmatari della lettera per diffamazione anche a mezzo stampa alcune brevi considerazioni:

* chi spiegherà come una lettera che definita “interna” sia da chi l’ha ricevuta che dagli estensori sia finita in possesso del giornalista che immediatamente ne scrive titolando l’articolo in questo modo: “Casa della Memoria, nel programma un ex degli Anni di piombo” e sottotitolandolo in modo ancora più inquietante e scandalistico: “Nella sede dell’ANPI e dell’Associazione vittime del terrorismo una serata di video con Gibo Gibertini” manco fossi un killer seriale

* mi si accusa, a dimostrazione della mia reiterazione “terrorista” di continuare a usare il mio “nome di battaglia”, ossia gibo, ossia il nomignolo, contrazione del mio cognome, che i compagni di scuola di IV elementare mi hanno affibbiato e che é diventato il mio nome per tutti. Insomma un “nome di battaglia” che equivale a commettere reati distribuendo fotocopie della propria carta di identità. Se non fosse oltre il grottesco potrebbe pure essere divertente…

* si afferma che io sarei stato condannato per l’omicidio Custra e che avrei passato 10 e passa anni in carcere per quel reato. Falso. In questo caso in primo grado effettivamente sono stato condannato (a piede libero) in Appello invece mi é stata riconosciuta la piena estraneità ai fatti con conseguente assoluzione non impugnata dall’accusa che così ha riconosciuto di fatto la “bontà” della sentenza di assoluzione;

* Falso. Per l’omicidio Custra non ho fatto neppure un minuto di carcerazione

* Vero. Sono stato condannato definitivamente a 4 anni e alcuni mesi, non ricordo di preciso, per organizzazione di banda armata e reati connessi tra cui nessuno di sangue (ferimenti o omicidi), ho scontato per intero la mia pena, anzi qualche mese di più (in forma preventiva) tant’è che sono stato scarcerato immediatamente dopo la lettura della sentenza di appello. Ma in uno Stato di Diritto e nella nostra Costituzione la pena non é intesa come rieducativa e finalizzata alla reintegrazione sociale? E’ possibile che un’associazione peraltro finanziata dal pubblico possa decretare una sorta di “ergastolo sociale”, in totale discrezionalità, in barba alle normative vigenti? E’ accettabile che istituzioni pubbliche subiscano e accettino questo questo ricatto?

* Nella lettera nessuna parola in merito al documentario, ai suoi contenuti, alla sua realizzazione, questo in spregio al lavoro creativo, al risalto dato all’Istituzione Casa della Memoria e soprattutto all’opera di Gallerani che é la protagonista assoluta di questo mio lavoro

* Infine. Nel documentario sono presenti parti di interviste, girate nei giorni di allestimento e durante l’inaugurazione della mostra “Le Macchine Armate di Paolo Gallerani”. Alcuni dei nomi degli intervistati – che hanno visto e approvato il documentario nella sua versione definitiva -: Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano – Giuliano Banfi vicepresidente ANED – Antonio Pizzinato “mitico” responsabile dell’FML di Sesto San Giovanni negli anni ’70 e oggi dirigente onorario dell’Anpi e via discorrendo

Questa é la lettera:

– Gent.mo dr. Filippo Del Corno
Assessore Cultura Comune Milano

— Gent.mo prof. Andrea Kerbaker
Presidente Comitato Scientifico
Casa della Memoria di Milano

– Gent.ma dr.ssa Maria Fratelli
Direzione Cultura Comune Milano

e p. c.
– Ill.mo dr. Giuseppe Sala
Sindaco di Milano
Sede Municipale Palazzo Marino

Oggetto: il caso Gibo Gibertini alla Casa della Memoria

Caro Assessore Del Corno, caro Kerbaker, gentile dr.ssa Fratelli

Riscontro, a nome mio e della mia Associazione Italiana Vittime del Terrorismo della Lombardia, con doloroso stupore il fatto che l’11 dicembre prossimo verrà presentato alla Casa della Memoria, nell’ambito del programma “Cantiere Memoria”, il film “This arm/Disarm” sulla mostra “Le macchine armate”” di Paolo Gallerani, già proiettato in anteprima il 20 marzo scorso alla Casa della Cultura.
Il film è firmato, come regista, da Maurizio ‘Gibo’ Gibertini, noto terrorista mai pentito, né dissociato, che ostenta ancora il suo nome di battaglia, implicato nell’omicidio dell’agente Antonio Custra, condannato a 10 anni, oggi filmaker – che risulta ancora molto attivo nell’area della contestazione antisistema.
Quello che ci risulta singolare è che l’Amministrazione comunale abbia a suo tempo affidato la realizzazion del documentario all’Officina Multimediale, di cui il Gibertini è dirigente.
Troviamo non accettabile che il film venga presemtato alla Casa della Memoria, in cui hanno sede due Associazioni di Vittime del Terrorismo.
Chiediamo con decisione che la proiezione del documentario venga annullata, senza peraltro volere pregiudicare minimamente il valore delle opere di Paolo Gallerani.

Con i migliori saluti

Antonio Iosa –Associazione Italiana Vittime del Terrorismo Lombardia
Marcello Flores – Istituto Parri
Roberto Cenati – ANPI
Giuliano Banfi – ANED
Paolo Silva – Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969

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