L’assessore Del Corno annuncia l’intenzione di Palazzo Marino di cancellare la proiezione del filmato in programma l’11 alla . Decisive le proteste di Anpi e Associazione delle vittime
Un ottimo risveglio ieri mattina. Mi contatta un giornalista della redazione milanese di Repubblica – lo stesso che firma gli articoli usciti ieri ed oggi sulla pagina (cartacea) locale di quel quotidiano – che mi dice che le associazioni ospitate dalla Casa della memoria di Milano hanno scritto una lettera (che riporto qua sotto) all’Assessore alla cultura di Milano, al Sindaco e ai funzionari coinvolti in cui si intima di annullare la proiezione di un mio documentario This Arm | Disarm dedicato a una mostra dello scultore Paolo Gallerani tenutasi proprio alla Casa della Memoria (e li girato) e alla sua, magnifica, opera.
Motivazione che giustifica la lettera – il cui titolo é emblematico: “Il caso Gibo Gibertini alla Casa della Memoria – e inclusa richiesta, é che io sono stato condannato per l’omicidio Custra a 10 anni e 6 mesi che ho scontato in carcere, che non sono un pentito e soprattutto che ancora adesso frequento aree politiche “antisistema” – quando qualcuno mi spiegherà che accidenti voglia dire “antisistema” gli sarò infinitamente grato -.
E’ di oggi la notizia (fonte sempre Repubblica) che l’Assessore alla Cultura stia optando per la cancellazione dell’evento che riguarda me e Gallerani per “non ferire la sensibilità di tali associazioni”.
Fermo restando che ho chiesto a un mio legale di fiducia di procedere nei confronti dei firmatari della lettera per diffamazione anche a mezzo stampa alcune brevi considerazioni:
* chi spiegherà come una lettera che definita “interna” sia da chi l’ha ricevuta che dagli estensori sia finita in possesso del giornalista che immediatamente ne scrive titolando l’articolo in questo modo: “Casa della Memoria, nel programma un ex degli Anni di piombo” e sottotitolandolo in modo ancora più inquietante e scandalistico: “Nella sede dell’ANPI e dell’Associazione vittime del terrorismo una serata di video con Gibo Gibertini” manco fossi un killer seriale
* mi si accusa, a dimostrazione della mia reiterazione “terrorista” di continuare a usare il mio “nome di battaglia”, ossia gibo, ossia il nomignolo, contrazione del mio cognome, che i compagni di scuola di IV elementare mi hanno affibbiato e che é diventato il mio nome per tutti. Insomma un “nome di battaglia” che equivale a commettere reati distribuendo fotocopie della propria carta di identità. Se non fosse oltre il grottesco potrebbe pure essere divertente…
* si afferma che io sarei stato condannato per l’omicidio Custra e che avrei passato 10 e passa anni in carcere per quel reato. Falso. In questo caso in primo grado effettivamente sono stato condannato (a piede libero) in Appello invece mi é stata riconosciuta la piena estraneità ai fatti con conseguente assoluzione non impugnata dall’accusa che così ha riconosciuto di fatto la “bontà” della sentenza di assoluzione;
* Falso. Per l’omicidio Custra non ho fatto neppure un minuto di carcerazione
* Vero. Sono stato condannato definitivamente a 4 anni e alcuni mesi, non ricordo di preciso, per organizzazione di banda armata e reati connessi tra cui nessuno di sangue (ferimenti o omicidi), ho scontato per intero la mia pena, anzi qualche mese di più (in forma preventiva) tant’è che sono stato scarcerato immediatamente dopo la lettura della sentenza di appello. Ma in uno Stato di Diritto e nella nostra Costituzione la pena non é intesa come rieducativa e finalizzata alla reintegrazione sociale? E’ possibile che un’associazione peraltro finanziata dal pubblico possa decretare una sorta di “ergastolo sociale”, in totale discrezionalità, in barba alle normative vigenti? E’ accettabile che istituzioni pubbliche subiscano e accettino questo questo ricatto?
* Nella lettera nessuna parola in merito al documentario, ai suoi contenuti, alla sua realizzazione, questo in spregio al lavoro creativo, al risalto dato all’Istituzione Casa della Memoria e soprattutto all’opera di Gallerani che é la protagonista assoluta di questo mio lavoro
* Infine. Nel documentario sono presenti parti di interviste, girate nei giorni di allestimento e durante l’inaugurazione della mostra “Le Macchine Armate di Paolo Gallerani”. Alcuni dei nomi degli intervistati – che hanno visto e approvato il documentario nella sua versione definitiva -: Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano – Giuliano Banfi vicepresidente ANED – Antonio Pizzinato “mitico” responsabile dell’FML di Sesto San Giovanni negli anni ’70 e oggi dirigente onorario dell’Anpi e via discorrendo
Questa é la lettera:
– Gent.mo dr. Filippo Del Corno
Assessore Cultura Comune Milano
— Gent.mo prof. Andrea Kerbaker
Presidente Comitato Scientifico
Casa della Memoria di Milano
– Gent.ma dr.ssa Maria Fratelli
Direzione Cultura Comune Milano
e p. c.
– Ill.mo dr. Giuseppe Sala
Sindaco di Milano
Sede Municipale Palazzo Marino
Oggetto: il caso Gibo Gibertini alla Casa della Memoria
Caro Assessore Del Corno, caro Kerbaker, gentile dr.ssa Fratelli
Riscontro, a nome mio e della mia Associazione Italiana Vittime del Terrorismo della Lombardia, con doloroso stupore il fatto che l’11 dicembre prossimo verrà presentato alla Casa della Memoria, nell’ambito del programma “Cantiere Memoria”, il film “This arm/Disarm” sulla mostra “Le macchine armate”” di Paolo Gallerani, già proiettato in anteprima il 20 marzo scorso alla Casa della Cultura.
Il film è firmato, come regista, da Maurizio ‘Gibo’ Gibertini, noto terrorista mai pentito, né dissociato, che ostenta ancora il suo nome di battaglia, implicato nell’omicidio dell’agente Antonio Custra, condannato a 10 anni, oggi filmaker – che risulta ancora molto attivo nell’area della contestazione antisistema.
Quello che ci risulta singolare è che l’Amministrazione comunale abbia a suo tempo affidato la realizzazion del documentario all’Officina Multimediale, di cui il Gibertini è dirigente.
Troviamo non accettabile che il film venga presemtato alla Casa della Memoria, in cui hanno sede due Associazioni di Vittime del Terrorismo.
Chiediamo con decisione che la proiezione del documentario venga annullata, senza peraltro volere pregiudicare minimamente il valore delle opere di Paolo Gallerani.
Con i migliori saluti
Antonio Iosa –Associazione Italiana Vittime del Terrorismo Lombardia
Marcello Flores – Istituto Parri
Roberto Cenati – ANPI
Giuliano Banfi – ANED
Paolo Silva – Associazione Piazza Fontana 12 Dicembre 1969
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