Gli sgomberi di Làbas e Crash avvenuti l’8 agosto scorso a Bologna hanno dettato il clima dell’estate politica peggiore che si ricordi
Bologna. Dalle 15 in Piazza XX Settembre, ci si aspetta un corteo convocato per riaprire una spazio sociale aperto alle cittadinanze e cancellato dall’ex caserma Masini nel quartiere di Santo Stefano. Il sindaco Pd Merola a Arci e Anpi: «Dategli una vostra sede». La reazione dell’Arcigay alla provocazione: «Una risposta molto superficiale. Siamo rimasti amareggiati e sconfortati perché dietro quell’appello non c’era solo una proposta concreta su Làbas ma uno sguardo lungo»
Gli sgomberi di Làbas e Crash avvenuti l’8 agosto scorso a Bologna hanno dettato il clima dell’estate politica peggiore che si ricordi. Poi è arrivato quello di piazza Indipendenza a Roma e la stagione da cupa si è fatta torbida.
A un mese di distanza, sabato prossimo 9 settembre a Bologna, dalle 15 in Piazza XX Settembre, ci si aspetta un corteo convocato per riaprire una spazio sociale aperto alle cittadinanze e cancellato dall’ex caserma Masini nel quartiere di Santo Stefano. «Quella di sabato sarà una straordinaria giornata di democrazia, di gioia e di determinazione – hanno sostenuto gli attivisti ieri in una conferenza stampa – Chi pensa di poter infondere la paura a chi vuole scendere in piazza non ci riuscirà, perché quella piazza sarà accessibile e composta da tutta la complessità e la ricchezza sociale che ha caratterizzato Làbas in questi cinque anni. Auspichiamo di non trovarci in uno scenario militarizzato e di avere la possibilità di attraversare il centro della città». Làbas si augura che la giunta Merola trovi «una soluzione immediata, anche se temporanea» in vista di «una soluzione di più lungo periodo che possa permettere a Làbas di continuare ad esistere».
Un invito rivolto al sindaco Pd Merola che ha pesantemente ironizzato con l’Arci e la Cgil che, insieme undici associazioni della sinistra bolognese, avevano chiesto in una lettera di individuare una nuova casa per Làbas. «Potrebbe aiutare a riaprire il dialogo con quel pezzo di città “ferita” e che ha fortemente dimostrato in queste settimane il senso di ingiustizia vissuto con lo sgombero e con alcuni altri episodi analoghi a cui abbiamo assistito in città, con l’aggravante dal ricorso alla violenza».
Merola ha risposto, provocatoriamente: «Date loro un responsabile legale, aiutateli a trasformarsi in associazione e cominciate a discutere con me di come si pagano le utenze e un po’ di affitto». «Una risposta molto superficiale. Siamo rimasti amareggiati e sconfortati perché dietro quell’appello non c’era solo una proposta concreta su Làbas ma uno sguardo lungo» ha detto Vincenzo Branà, presidente del circolo Arcigay il Cassero.
Dopo i palazzi di via Mario de Maria, è andato a fuoco una ex sede del Laboratorio Crash di via Zanardi 106. «È l’istantanea più fedele della decadenza delle politiche dell’amministrazione» hanno commentato gli attivisti. A sostegno dello spazio sgomberato è possibile sottoscrivere una petizione, già siglata da 250 persone, tra cui Ascanio Celestini, Elio Germano, Stefano Benni, Skiantos e Massimo Zamboni.
FONTE: IL MANIFESTO
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