Memoria. Accade a Cardinale, in provincia di Catanzaro. L’omaggio all’ex leader missino è del titolare dei lavori pubblici, anche segretario del locale circolo democratico
L’Anpi protesta, arriva la condanna del partito regionale e lui si dimette
Catanzaro. Il vecchio camerata catanzarese Natale Giaimo può urlare la sua soddisfazione: «Finalmente è giunto il momento. Onoriamo degnamente uno dei padri nobili della comunità missina». Dal 13 agosto via Giuseppe Umberto Rauti (detto Pino) è nella toponomastica di Cardinale, borgo immerso nei colli che sovrastano Catanzaro, dove l’ex leader Msi nacque nel 1926. Da qui si trasferì a Roma per arruolarsi nel 1943 nella Rsi. Il resto è storia nota.
E domenica a Cardinale per la cerimonia c’erano tutti i Rauti, le figlie Alessandra e Isabella, il nipote emigrato in Toscana Antonio, c’era il sindaco della giunta di centrosinistra Giuseppe Marra (cugino di Rauti). E c’era anche un imbarazzato Umberto Marra, l’assessore ai Lavori Pubblici con delega alla toponomastica che ha la tessera del Pd in tasca, ed è persino segretario del circolo dem. Ha votato a favore della delibera, anzi, ha seguito personalmente la pratica istruita cinque anni orsono su istanza del segretario della sezione Msi, un altro che di cognome fa Marra, Sergio. Divisi, sulla carta e tessera alla mano, dalle idee politiche i Marra si sono trovati poi uniti e d’accordo sull’atto che ha formalizzato l’intitolazione della via. «Una strada vera dopo quella lastricata di sofferenze ma di inossidabile fede che l’ha accompagnato nella sua parabola terrena» ha commentato Francesco Storace sul Giornale d’Italia.
Le polemiche non si sono fatte attendere. A dar battaglia gli antifascisti. Già nei giorni scorsi Anpi, Cgil, Si, Pci, Rifondazione e Mdp avevano contestato la «deprecabile scelta». E anche la segreteria regionale del Pd aveva preso le distanze. «L’intitolazione di una strada a Pino Rauti, per quanto nel suo paese natale, rappresenta un fatto grave da condannare: per la prima volta in Italia si vuole celebrare una figura assolutamente controversa della storia del nostro Paese che nulla ha da condividere con i valori del nostro partito. Ci auguriamo che in tempi rapidi avvenga una chiara presa di distanza altrimenti saremo costretti ad assumere i necessari provvedimenti disciplinari».
Prima che arrivasse la sospensione dal partito, l’assessore dem ha deciso ieri di dimettersi da ogni incarico. «Ho commesso una leggerezza ed è giusto che mi faccia da parte. Sarò sempre un esponente del Pd, a meno che il direttivo regionale non mi spinga ad autosospendermi. Ma anche in questo caso continuerò a votare Pd». I partigiani, che già avevano bloccato l’intitolazione di una strada per Sergio Ramelli a Catanzaro, non si danno per vinti: «Ci opporremo in tutte le sedi anche rivolgendoci al prefetto. Quel che rattrista è constatare la debacle culturale, anche nel Pd, secondo cui l’antifascismo sarebbe un ferrovecchio, una roba superata» rileva Mario Vallone, presidente Anpi. Nel mentre, la Fiamma Tricolore festeggia: «Abbiamo vinto una battaglia che finalmente ha portato ad avere una via intitolata a Rauti».
FONTE: IL MANIFESTO
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