25 aprile. Nonostante l’interessamento del sindaco Beppe Sala, prefettura e questura non hanno vietato la commemorazione fascista che si terrà al cimitero Maggiore nel giorno della Liberazione
MILANO. Beppe Sala, per il suo primo 25 aprile da sindaco di Milano, ha ereditato una piccola grana. Anzi due. Niente di preoccupante, ci sono già passati altri, e se la caverà benissimo anche lui con il suo buon senso indiscutibilmente antifascista. E così passerà anche questo 72esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo, la festa più bella dell’anno. Sempre, nonostante le prevedibili polemiche che ogni anno accompagnano il corteo che come una forza della natura si svolge da Porta Venezia a piazza Duomo. Tutti insieme ma non troppo appassionatamente perché ormai gli antifascisti più o meno militanti che gravitano attorno ai partiti non si sopportano più. Ma il 25 aprile è anche un dovere. Proprio per tutti.
Prima grana. I fascisti, pettoruti e torvi nella postura, sempre alla ricerca di un fazzoletto di terra per esibire saluti romani e revisionismi insopportabili anche solo da vedere nei post del giorno dopo. Anche quest’anno si radunano al cimitero Maggiore, campo 10, in omaggio ai repubblichini lì sepolti (organizzano Casa Pound e Lealtà e Azione). Qualche decina di camicie nere e la copertura mediatica del rituale è garantita.
Gli antifascisti tutti, come sempre, hanno lanciato appelli alle istituzioni per impedire la lugubre messa in scena, ma anche per quest’anno la lezione che ne ricavano è sempre la stessa: non si può pretendere di togliere agibilità anche politica ai fascisti appellandosi solo ai divieti e alle “forze dell’ordine” confidando in chi le governa.
Anche il sindaco Beppe Sala nei giorni scorsi ha fatto il suo dovere cercando lumi in questura e prefettura. La risposta che ha ricevuto è prevedibile come tutto il resto, da qui la dichiarazione non proprio di fuoco rilasciata ieri: “Dal nostro punto di vista credo ci sia la volontà di non permettere una manifestazione all’interno del cimitero, però siamo altrettanto coscienti che non si può vietare l’ingresso, quindi ci affidiamo al buon senso e alla responsabilità, non crediamo che una manifestazione sia necessaria, sappiamo che si raduneranno persone e ci sarà una gestione attenta da parte del prefetto”. Sfileranno tra le tombe, punto.
La seconda grana, invece, viene sempre coperta dai media con grande enfasi e cronache fotocopia degli anni precedenti: il titolo è “contestazione alla brigata ebraica”. C’è sempre stata e ci sarà, appuntamento in piazza San Babila. Quest’anno l’episodio si arricchisce di un particolare inedito: sembra che in piazza ci saranno anche alcuni militanti filo palestinesi che aderiscono alla campagna globale di boicottaggio lanciata dal gruppo Bds contro Israele. Per questo motivo Anpi e Pd, forse enfatizzando un po’ troppo, hanno lanciato un appello per “isolare e restringere ogni tipo di provocazioni e inaccettabili contestazioni”. Appello raccolto dal sindaco, anche lui d’accordo a “difendere” la Brigata ebraica. Di più. Giovedì, in Commissione affari costituzionali alla Camera, verrà formalizzata una proposta di legge per attribuire la Medaglia d’oro al valor militare alla Brigata ebraica (iniziativa dei deputati del Pd Fiano e Quartapelle e di Cicchitto di Ap).
Come sempre, le due “grane” non coinvolgeranno più di tanto le decine e decine di migliaia di milanesi che si ritroveranno in piazza il 25 aprile.
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