Torino. Sempre più paradossale la giurisprudenza contro i No Tav. In un’udienza lampo la procura torinese ottiene la condanna a 8 mesi per violazione degli obblighi di arresti domiciliari
La vicenda giudiziaria di Nicoletta Dosio, docente di greco e latino in pensione e fondatrice del liceo Norberto Rosa di Bussoleno, assume tratti sempre più surreali. Ieri, al termine di un’udienza lampo, è stata condannata a otto mesi per il suo rifiuto di attenersi agli arresti domiciliari.
Al contempo il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino, Armando Spataro, ha fatto ricorso presso il Tribunale della libertà affinché Nicoletta Dosio venga liberata dalle misure cautelari. La ragione di tale richiesta, già prodotta e respinta dieci giorni fa, sarebbe da inquadrarsi, secondo il capo della Procura di Torino, nella pubblicità che Nicoletta Dosio sta facendo con la sua condotta disubbidiente alla lotta Notav.
Nella documentazione volta alla “liberazione” di Nicoletta Dosio si possono leggere anche altri passaggi interessanti: viene infatti riconosciuta l’innocua ritualità della ex professoressa di greco e latino, e la manifesta impossibilità a reiterare i reati di cui è accusata.
Non sarebbe presente, evidentemente, il rischio di fuga, perché è la stessa Dosio che si presenta alle forze dell’ordine durante manifestazioni politiche o culturali in tutta Italia.
Nel testo si evidenzia che Nicoletta Dosio “fa parte di una minoranza illegale”, e si sorvola sul sostegno morale e materiale che riceve quotidianamente da una sedicente maggioranza legale del movimento.
Il Procuratore, in un passaggio vagamente sconsolato, auspica “un gesto di equilibrio che farebbe onore alla Dosio: porre fine alle condotte illecite”, ma nel periodo successivo definisce questa speranza “impensabile”.
«La revoca della misura cautelare in atto, oltre a costruire uno strumento razionale per interrompere la ritualità mediatica finalizzata alle ragioni della propaganda dei “militanti anti Tav” , corrisponderebbe ai parametri previsti dalla legge ed esonererebbe gli organi di polizia giudiziaria da attività impegnative e prove di reale effetto».
Queste le parole firmate dal Procuratore Armando Spataro: tale richiesta è stata respinta seccamente dal giudice Alessandra Pfiffner. Il capo della Procura di Torino ha fatto appello al tribunale della Libertà che si pronuncerà entro dodici giorni.
Intanto Nicoletta Dosio, mentre il Procuratore Spataro tenta una via per uscire dal pantano mediatico, viene condannata a otto mesi, proprio per evasione: si era presentata in tribunale personalmente dove era stata fermata e poi riportata a casa.
“Io continuo ad evadere – commenta Nicoletta Dosio dalla sua osteria di Bussoleno – facciano cosa vogliono. E’ una scelta politica la mia, che apre una profonda contraddizione nella magistratura. Che si credeva forte e pensava di chiudere in casa senza problemi una vecchia signora: un’umiliazione a cui io mi ribello. Il procuratore Spataro in prima persona dice che sono una persona innocua e vuole liberarmi, mente un altro giudice vuole chiudermi in casa. Sono in grande difficoltà perché vogliono disinnescare non me, ma la presenza popolare che mi dà sostegno. La mia resistenza civile è una buccia di banana sotto i loro passi: io sto portando avanti un disegno preciso, destabilizzante della percezione pubblica su cosa è il movimento Notav.”
Valentina Coletta, avvocata di Nicoletta Dosio commenta: “Desta qualche perplessità che la Procura che condanna Nicoletta Dosio sia la stessa che ne richiede la revoca degli arresti domiciliari, ritenendo il gesto del tutto innocuo perché finalizzato non ai controlli quanto piuttosto a palesare una mera protesta. Sarebbe stato più coerente chiederne l’assoluzione, come abbiamo fatto noi”.
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