Ok al piano per l’emergenza abitativa

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Regione Lazio. Approvata la delibera attuativa. I movimenti manifestano sotto la prefettura: «Ora le case»

ROMA «Ora le case». È il messaggio che ieri pomeriggio ha spinto oltre 1000 persone dei Movimenti per il diritto all’abitare a radunarsi sotto gli uffici della Prefettura di Roma, in Piazza Santi Apostoli. I movimenti nei giorni scorsi avevano del resto annunciato che – non appena fosse stata approvata la delibera attuativa del piano per l’emergenza abitativa – avrebbero fatto visita al Prefetto Gabrielli, a cui chiedono ora di fermare «la guerra ai poveri» della città. La deliberà è stata approvata dalla regione Lazio martedì sera. «Ad oltre due anni di distanza dalla pubblicazione della delibera quadro, la Regione ha approvato un atto di grandissima importanza per il presente e il futuro della Capitale», dichiarano i Movimenti, che rivendicano la paternità del risultato («1200 alloggi da realizzare attraverso completamenti, nuove costruzioni, recuperi e autorecuperi, ai quali si aggiungono altri alloggi da acquistare fra l’invenduto») ottenuto grazie alla loro «incessante lotta».

Ma a sentire gli umori della piazza, l’approvazione della delibera è solo un punto di partenza. «Non si tratta di essere contenti o scontenti», spiega Cristiano Armati del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, mentre regge lo striscione «Stronchiamo il mondo di sopra, liberiamo la città». «Sicuramente la proposta politica dal basso ha vinto, ma non possiamo accontentarci: il regolamento attuativo ha margini di incertezza che sembrano riflettere una mancanza di coraggio politico invece necessario in un percorso come questo. Insomma, ’portare a casa le case’ non sarà facile». Il riferimento è a uno dei punti più dibattuti, ovvero quello relativo ai censimenti della popolazione in emergenza abitativa. Secondo i movimenti il testo della delibera lascia alla discrezionalità del Comune di Roma il compito di verificare le situazioni negli stabili occupati attraverso procedure amministrative che potrebbero escludere le famiglie residenti in occupazione dall’assegnazione degli alloggi.

Di tutt’altro avviso Massimiliano Smeriglio, vice-presidente della regione Lazio: «Si tratta di un passo avanti, si torna ad investire risorse economiche importanti sull’abitare, sul diritto alle case popolari, riconoscendo il dramma dell’emergenza e le esperienze virtuose come quelle dell’autorecupero. Bisogna continuare il dialogo con i sindacati e i movimenti, accompagnando velocemente il comune alla fase attuativa». «Difficile dire se gli auspici della Regione saranno confermati – commenta Luca Fagiano – Spiace constatare che la Regione su una questione centrale come quella dei censimenti si sia piegata a una logica che preferisce gestire un problema sociale in termini di ordine pubblico».

Intanto, a ciel sereno irrompe la notizia che nei giorni scorsi proprio a Fagiano e a Paolo Di Vetta – due volti noti dei movimenti romani – è stata notificata la richiesta, da parte della Questura di Roma, della sorveglianza speciale.

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