Dibattendo con Gad Lerner, Segio ha osservato che ‘alla fine noi siamo consegnati al senso comune come il male per eccellenza di questo paese’
Milano, 11 dic. (Adnkronos) – Per gli ex terroristi rossi ‘si vorrebbe la pena del taglione, ma non si ha il coraggio di chiederla apertamente e allora si ricorre all’ergastolo bianco’. Cosi’ l’ex militante di Prima Linea Sergio Segio, presentando questa sera a Milano il suo libro ‘Una vita in Prima linea’, ha rigettato gli inviti al silenzio, che, ha asserito, vengono spesso formulati nei confronti degli ‘ex militanti della Lotta Armata, preferibilmente dissociati e preferibilmente di sinistra. Anche se prendiamo la parola per dire ‘mai piu’ con il fucile’ veniamo invitati a stare zitti’.
Molti ex terroristi rossi, ha proseguito Segio, ‘sono costretti a nascondersi per non perdere il lavoro’, sottoposti, ha sostenuto, ‘ad un linciaggio mediatico estremamente violento’. Secondo Segio, invitando continuamente al silenzio gli ex terroristi rossi, si sarebbero ‘smarrite le proporzioni e il senso della storia. Certo che, dette da me, queste cose possono urtare e lo capisco’.
Dibattendo con Gad Lerner, che rimase in Lotta Continua senza seguire la deriva armata di alcuni ex compagni, Segio ha osservato che ‘alla fine noi siamo consegnati al senso comune come il male per eccellenza di questo paese, come se a un certo punto migliaia di persone assetate di sangue abbiano iniziato a sparare’.
Segio ha spiegato di aver scritto il libro, ‘senza alcuna ansia giustificazionista, per raccontare come e’ iniziata la storia delle armi’. Secondo l’ex di Prima Linea e’ una ‘interpretazione volgare’ spiegare il fenomeno del terrorismo in chiave psicopatologica come hanno fatto alcuni commentatori. ‘Sono stato impietoso con me stesso nel riconoscere i nostri errori -ha concluso- ma se non si fanno i conti con quella cultura non si esce dal Novecento’.
(Tog/Gs/Adnkronos) 11-DIC-06 20:51
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