Expo2015. Negati gli accrediti stampa a Andrea Cegna e Alberto «Abo» Di Monte, collaboratori di Radio Onda d’Urto
Andrea Cegna e Alberto «Abo» Di Monte, esponenti del movimento NoExpo e corrispondenti di Radio Onda d’Urto, ieri si sono visti negare il pass «stampa» per accedere al sito del «grande evento»dalla Questura di Milano.
Dopo quattro mesi di mancate risposte, richieste eluse e negate, nuova documentazione richiesta il 13 settembre da Expo era finalmente arrivato il tanto sospirato assenso per gli accrediti, necessari per raccontare dall’interno, con un punto di vista critico, la kermesse milanese. Cegna e Di Monte si sono presentati ieri al Centro Accrediti di Expo e hanno appreso che i loro pass non erano «stampabili». In un comunicato di Radio Onda d’Urto è stato riportato il testo di una mail, ricevuta dal centro per gli accrediti, da cui risulta la disponibilità del pass da ritirare dalle 9 alle 21 e la possibilità di rinnovarlo per 7 giorni e per un massimo di tre volte.
«Questa è #expo2015 arriva conferma di pass — ha scritto Cegna su twitter. Vengo a ritarlo e dicono “No”. La questura l’ha negato. Non posso lavorare».«Dopo 4 mesi di attesa arriva l’ok da #Expo2015 per il mio Pass, arriviamo in ufficio accrediti: negato dalla questura» ha ribadito Di Monte sempre su twitter .«L’accredito non è stato rifiutato dai colleghi — ha precisato l’ufficio stampa di Expo ai microfoni di Radio Onda d’Urto — è stato rifiutato dalle autorità autorità di sicurezza». «Dalla Questura?» è stato chiesto. «Sì» è stata la conferma.
«Non va assolutamente bene — ha commentato su Facebook il capogruppo di Sel al Comune di Milano, Mirko Mazzali — Non è che ad Expo possono entrare solo quelli che sono d’accordo, si tratta di tutta evidenza di una forma di censura preventiva, sono convinto che dopo una attenta riflessione si darà il permesso anche a chi critica Expo». «Vicenda squallida e stratosferica» ha detto Antonio Lareno, delegato Cgil per Expo. Nonostante Expo e la prefettura di Milano, quello che è accaduto contraddice l’impegno a rivedere il filtro di polizia che ha controllato 70 mila aspiranti lavoratori o richiedenti pass, allontanando 700 lavoratori già assunti. «A Expo — continua Lareno — è stato sperimentato un controllo di polizia illegale e incostituzionale in maniera estesa». La vicenda di ieri conferma che il grande evento è ancora considerato «un sito sensibile con criteri di sicurezza segreti», così lo ha definito il viceministro degli Interni Bubbico (Pd).
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