Ddl Renzi-Giannini-Pd. Da Milano a Bari, un paese in ebollizione contro la riforma della scuola. Oggi nuovo sit in di protesta a Montecitorio
Da Milano a Bari, passando dallo «speakers’ corner» in piazza Montecitorio a Roma. Nelle ore frenetiche dell’approvazione del Ddl scuola alla Camera un intero paese è in ebollizione. A Bari diverse centinaia di insegnanti e personale scolastico hanno aderito al flash mob indetto dai sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Gilda Unams. Hanno manifestato sventolando libri e coprendosi la bocca con un bavaglio o un foulard. Segno che ai docenti questo governo ha tolto la parola. Un sit-in unitario si è svolto in piazza Prefettura, mentre una delegazione composta dai segretari provinciali dei sindacati ha incontrato il sindaco del capoluogo pugliese Antonio Decaro e il viceprefetto vicario Biagio De Girolamo.
A Milano un altro flash mob, molto coreografico, durante il quale i manifestanti hanno aperto decine di ombrelli colorati e cartelli: «Non farti piovere addosso la buona scuola, apri anche tu l’ombrello» c’era scritto. I docenti hanno calzato nasi rossi da clown e aperto lo striscione «La buona scuola fa ridere» e «Una risata vi seppellirà». «Il parlamento è lontano anni luce dalla realtà della scuola, e continua a grande velocità a approvare norme. La Camera darà il voto finale, ma noi andremo avanti a lottare». I rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dal Prefetto di Milano Francesco Tronca. Un corteo ha sfilato verso piazza della Scala. L’usb ha realizzato un altro flash mob, protagonisti Don Chisciotte e Sancho Panza. Interpretati da un docente e un sindacalista, i due personaggi di Cervantes sono arrivati in sella a due asinelli e gireranno tra le «mulattiere» di Milano per spiegare ai cittadini «come il governo Renzi intende distruggere la scuola pubblica».
A Roma il tradizionale angolo di piazza Montecitorio ieri era stracolmo . Dopo le 16 un migliaio di docenti, personale scolastico e studenti lo hanno riempito. Il colpo d’occhio era insolito. C’erano praticamente tutte le bandiere dei sindacati della scuola, di solito divisi e tra loro concorrenti. Grande è la determinazione a proseguire una mobilitazione che cresce man mano che il governo velocizza i tempi della discussione parlamentare. L’appuntamento è oggi alle nove nella stessa piazza. Le maggiori sigle sindacali, in maniera unitaria, hanno indetto un’assemblea di tre ore in tutta la provincia di Roma. I sindacalisti prevedono una discreta affluenza. Ieri alla protesta vivace come gli slogan («Viva la buona scuola, abbasso la brutta riforma di Renzi») si sono uniti anche i parlamentari dei Cinque Stelle, di Sinistra Ecologia e Libertà e di chi nel Pd non condivide ormai la riforma di Renzi. Forte anche la presenza degli studenti che, con l’Uds non esclude l’adesione ad una manifestazione nazionale all’inizio di giugno, probabilmente sabato 6, mentre i Cobas di Bernocchi propongono domenica 7, in corrispondenza dell’approdo del Ddl in aula al Senato. Sul tavolo c’è anche lo sciopero degli scrutini. Una realtà ormai per i Cobas e l’Unicobas che lo hanno indetto, su base regionale, dall’8 al 18 giugno.
Un’eventualità non esclusa da Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil ieri a Montecitorio. Nel suo intervento Bernocchi ha incalzato i sindacati maggiori a procedere verso una protesta «legittima». In mancanza di aperture ormai imprevedibili da parte del governo, la Flc-Cgil indirà lo sciopero. Anche la Gilda è disponibile. Oggi sono previsti gli esecutivi nazionali dei sindacati, ha spiegato il responsabile della Uil Scuola Lazio, Saverio Pantuso e si deciderà quali azioni mettere in atto.
0 comments