Blockupy. Decine di migliaia alla manifestazione di Francoforte contro l’inaugurazione della nuova sede della Bce. Scontri con la polizia, fermati e poi rilasciati decine di attivisti italiani
Forse perché i diciannove selezionatissimi ospiti sono stati costretti a raggiungere la cerimonia inaugurale della Eurotower solo grazie all’elicottero, Mario Draghi ha dedicato il cuore del suo discorso ai «molti che stanno protestando qui fuori. Pensate che questa Europa stia facendo troppo poco. E chiedete un’Europa più integrata con una maggiore solidarietà finanziaria tra i diversi Paesi». Al contrario dei populisti, ha aggiunto il presidente della Banca Centrale, che credono che l’Europa «stia facendo troppo». Entrambi esprimono una radicale e comprensibile «domanda di cambiamento». E ha così difeso il ruolo della Bce, che avrebbe funzionato da «cuscinetto» evitando che la crisi avesse effetti peggiori.
Non sono mancate in mattinata alcune provocazioni, come il tentativo di procedere al fermo di 250 attivisti italiani, in maggioranza del «rainbowbloc» dei Centri sociali, circondati in una strada laterale dalla polizia. Qui la resistenza passiva degli assediati, insieme all’arrivo di un migliaio di manifestanti solidali e all’intervento dei parlamentari di Sel Fratoianni e Zaccagnini e di Eleonora Forenza della lista Tsipras, ha ottenuto che la polizia tedesca rilasciasse tutti dopo una sommaria identificazione.La lunga giornata di Blockupy Francoforte era iniziata molto presto: verso le 5 i manifestanti arrivati con pullman e treni da tutta la Germania e da una decina di diversi Paesi europei hanno iniziato a raggiungere le strade di accesso alla nuova Eurotower. Nonostante il massiccio dispositivo di sicurezza e diverse cariche con idranti, la sede Bce è stata cinta d’assedio per tutta la durata dell’inaugurazione. Decine di improvvisate barricate, alcune delle quali date alle fiamme, hanno reso più efficaci i blocchi. Mentre sull’incendio di alcune auto della polizia, che tanto hanno eccitato i media italiani, restano a commento le lapidarie parole rivolte ai banchieri da Naomi Klein: «i veri vandali, i devastatori siete voi, voi non bruciate le auto, ma state bruciando l’intero pianeta!».
Un pensiero convergente con la soddisfazione espressa, al termine di un corteo che ha visto oltre trentamila persone invadere le strade del centro commerciale e finanziario di Francoforte, dagli attivisti della Interventionistische Linke, la rete di movimento tra i protagonisti della costruzione del percorso di Blockupy. «Oggi possiamo dire – insiste Mario Neumann – che la crisi è arrivata anche in Germania, nel cuore della bestia. Sia perché sono cresciuti anche qui fenomeni di impoverimento e precarizzazione di massa, sia perché oggi nelle strade di Francoforte si è espressa con forza la rabbia di tutta Europa. E la domanda di un cambiamento radicale, condiviso da tanti e diversi, fa sì che la paura per una volta non sia solo dalla parte degli indebitati, ma anche da quella delle élite».A partire dalle 14 a migliaia si sono ritrovati nella centralissima Römerplatz per due ore di comizi, che hanno dato voce alle tante anime della coalizione Blockupy: oltre all’applauditissimo intervento della Klein, hanno preso la parola tra gli altri la co-portavoce di «Die Linke» Sahra Wagenknecht, Giorgios Chondros del comitato centrale di Syriza, Miguel Urban di Podemos, Nasim Lomani della rete greca di solidarietà Dyktio, attivisti di movimento tedeschi, italiani e francesi e diversi sindacalisti tra cui Valentina Orazzini della Fiom, Jochen Nagel del sindacato tedesco degli insegnati Gew e un esponente dell’organizzazione dei metalmeccanici che, in mattinata, aveva sfilato insieme alla confederazione Dgb in una marcia di quattromila tra delegati e lavoratori.
Proprio ad Hans-Jürgen Urban della segreteria della IG Metall abbiamo chiesto di spiegarci il senso della loro inusuale parteciapazione. «A differenza di gran parte dell’opinione pubblica tedesca – ha affermato – noi pensiamo che il cambiamento della Grecia non rappresenti una minaccia, ma un’opportunità per ripensare a fondo le politiche economiche e sociali dell’Unione e dei Paesi più forti. Per questo chiediamo a Merkel di negoziare sul serio con Atene, e ai vertici della Bce di non tenere comportamenti discriminatori nei confronti della Grecia. Il tanto deplorato ma non ancora superato deficit democratico a livello europeo non può essere aggravato da un’ulteriore limitazione della democrazia negli stati membri, come accadrebbe se continuasse questo ricatto – prosegue Urban – senza dimenticare che le politiche di austerity hanno iniziato a penalizzare anche l’economia manifatturiera tedesca: se continuiamo a strangolare i consumatori del Mediterraneo, lo vogliamo dire ai padroni e al governo di Grosse Koalition, chi comprerà più le auto prodotte a Wolfsburg?» Insomma, conclude l’esponente dei metalmeccanici «il cambiamento in Grecia è una grande occasione per rifondare dal basso un’Europa sociale e democratica. E questo è nell’interesse degli operai tedeschi per primi».
Certo è che, nell’anniversario della Comune di Parigi, la primavera d’Europa a Francoforte è arrivata con tre giorni di anticipo.
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