Bre­scia, cariche contro i migranti

Diritti. I manifestanti chiedevano il riconoscimento del permesso di soggiorno

Ci sono voluti quat­tro giorni di repres­sione con cari­che, arre­sti, fermi ed espul­sioni di migranti per otte­nere la pos­si­bi­lità di mani­fe­stare a Bre­scia e in piazza Log­gia. Que­sta città ha vis­suto un clima di repres­sione e mili­ta­riz­za­zione del cen­tro cit­ta­dino e della sua piazza sim­bolo, fino a ieri tran­sen­nata e occu­pata dalla poli­zia. Tutto que­sto a causa della volontà di impe­dire ai migranti e alle asso­cia­zioni che li sosten­gono di mani­fe­stare per il per­messo di sog­giorno e con­tro il risul­tato della sana­to­ria 2012, che a Bre­scia ha pro­dotto un numero di rigetti che non si sono regi­strati in nes­suna altra città ita­liana. Qui la pre­fet­tura ha respinto quasi l’80% delle oltre 5.000 domande inol­trate, ribal­tando in pra­tica le sta­ti­sti­che nazio­nali dove invece l’80% dei richie­denti ha otte­nuto il per­messo. Una situa­zione che obbliga quindi migliaia di immi­grati, che spesso vivono da anni in città, a lavo­rare senza un con­tratto di lavoro e di affitto, senza la resi­denza, l’iscrizione al ser­vi­zio sani­ta­rio e rischiando in ogni istante l’espulsione. Da qui la rab­bia di chi si è sen­tito vit­tima di una pro­pria truffa: alle migliaia di euro spesi per la rego­la­riz­za­zione si aggiun­gono adesso anche quelli per ricor­rere al Tar locale, ingol­fato pro­prio dai ricorsi. Una ingiu­sti­zia che ha visto diverse realtà che da anni lot­tano a fianco dei migranti, come l’Associazione Diritti per Tutti, l’ufficio immi­grati della Cgil, la comu­nità sene­ga­lese di Bre­scia e l’associazione isla­mica Muham­ma­diah, scen­dere in piazza per mani­fe­stare e chie­dere che si rive­des­sero tutte le pra­ti­che riget­tate ille­git­ti­ma­mente.

La rispo­sta però è stata quella di por­tare il livello del con­fronto sul ter­reno dell’ordine pub­blico: vie­tare la par­tenza da Piazza della Log­gia per la mani­fe­sta­zione di sabato scorso, blin­dando la piazza ed effet­tuando cari­che prima e durante il cor­teo, sgom­be­rare dome­nica di prima mat­tina il pre­si­dio che aveva pas­sato la notte in piazza Vit­to­ria, rea­liz­zando diversi fermi che si sono tra­dotti per 3 migranti nella deten­zione in un Cie e per un quarto il rim­pa­trio for­zoso; migranti e anti­raz­zi­sti però non demor­dono e lunedì deci­dono di tor­nare a pre­si­diare la piazza, ma ad atten­derli però ancora una volta la poli­zia in assetto anti­som­mossa, che ha cari­cato per l’ennesima volta il pre­si­dio sul nascere ed effet­tuando anche in que­sto caso 4 fermi, un arre­sto e pro­vo­cando 4 feriti tra i mani­fe­stanti. Il tutto ordi­nato dal respon­sa­bile di piazza della que­stura, Dome­nico Fari­nacci.
«Siamo in una città gover­nata dalla poli­zia e in stato d’eccezione» ha denun­ciato a più riprese Diritti per tutti, al quale si è aggiunge il com­mento della Camera del Lavoro di Bre­scia, che per bocca del segre­ta­rio gene­rale Damiano Gal­letti defi­ni­sce la situa­zione «inac­cet­ta­bile» e chiede che si torni al dia­logo. Ampia la soli­da­rietà rice­vuta da tutta Ita­lia: atte­stati di vici­nanza sono giunti da diverse città, tra le quali Bolo­gna (dove ieri si è tenuto anche un pre­si­dio nel pome­rig­gio), pas­sando per la Valle di Susa per scen­dere fino a Napoli. men­tre ieri il sena­tore bre­sciano del M5S Vito Crimi ha chie­sto al governo di spie­gare il per­ché di que­sta assurda gestione dell’ordine pub­blico. Forte della soli­da­rietà e di una sem­pre mag­giore par­te­ci­pa­zione, la lotta quindi non si è certo arre­stata, anzi: ieri si è tor­nati a mani­fe­stare nel tardo pome­rig­gio e al grido di «Bre­scia libera» cen­ti­naia di per­sone hanno ricon­qui­stato prima piazza Log­gia e poi la libertà di mani­fe­stare, muo­ven­dosi in cor­teo per le vie del cen­tro. Tor­nati in pre­si­dio in piazza della Log­gia si sono sus­se­guiti gli inter­venti per chie­dere l’apertura di un tavolo di trat­ta­tive sui rigetti e si è denun­ciata, attra­verso la ripro­du­zione su grandi car­telli delle foto­gra­fie e la pro­ie­zione dei video, la repres­sione e la sospen­sione dei diritti dei giorni pre­ce­denti. In mat­ti­nata si era tenuto, tra l’altro, un incon­tro tra migranti e asso­cia­zioni di soli­dali con il sin­daco del Pd Emi­lio Del Bono, che dopo tre giorni di lati­tanza e dele­ghe agli altri com­po­nenti della giunta, ha dichia­rato di rite­nere legit­time le moti­va­zioni della pro­te­sta, ma ha anche ammesso allo stesso tempo di avere soste­nuto l’inopportunità di mani­fe­stare nella cen­trale piazza cit­ta­dina. Il movi­mento di lotta però resi­ste e rilan­cia: per sabato 28 marzo è pre­vi­sta una nuova grande mani­fe­sta­zione che unirà le richie­ste spe­ci­fi­che dei migranti e degli anti­raz­zi­sti a quelle di tutti i bre­sciani di poter mani­fe­stare libe­ra­mente in città e nella sua piazza sim­bolo, quella ferita dalla strage fasci­sta e di stato del 28 mag­gio 1974.
* Radio Onda d’urto

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