In piazza per caso
Tonbul era a Istanbul per un concerto e per curiosità andò a Gezy Park proprio mentre la polizia si apprestava a una delle tante cariche per disperdere i manifestanti, provando a disperdere la folla con lacrimogeni e idranti (con aggiunta di liquido urticante al peperoncino).
Colpito dal candelotto il cranio si fracassò e i dottori dovettero asportargliene una larga porzione per salvargli la vita. Il suo cuore si fermò alcune volte durante l’intervento e dopo rimase in come per settimane. Oggi continua a soffrire di perdita di memoria, crisi di panico e difficoltà ad articolare le parole.
Nei mesi delle proteste si contarono almeno 20 morti e migliaia di feriti. Tra le vittime, come Tonbul perché colpito da un candelotto lacrimogeno alla testa, il 15enne Berkin Elvan. Berkin morì l’11 marzo di quest’anno dopo 269 giorni in coma, per le ferite riportate. È diventato un simbolo della resistenza in difesa di Gezy Park, una delle poche aree verdi di Instabul e nella quale la municipalità, sostenuta a spada tratta da Erdogan, voleva realizzare un centro commerciale in stile ottomano. Erdogan, che nonostante l’eco mondiale della brutale repressione dei manifestanti, vinse prima le elezioni amministrative del 30 marzo e poi le presidenziali del 10 agosto.
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