Angelo Mai Altrove, presidio e assemblea © Dinamopress

Diritti. Per gli attivisti «l'amministrazione è sotto scacco, non hanno nessun potere sulla situazione, non c'è nessuna formula risolutiva, ma noi ci riprenderemo lo spazio, nonostante le accuse siano ridicole ma purtroppo pesanti». Il comitato popolare di lotta per la casa respinge le gravi accuse della magistratura e ricostruisce i fatti
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Angelo Mai Altrove: «Chi governa Roma, la Procura o Ignazio Marino?»

Angelo Mai Altrove, presidio e assemblea © Dinamopress

Diritti. Per gli attivisti «l’amministrazione è sotto scacco, non hanno nessun potere sulla situazione, non c’è nessuna formula risolutiva, ma noi ci riprenderemo lo spazio, nonostante le accuse siano ridicole ma purtroppo pesanti». Il comitato popolare di lotta per la casa respinge le gravi accuse della magistratura e ricostruisce i fatti

Angelo Mai Altrove, presidio e assemblea © Dinamopress

Diritti. Per gli attivisti «l’amministrazione è sotto scacco, non hanno nessun potere sulla situazione, non c’è nessuna formula risolutiva, ma noi ci riprenderemo lo spazio, nonostante le accuse siano ridicole ma purtroppo pesanti». Il comitato popolare di lotta per la casa respinge le gravi accuse della magistratura e ricostruisce i fatti

«Chi governa Roma, la Pro­cura o il sin­daco Marino?». L’interrogativo, osses­sivo, cir­co­lava ieri al pre­si­dio orga­niz­zato dagli atti­vi­sti dell’Angelo Mai Altrove nel parco di San Seba­stiano alle Terme di Cara­calla per pro­te­stare con­tro il seque­stro ordi­nato dalla pro­cura di Roma.

Il dub­bio è stato raf­for­zato mer­co­ledì, il giorno dello sgom­bero delle occu­pa­zioni del comi­tato popo­lare di lotta della casa nel quar­tiere di Cen­to­celle e in zona Ana­gnina, quando Igna­zio Marino e il suo vice Luigi Nieri hanno ammesso di non «essere stati infor­mati» dalla que­stura sull’operazione di poli­zia in corso per reati molto gravi: estor­sione, asso­cia­zione a delin­quere, vio­lenze private.

Marino e Nieri hanno otte­nuto la sospen­sione degli sgom­beri già mer­co­ledì sera, visto che la for­za­tura ha creato un’emergenza uma­ni­ta­ria per cen­ti­naia di per­sone messe in strada senza un tetto. L’Angelo Mai, invece, resta sotto seque­stro. Rien­trato nell’indagine par­tita da una denun­cia di un nucleo fami­liare con­tro il comi­tato di lotta popo­lare la cui por­ta­voce Pina Vitale lavora nella sua oste­ria e fa parte del col­let­tivo di gestione, il seque­stro dell’Angelo e le accuse di «soda­li­zio cri­mi­nale» mosse con­tro i suoi atti­vi­sti ha pro­vo­cato un’insurrezione nell’opinione pubblica.

Una rea­zione che ha spinto il Cam­pi­do­glio a chie­dere il suo «imme­diato dis­se­que­stro» visto che, anche al vice-sindaco Nieri sfugge l’intreccio tra i reati ipo­tiz­zati dalla pro­cura e le atti­vità dell’Angelo Mai: «Se sono stati indi­vi­duati dei reati — ha detto — c’è una respon­sa­bi­lità indi­vi­duale». La richie­sta di dis­se­que­stro è stata affi­data all’avvocatura comu­nale, seguendo il per­corso di rito. Marino ieri ha riba­dito di volersi atte­nere «al per­corso che la magi­stra­tura intende indicare».

Una solu­zione che non sod­di­sfa gli atti­vi­sti che cri­ti­cano la vio­lenza a loro avviso infon­data dell’operazione giu­di­zia­ria e il Cam­pi­do­glio per­ché è «sotto scacco della pro­cura». Seb­bene abbia inviato un segnale, «Marino dimo­stra di avere le mani legate davanti a que­sto teo­rema». «Le dichia­ra­zioni pre­oc­cu­pate non bastano — riba­di­scono gli atti­vi­sti — ma dimo­strano l’incapacità di que­sta ammi­ni­stra­zione a gover­nare la città».

Al pre­si­dio, dove ieri è stata orga­niz­zata una mara­tona musi­cale che ha rice­vuto la soli­da­rietà di molti arti­sti (tra cui Daniele Sil­ve­stri), gli atti­vi­sti hanno letto la rico­stru­zione dei fatti com­piuta dal comi­tato popo­lare sog­getto al lin­ciag­gio dei quo­ti­diani locali.

«Non con­tenta di lucrare sull’esistenza di per­sone che vivono sulla loro pelle l’emergenza abi­ta­tiva per la quale le isti­tu­zioni nulla hanno fatto in tanti anni, l’informazione con­ti­nua a deni­grare anni di lotta con noti­zie false e calunnie».

«Sono state inol­tre respinte le accuse di estor­sione e riba­dite le ragioni di un «fondo cassa comune».

Occu­panti e comi­tato popo­lare di lotta per la casa hanno sta­bi­lito insieme delle regole di con­vi­venza e di gestione del posto, i cui punti fon­da­men­tali sono: non è tol­le­rata alcuna forma di vio­lenza fisica e psi­co­lo­gica; né atti discri­mi­na­tori, raz­zi­sti, fasci­sti ed omo­fobi. Le deci­sioni ven­gono prese in maniera col­let­tiva e oriz­zon­tale all’interno dell’assemblea degli occu­panti; Un chia­ri­mento sulla que­stione delle quote: la quota del comi­tato ammon­tava ini­zial­mente a 10 euro per cia­scun nucleo fami­liare. Da quando si è posta la neces­sità di fare dei lavori di miglio­ria delle strut­ture in Via delle Aca­cie, è stata l’assemblea stessa a deci­dere di aumen­tare la quota fino ad arri­vare a 100 euro men­sili per nucleo fami­liare, in modo tale da poter coprire le spese rela­tive all’acquisto dei mate­riali (la mano­do­pera è a gestione stessa degli occu­panti come in ogni comu­nità autogestita)».

Anche le accuse fan­ta­siose sull’arricchimento di alcuni atti­vi­sti ai danni degli occu­panti sono state smon­tate. Le rico­stru­zioni che hanno spo­po­lato sui quo­ti­diani romani negli ultimi giorni ven­gono defi­nite «fal­sità» dal Comitato:

«Le “famose” piscine pri­vate di Pina [Vitale] sono, in realtà, le piscine gon­fia­bili com­prate per i bam­bini che vivono nelle due occu­pa­zioni, e all’Angelo Mai, per il periodo estivo, data l’impossibilità eco­no­mica delle fami­glie di garan­tire loro momenti di svago presso cen­tri estivi o loca­lità bal­neari. Le piscine sono state acqui­state, anch’esse, con le quote ver­sate nel fondo cassa comune del Comi­tato; atti­vità ludi­che per i bam­bini, come il tea­tro, il circo, le sfi­late di car­ne­vale, visite a par­chi, veni­vano orga­niz­zate dal comi­tato in col­la­bo­ra­zione con gli arti­sti Dell’Angelo Mai. Non accet­tiamo che que­ste noti­zie false pas­sino sottogamba».

Quanto all’allontamento di occu­panti dalle strut­ture oggetto dell’indagine

«sono stati con­se­quen­ziali ad epi­sodi di vio­lenza dome­stica per­pe­trata da uomini sulle loro mogli, in pre­senza dei figli. Oppure nel caso di un occu­pante che non accet­tava di con­di­vi­dere gli spazi e il lavoro con una cop­pia omo­ses­suale. Dina­mi­che que­ste che, come già ricor­dato, sono asso­lu­ta­mente con­tra­rie alle regole che il Comi­tato stesso si è dato»

Il comi­tato denun­cia l’attacco in corso con­tro il «diritto all’abitare» e con­tro chi ha deciso di negarlo. Anche in que­sto caso viene cri­ti­cata la debo­lezza poli­tica della giunta e la sua «sfa­sa­tura» con la magistratura.

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