Parte il fronte Tsipras, niente ex nella lista

Italia/Sinistre. Venerdì a Roma, al Teatro Valle Occupato, l’evento con il leader greco. Massima apertura, a caccia di grillini, ma resta il nodo Gue. Barbara Spinelli: oltre la sinistra, puntiamo a ciò che ci unisce

Italia/Sinistre. Venerdì a Roma, al Teatro Valle Occupato, l’evento con il leader greco. Massima apertura, a caccia di grillini, ma resta il nodo Gue. Barbara Spinelli: oltre la sinistra, puntiamo a ciò che ci unisce

Quella delle euro­pee sarà la volta in cui le para­tie interne della fran­tu­mata sini­stra ita­liana ver­ranno giù? Il ten­ta­tivo c’è. E la cau­tela con cui cia­scun attore si muove — sta­volta — potrebbe man­dare in sof­fitta, per una volta, la vec­chia sto­ria delle divi­sioni a favore di una lista in soste­gno di Ale­xis Tsi­pras, lea­der della greca Syriza, can­di­dato della sini­stra alla pre­si­denza della com­mis­sione Ue. Incro­ciare le dita è obbligo, visti i pre­ce­denti ita­liani. Eppure sta­volta, ha spie­gato ieri alla con­fe­renza di lan­cio il socio­logo Marco Revelli, «il comi­tato di soste­gno è aperto a tutte le per­sone, le realtà e le orga­niz­za­zioni, nes­suna esclusa, che si rico­no­scono nella pro­po­sta del lea­der greco».

E Bar­bara Spi­nelli: «La Gre­cia è stata il labo­ra­to­rio, Atene la cavia. Per que­sto oggi, per molti ita­liani» — 15mila finora i fir­ma­tari dell’appello, da Gustavo Zagre­bel­sky a Michele Serra, da padre Arturo Paoli a Carlo Frec­cero a Adriano Pro­speri, Nadia Urbi­nati, Luciano Can­fora, Mas­simo Car­lotto, Angelo d’Orsi, ma la lista è lunga e vario­pinta — «schie­rarsi con Tsi­pras è dire sì a chi vuole cam­biar e l’Europa in modo radi­cale, ma stan­doci den­tro». È l’editorialista di Repub­blica a spie­gare que­sto ten­ta­tivo «rivo­lu­zio­na­rio» ispi­rato ai prin­cipi del Mani­fe­sto di Ven­to­tene del padre Altiero, «scritto in mezzo alla guerra. Ma oggi noi siamo in una situa­zione simile: la crisi è una guerra».

Baste­rebbe que­sta pre­messa, e que­sta madrina che insi­ste: «Quello che ci divide lo met­tiamo da parte e ci con­cen­triamo su quello che ci uni­sce». Tsi­pras venerdì sarà a Roma per la prima tappa ita­liana di una cam­pa­gna verso le euro­pee di mag­gio ma anche le ammi­ni­stra­tive gre­che dove Syriza rischia di diven­tare primo par­tito e di ribal­tare le lar­ghe intese che piac­ciono alla Troika. La lista ita­liana prova a ten­tare i gril­lini e aprirsi uno spa­zio «fra i vio­lenti anti­eu­ro­pei­sti e gli euro­pei­sti con­tenti e con­ci­lianti» (Revelli). L’altro cimento è quello di rom­pere con le beghe della sini­stra, con le «logo­ranti nego­zia­zioni che hanno segnato mor­tal­mente le espe­rienze del pas­sato» — allu­sione alle poli­ti­che del 2013 — «per­ché se ha una pos­si­bi­lità è che venga fatta pro­pria dalle reti e dalle strut­ture della cit­ta­di­nanza, anche dei par­titi» (ancora Revelli) a patto che fac­ciano un passo indie­tro per farne alcuni avanti. «Lista di cit­ta­di­nanza», e non della «società civile», ambi­gua defi­ni­zione, sot­to­li­nea l’economista Guido Viale, «né dei pro­fes­sori. Qui di pro­fes­sori ce n’è pochi. Siamo tutti impe­gnati nel sociale».

I paletti per can­di­darsi — ser­vono 150mila firme, 3mila in ogni regione Valle d’Aosta com­presa — sono pochi e chiari: ade­rire al pro­gramma anti-austerity di Tsi­pras; non aver rico­perto ruoli elet­tivi nazio­nali o regio­nali negli ultimi dieci anni (quindi fuori i lea­der di par­tito, den­tro gli ammi­ni­stra­tori); noto­rietà e inter­nità nelle atti­vità sociali dei ter­ri­tori; nes­suna lot­tiz­za­zione poli­tica o ban­die­rina iden­ti­ta­ria. A farsi garanti «del carat­tere uni­ta­rio e apar­ti­tico» della lista saranno i sei primi fir­ma­tari (Spi­nelli, Camil­leri, Revelli, Viale, Flo­res D’Arcais, Gal­lino). Per que­sto non si can­di­de­ranno; anche se il pres­sing sulla can­di­da­tura di Spi­nelli è forte. Pros­simo son­dag­gio online per nome e logo.

C’è ancora un punto deli­cato ed è la col­lo­ca­zione euro­pea degli even­tuali eletti. Per Viale «andranno nel Gue». Ma la ver­sione di Spi­nelli è che «soster­ranno Tsi­pras con­tro le lar­ghe intese europee».

Che è una for­mula più pota­bile per Sel, che a con­gresso ha inca­ri­cato un «gruppo di con­tatto» di veri­fi­care le con­di­zioni per ade­rire. Ieri un incon­tro ha pro­dotto una prima fumata bianca: «Rico­no­sciamo il ruolo svolto dai garanti, non abbiamo il pro­blema della visi­bi­lità di par­tito, né dei nostri can­di­dati», spiega Nicola Fra­to­ianni, amba­scia­tore ven­do­liano con Fabio Mussi e Ceci­lia D’Elia. Tra­dotto: Nichi Ven­dola resterà in Puglia. «Abbiamo chie­sto che il comi­tato ope­ra­tivo si allar­ghi al mas­simo alle reti sociali ed alle espe­rienze ter­ri­to­riali». Quanto alle fami­glie euro­pee «per noi tutte sono insuf­fi­cienti, non obbli­ghe­remo nes­suno ad ade­rire a un gruppo o a un altro». Ma la deci­sione uffi­ciale di Sel arri­verà dall’assemblea del 15 febbraio.

Arriva subito invece il sì del Prc di Paolo Fer­rero — anche lui non cor­rerà — «sì a una lista che si opponga alle poli­ti­che neo­li­be­ri­ste, ma il punto sono sem­pre ad allar­gare i pro­cessi di par­te­ci­pa­zione. Siamo già in ritardo». Quanto all’adesione al Gue, «dia­lo­ghiamo con tutti, ma serve chia­rezza. Chi sostiene Tsi­pras non può soste­nere Schulz che a sua volta è soste­nuto da Mer­kel».
Ora la parola passa a Tsi­pras. Venerdì farà un giro di incon­tri (vedrà anche Ven­dola, Fer­rero e Laura Bol­drini). In serata, even­tone al Tea­tro Valle Occu­pato. E il giorno dopo spie­gherà la lista aperta ita­liana all’esecutivo del Gue riu­nito a Roma, dove par­lerà di fronte ai lea­der delle sini­stre radi­cali di tutta Europa.

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