Nel nome di don Gallo, per cambiare rotta

«È tempo che in Ita­lia il dibat­tito sulle poli­ti­che sulle dro­ghe riparta, e que­sta volta ispi­rato alle linee guida euro­pee e libero da ten­sioni mora­li­ste o ideo­lo­gi­che». Così Itardd, la Rete ita­liana di Ridu­zione del Danno, nata nel 2011 e oggi ani­mata da 200 tra ope­ra­tori e con­su­ma­tori e 35 asso­cia­zioni, lan­cia con una Let­tera aperta alla poli­tica ita­liana una cam­pa­gna per inver­tire deci­sa­mente la rotta in mate­ria di dro­ghe.

«È tempo che in Ita­lia il dibat­tito sulle poli­ti­che sulle dro­ghe riparta, e que­sta volta ispi­rato alle linee guida euro­pee e libero da ten­sioni mora­li­ste o ideo­lo­gi­che». Così Itardd, la Rete ita­liana di Ridu­zione del Danno, nata nel 2011 e oggi ani­mata da 200 tra ope­ra­tori e con­su­ma­tori e 35 asso­cia­zioni, lan­cia con una Let­tera aperta alla poli­tica ita­liana una cam­pa­gna per inver­tire deci­sa­mente la rotta in mate­ria di dro­ghe.

Men­tre la Corte Costi­tu­zio­nale esa­mi­nava la legge Fini– Gio­va­nardi, Itardd ha deciso e lan­ciato il suo appello; oggi che la legge è stata abro­gata, la richie­sta di un segno di discon­ti­nuità appare anche più forte, neces­sa­ria e coe­rente. Una discon­ti­nuità che né tec­nici né lar­ghe intese hanno ad oggi voluto deci­dere, in un vuoto dram­ma­tico di respon­sa­bi­lità e di cecità di fronte ai risul­tati degli ultimi otto anni. E pro­prio da que­sti risul­tati Itardd parte per chie­dere di cam­biare rotta: car­ceri popo­late di con­su­ma­tori e pic­coli spac­cia­tori, ser­vizi in sof­fe­renza, la ridu­zione del danno can­cel­lata dalle poli­ti­che nazio­nali, una scon­cer­tante auto­re­fe­ren­zia­lità, quasi una monar­chia, del Dpa, quel Dipar­ti­mento Poli­ti­che Anti­droga inter­prete «orga­nico» della legge Fini Gio­va­nardi, che dal 2009 agi­sce indi­stur­bato senza la veri­fica, pur pre­vi­sta per legge, della Con­fe­renza nazio­nale dei ser­vizi e degli operatori.

L’appello di Itardd – mirato ai ver­tici della poli­tica nazio­nale ma anche ai sin­daci e alle regioni — chiede un cam­bia­mento di sistema, le dimis­sioni del ver­tice del Dpa per supe­rare quel «modello emer­gen­ziale del Dipar­ti­mento unico sotto la Pre­si­denza del Con­si­glio dei Mini­stri» voluto da Ber­lu­sconi e Gio­va­nardi, e la con­vo­ca­zione imme­diata della Con­fe­renza nazio­nale e, non ultimo, che la voce degli inte­res­sati, i con­su­ma­tori, sia sen­tita nelle sedi dove le poli­ti­che ven­gono decise. Ma, insieme, l’appello – che è già stato sot­to­scritto da molte realtà del set­tore, dal Gruppo Abele alla Lila, da Forum Dro­ghe alla rete euro­pea Encod — chiede meno ideo­lo­gia e repres­sione e più ade­guate risorse per il set­tore, un deciso e pro­gram­ma­tico soste­gno alle poli­ti­che di ridu­zione del danno e una aper­tura sul piano della lega­liz­za­zione della canapa, come sta avve­nendo in molte parti del mondo (www?.itardd?.net).

Intanto, nelle more della Con­fe­renza nazio­nale del set­tore, il mondo degli ope­ra­tori pub­blici e del pri­vato sociale e dei con­su­ma­tori si auto­con­voca a Genova il 28 feb­braio e il 1 marzo: Sulle orme di don Gallo, si inti­tola l’incontro, e vuole essere occa­sione per ripar­tire a pen­sare nuove poli­ti­che, recu­pe­rando quella par­te­ci­pa­zione che così a lungo è stata taci­tata e negata. L’appuntamento è pro­mosso dalla Comu­nità di San Bene­detto al Porto insieme aAnti­gone, Cgil, i Garanti dei Dete­nuti, Cnca, Lila, Fon­da­zione Miche­lucci, Forum Dro­ghe, Gruppo Abele, Itaca, Lega­coop­so­ciali, Società della Ragione, Unione Camere Penali e la stessa Itardd, con il soste­gno di Regione Ligu­ria e Comune di Genova, e pro­durrà rifles­sioni, valu­ta­zioni e pro­po­ste “in dire­zione osti­nata e con­tra­ria”… lavo­rando in quat­tro labo­ra­tori su sistema dei ser­vizi, poli­ti­che delle città, diritti dei con­su­ma­tori e riforma legi­sla­tiva. Quel sapere, quelle intel­li­genze, quelle com­pe­tenze e quella capa­cità di inno­vare per otto anni ina­scol­tatee spesso taci­tate in modo arro­gante dal Dpa, si danno un luogo da dove ripar­tire, sapendo che il ritorno alla norme pre­ce­denti la Fini-Giovanardi, pur di per sé un primo passo, nulla può se non si ridi­se­gnano con deter­mi­na­zione approcci, sistemi e, appunto, politiche.

Info http://?geno?va2014?.fuo?ri?luogo?.it

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