Movimento per la casa. Manifestazioni di protesta in molte città italiane

Decine di prov­ve­di­menti giu­di­ziari sono stati con­se­gnati ieri ad altret­tanti atti­vi­sti dei movi­menti romani e par­te­no­pei .

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Diciassette arresti per gli scontri di ottobre

Movimento per la casa. Manifestazioni di protesta in molte città italiane

Decine di prov­ve­di­menti giu­di­ziari sono stati con­se­gnati ieri ad altret­tanti atti­vi­sti dei movi­menti romani e par­te­no­pei .

Movimento per la casa. Manifestazioni di protesta in molte città italiane

Decine di prov­ve­di­menti giu­di­ziari sono stati con­se­gnati ieri ad altret­tanti atti­vi­sti dei movi­menti romani e par­te­no­pei .

A Roma sono stati sve­gliati all’alba nelle loro abi­ta­zioni dagli uomini della digos e dai cara­bi­nieri 17 atti­vi­sti dei movi­menti per il diritto all’abitare, a cui sono stati noti­fi­cati le misure cau­te­lari: sette arre­sti domi­ci­liari e dieci obbli­ghi di firma gior­na­lieri. I fatti con­te­stati riguar­dano gli inci­denti dello scorso 31 otto­bre a via del Tri­tone, quando la poli­zia fermò un cor­teo deter­mi­nato ad arri­vare sotto la con­fe­renza Stato-Regioni che discu­teva con il mini­stro delle infra­strut­ture Lupi di blocco degli sfratti e poli­ti­che abi­ta­tive. Solo pochi giorni dopo l’imponente mani­fe­sta­zione del 19 otto­bre ter­mi­nata con un infrut­tuoso incon­tro pro­prio con Lupi.

Tra gli arre­stati anche due por­ta­voce dei movi­menti per il diritto all’abitare di Roma, Luca Fagiano del Coor­di­na­mento cit­ta­dino di lotta per la casa, e Paolo Di Vetta dei Bloc­chi Pre­cari Metro­po­li­tani. «Quello che ci ha col­pito è la tem­pi­stica — com­menta Luca Fagiano -. A distanza di mesi si pro­cede con misure così pesanti uti­liz­zando la bio­gra­fia poli­tica degli atti­vi­sti per dimo­strarne la sup­po­sta peri­co­lo­sità. Tutto que­sto men­tre i movi­menti si pre­pa­rano a scen­dere in piazza sabato con­tro il Cie di Ponte Gale­ria e hanno annun­ciato la loro agenda di mobi­li­ta­zione per la pri­ma­vera a comin­ciare dalla mani­fe­sta­zione nazio­nale che faremo a Roma il pros­simo 12 aprile». Dello stesso avviso Di Vetta che parla di «paura delle isti­tu­zioni e della poli­tica per un movi­mento che ha non ha inten­zione di tor­nare a casa. Dato che non sono in grado di dare rispo­ste ai pre­cari, i senza casa, a chi si è impo­ve­rito a causa della crisi, arriva la repres­sione a scopo d’intimidazione». Agli atti­vi­sti romani il pm Euge­nio Alba­monte con­te­sta anche l’accusa di «rapina» per gli scudi e i man­ga­nelli che sareb­bero stati sot­tratti agli agenti durante i taf­fe­ru­gli, e quella di «adu­nata sediziosa».

A Napoli invece ad essere col­piti da prov­ve­di­menti giu­di­ziari sono stati i Pre­cari Bros, movi­mento di disoc­cu­pati autor­ga­niz­zati. Dieci di loro sono stati messi agli arre­sti domi­ci­liari men­tre a quin­dici è stata com­mi­nato l’obbligo di dimora nel comune di resi­denza. Il coor­di­na­mento disoc­cu­pati è accu­sato dell”«incendio di cas­so­netti di rifiuti, dan­neg­gia­mento e incen­dio di auto­bus, auto­vet­ture pri­vate ed arredi pub­blici», «vio­lenze in danno di pub­blici uffi­ciali e sofi­sti­cate cam­pa­gne inti­mi­da­to­rie in danno di per­so­na­lità poli­ti­che rite­nute ostili» non­ché di «grave danno per l’ordine e per la tran­quil­lità dei cit­ta­dini e l’ordinato svol­gersi della vita eco­no­mica e sociale della città di Napoli, sovente financo costretta alla para­lisi». Tra gli altri epi­sodi con­te­stati anche l’occupazione della sede nazio­nale del Pd a Roma lo scorso 3 dicem­bre. Par­ti­co­lar­mente per­ni­cioso appare da parte del pm l’utilizzo delle inter­cet­ta­zioni ambien­tali, dalle quali emer­gono si i toni duri ed esa­spe­rati degli impu­tati (come «ci ser­vono kami­kaze», «Se non si fa qual­che reato serio il lavoro non esce», «devo vedere come sfon­dare la testa a quelli dei Palazzi, a set­tem­bre»), senza però con­fi­gu­rare nes­suna fat­ti­spe­cie di reato.

Ieri pome­rig­gio Roma è stata attra­ver­sata da un cor­teo di migliaia di per­sone che, par­tito da Porta Pia, è arri­vato fino a via del Tri­tone per rag­giun­gere poi la pre­fet­tura chie­dendo a gran voce la libertà per gli arre­stati. In prima fila le occu­pa­zioni abi­ta­tive e poi i tea­tri occu­pati, i col­let­tivi stu­den­te­schi, i cen­tri sociali tutti die­tro lo stri­scione «Le lotte sociali non si arre­stano». A por­tare la sua soli­da­rietà anche Nico­letta Dosio, sto­rica espo­nente No Tav, salita sul primo treno per Roma appena appresa la noti­zia: «Anche noi stiamo sof­frendo la repres­sione, gli arre­sti e i fogli di via. Addi­rit­tura quat­tro no tav sono tutt’ora in car­cere con l’accusa di ter­ro­ri­smo. Dob­biamo restare uniti e andare avanti per­ché sap­piamo di essere nel giu­sto». Mani­fe­sta­zioni e pre­sidi in soli­da­rietà agli atti­vi­sti inqui­siti e arre­stati si sono svolti anche a Milano, Bolo­gna, Vene­zia e Padova.

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