Da qualche giorno circola in Rete la foto di un gruppo di cacciatori immortalati di fronte alle loro prede, una trentina di fagiani. Tra i cacciatori si notano dei bambini, uno con fucile e cartucciera. Non è poi sfuggito nel gruppo il volto noto di Flavio Briatore, che però smentisce di essere un cacciatore. Il punto non è comunque la sua propensione alla caccia, bensì lo spettacolo triste offerto da quella immagine.
Da qualche giorno circola in Rete la foto di un gruppo di cacciatori immortalati di fronte alle loro prede, una trentina di fagiani. Tra i cacciatori si notano dei bambini, uno con fucile e cartucciera. Non è poi sfuggito nel gruppo il volto noto di Flavio Briatore, che però smentisce di essere un cacciatore. Il punto non è comunque la sua propensione alla caccia, bensì lo spettacolo triste offerto da quella immagine.
Viene spontaneo pensare ad altre immagini, a un altro gruppo. Quella sessantina di ragazze e ragazzi tra i 14 e i 17 anni, che l’anno scorso parteciparono al progetto Go Green realizzato da Lipu-Birdlife e finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Venti erano siciliani e hanno operato nella Riserva delle Saline di Priolo, presso Trapani; altrettanti i romani, impegnati a Castel di Guido nel Lazio; infine i lombardi, pure una ventina, che hanno frequentato l’Oasi Lipu di Cesano Maderno. Il progetto prevedeva un anno di formazione (dal maggio 2012 a quello 2013) in ambito naturalistico. Sull’iniziativa i ragazzi hanno girato un documentario che recentemente è stato proiettato alla Casa del Cinema di Roma. E così sappiamo che è stata un’esperienza che li ha coinvolti in ogni senso, dagli aspetti cognitivi a quelli emozionali, sino alla fatica fisica.
È bello, nel filmato, scoprirli impegnati a censire la fauna, alla manutenzione dei sentieri, alla cura degli animali in difficoltà e nelle visite guidate. E soprattutto vederli mentre si muovono liberi nella natura.
Poi il grande finale. Tutti i ragazzi partecipano alla cerimonia di liberazione di animali sfuggiti ai colpi dei bracconieri o avvelenati dall’inquinamento. Animali recuperati e restituiti alla natura. Le braccia si sollevano, le mani si schiudono e rondini e falchetti prendono il volo. I ragazzi alzano gli occhi al cielo per guardarli sparire. È uno spettacolo che un po’ commuove. Sono certo che, quelle braccia, quelle mani, mai sapranno, per tutta la vita, imbracciare un fucile, sparare un colpo. I ragazzi del Go Green saranno per sempre diversi. Facile capire da chi.
Danilo Mainardi
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