Sentire il Natale attraverso la poesia

Il raccoglimento del Natale può sempre assecondare la lettura di qualche poesia. Per esempio, suggerire di tornare al Natale di Ungaretti: «Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo / di strade…». Oppure ad Alfonso Gatto, che in una vigilia al Caffè Florian di Venezia vide levarsi «la nebbia rosa / e l’aria dei freddi vapori / arrugginiti con la sera…».

Il raccoglimento del Natale può sempre assecondare la lettura di qualche poesia. Per esempio, suggerire di tornare al Natale di Ungaretti: «Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo / di strade…». Oppure ad Alfonso Gatto, che in una vigilia al Caffè Florian di Venezia vide levarsi «la nebbia rosa / e l’aria dei freddi vapori / arrugginiti con la sera…».

Si potrebbe leggere il «Piangi piangi» di Edoardo Sanguineti, in cui un padre cerca di consolare il bambino in lacrime promettendogli ironicamente un sacco di regali: una lunga spada blu di plastica, un frigorifero Bosch in miniatura, una salvadanaio, un’azione della Montecatini, una maschera antigas, uno sciroppo ricostituente, un robot, un albero di Natale eccetera, per annunciargli alla fine il regalo migliore e cioè la nascita di un fratellino: «Oh ridi ridi, che ti compero / un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami / Michele».
Restando alla poesia, siamo al 24 dicembre e, fratellini a parte, c’è ancora il tempo per andare a comperare ai propri figli (per soli 18 euro) un regalo storico, di quelli che durano una vita: Poeti italiani del Novecento , a cura di Piervincenzo Mengaldo, è un’antologia insuperata, uscita nei Meridiani nel 1978 e poi passata intatta in edizione economica. Un investimento di 18 euro, meglio di un’azione della Montecatini…
Oppure si potrebbe scegliere una voce sola, una voce poetica rigenerante come Wislawa Szymborska, premio Nobel (1996) tra i meno attesi degli ultimi vent’anni e tra i più meritati. Andate a prendere il volume con tutte le poesie (La gioia di scrivere , Adelphi) e capirete che cos’è la miracolosa semplicità della parola poetica. Se già l’avete, il volume con le poesie, potete cercare lo smilzo cofanetto (La vita a volte è sopportabile appena pubblicato dall’editore Casagrande), che contiene un libriccino e un dvd con un bel documentario sulla poetessa polacca. La vedrete in viaggio per l’Europa, colta in allegria per strada, al caffè o in auto: ed è molto divertente seguirla, sempre con il suo cappellino in testa e i suoi occhi vivacissimi, sfumacchiare ovunque e teorizzare che non si può scrivere un capolavoro se non con la sigaretta tra le dita. Vi compaiono anche i suoi ammiratori illustri. Tra i quali Woody Allen, molto ammirato a sua volta dalla Szymborska. Dice Woody Allen: «La sua ironia è infinitamente più grande della mia…». In effetti i suoi sono divertimenti in versi, giochi di parole, bricolage di rime, limerick , calembour . Come osserva Francesco Cataluccio, la sua semplicità è solo apparente. Tradurla è quasi impossibile, come accade per i maggiori poeti. L’augurio migliore per Natale (o per il nuovo anno) potrebbe essere iscritto nei versi che dedicò a «La lattaia», un famoso quadro di Vermeer: «Finché quella donna del Rijksmuseum / nel silenzio dipinto e in raccoglimento / giorno dopo giorno versa / il latte dalla brocca nella scodella, / il Mondo non merita / la fine del mondo».

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