Roma. 37 migranti sono in sciopero della fame, 9 si sono cuciti le labbra: protestano contro i tempi di "trattenimento" troppo lunghi, alcuni sono lì da quattro mesi
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Natale al CIE di Ponte Galeria

 
Roma. 37 migranti sono in sciopero della fame, 9 si sono cuciti le labbra: protestano contro i tempi di “trattenimento” troppo lunghi, alcuni sono lì da quattro mesi

 
Roma. 37 migranti sono in sciopero della fame, 9 si sono cuciti le labbra: protestano contro i tempi di “trattenimento” troppo lunghi, alcuni sono lì da quattro mesi

Da quattro giorni, al Centro di Identificazione ed Espulsione (CIE) di Ponte Galeria, a Roma, alcuni migranti hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione forzata in attesa delle decisioni amministrative da parte dei consolati. Sabato 21 dicembre quattro di loro si sono cuciti le labbra utilizzando un ago ricavato da un accendino e un filo recuperato da una coperta, e altri li hanno imitati nei giorni seguenti. Al momento, scrive il Corriere della Sera, i migranti che rifiutano i pasti sono 37, tra cui sono 9 quelli con le labbra cucite. Gli ospiti della struttura sono 90, 61 uomini e 29 donne. La struttura può ospitare fino a 354 persone.

Secondo il direttore del Cie di Ponte Galeria, Vincenzo Lutrelli, i migranti non protestano contro l’assistenza e i servizi offerti dal centro ma contro i tempi troppo lunghi di “trattenimento amministrativo”, che i migranti di fatto vivono come una “reclusione”. Quelli che attualmente si trovano nel centro da più tempo sono lì da quattro mesi: teoricamente potrebbero rimanere lì dentro fino a 18 mesi, che è il termine massimo di permanenza nei CIE stabilito dalla legge (n. 129 del 2011).

I centri di identificazione ed espulsione in Italia sono 12, ma attualmente sette di questi sono chiusi e altri quattro funzionano con una capienza ridotta. Secondo le indicazioni ministeriali, si tratta di strutture “destinate al trattenimento degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione”, al fine di “evitare la dispersione degli immigrati irregolari sul territorio”. Sono diversi dagli altri due tipi di centri dell’immigrazione italiani, i Centri di accoglienza per i richiedenti asilo (CARA) e i Centri di accoglienza (CDA, come quello di Lampedusa): la permanenza massima stabilita per legge è di 20-35 giorni nei CARA – per gli stranieri richiedenti asilo ma privi di documenti, in attesa del riconoscimento – e di 96 ore per i CDA.

 

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