DIETRO LE CANDELE

SENZA luce elettrica, senza riscaldamento finalmente cominceremo a calcolare la velocità, la densità del buio, le parole ricominceranno a scorrere tra di noi.

SENZA luce elettrica, senza riscaldamento finalmente cominceremo a calcolare la velocità, la densità del buio, le parole ricominceranno a scorrere tra di noi.

 SPENTA la televisione e le mille tecnologie che creano solo stress, torneranno i racconti, le storie, le memorie a riempire le serate riscaldate da una stufa e illuminate solo dalla luce di una candela. Dostoevskij non aveva bisogno di altro per creare pagine indimenticabili.
Sono sicuro: anche i turisti sopravviveranno in questa montagna al buio e senza riscaldamento. Per qualche villeggiante a Cortina sarà semplicemente una vacanza diversa, ma spero che per molti sarà qualcosa di più grande e di veramente più profondo. Finalmente l’occasione di scoprire la paura di sentirsi improvvisamente inermi e inetti davanti alla natura, alla sua violenza e agli imprevisti, ma allo stesso tempo un’opportunità per ritrovare la curiosità di imparare nuove cose, di attrezzarsi.
Noi non abbiamo ancora imparato a farlo. L’ho scritto nel mio romanzo «La fine del mondo storto». Viviamo in un modo incauto e sciocco, dando tutto per scontato e la natura ci prende sempre alla sprovvista. Viviamo senza pensare che luce, gas, riscaldamento possano finire all’improvviso, senza creare isole di salvamento in ogni città con scorte, gruppi elettrogeni e insegnando comportamenti previdenti. Un errore imperdonabile: così ci ritroviamo incapaci, senza mezzi per affrontare come una volta il freddo dai denti aguzzi che mordono le caviglie.
Ecco, forse questa notte buia e al freddo sarà finalmente l’occasione per creare le isole di salvamento, per prepararci a quello che mio nonno chiamava «il non si sa mai». Siamo presuntuosi e superficiali, i più giovani non sanno neppure accendere un fuoco, nessuno viaggia più in auto con una pila e un sacco a pelo rischiando se viene travolto da una tempesta di neve di non tornare a casa. Bisognerebbe insegnare ai ragazzi ad attrezzarsi nei confronti della natura, degli imprevisti, e ricordarlo soprattutto anche a chi costruisce nuove città e paesi. Ad Erto, dove vivo, hanno fatto case senza canne fumarie, una follia per chi vive a mille metri di altezza. Perché in fondo se manca il gas e l’elettricità, con una semplice stufa e una pentola riesci a scaldarti e anche a cucinare. E la luce di una candela nelle mie notti solitarie di fine anno, per scelta in fuga da strette di mano false e ambigue, basterà. E mi assisterà come una madre.

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