Il mistero di Corto Maltese lite sulle avventure inedite che vengono messe all’asta

Dopo la morte di Hugo Pratt non sono state trovate diverse tavole E ora la figlia accusa la sua stretta collaboratrice di averle prese
Dopo la morte di Hugo Pratt non sono state trovate diverse tavole E ora la figlia accusa la sua stretta collaboratrice di averle prese

LUGANO. L’ultima avventura di Corto Maltese ha ben poco di esotico ed ha il sapore triste di una lire ereditaria. Si svolge a Grandvaux, vicino Losanna, sulle sponde del lago dove visse, tra l’84 ed il ’95, anno della sua morte, Hugo Pratt, il disegnatore italiano cui si deve l’invenzione di quel leggendario giramondo dei fumetti. Proprio dal villaggio svizzero, sarebbero spariti alcuni inediti di Hugo Pratt, per poi essere rivenduti in una serie di aste. «Eppure, alla sua morte, non c’era nulla, nessuna indicazione di dove potessero trovarsi», ha confidato, al settimanale elvetico,
Le Matin Dimanche, Pascal Junod, l’avvocato svizzero di Silvina Pratt, una dei quattro figli dell’artista. Il quale, a Grandvaux,
aveva costituito una società, la Cong SA, amministrata da una stretta collaboratrice e amica, incaricata di promuovere e gestire l’opera del padre di Corto Maltese.
Fatto sta che, se al momento della scomparsa del disegnatore, nessuno dei suoi inediti è stato trovato, qualcuno è poi ricomparso ed è stato aggiudicato, in aste per appassionati. Come quelle organizzate dalla francese Artcurial dove, lo scorso anno, un acquerello firmato Hugo Pratt è stato battuto a 370 mila euro. La casa d’aste transalpina non apre bocca, sulla provenienza di queste opere, tuttavia un editore di fumetti di Grenoble, Michel Jans, ha dichiarato che «un gallerista italiano me ne ha proposta una a 25 mila euro ». Da dove saltano fuori tutti questi inediti? «Cong SA afferma che sono di proprietà di collezionisti privati, che dopo averli acquistati li rivendono», dice scettica la figlia di Hugo Pratt, Silvina. «Mio padre — aggiunge — non si separava mai dalle sue opere». Un dettaglio che confermano anche i più stretti collaboratori del celebre autore di fumetti. «Non dava niente a nessuno, neppure agli amici», dice Ivo Pavone. «Era arrivato al punto di riacquistare, dall’editore genovese della rivista Sgt Kirk, dove è nato Corto Maltese, le tavole della Ballata del mare salato», ricorda Michel Jans. Talmente geloso della sua produzione artistica da aver fondato la società Cong, perché «detestava l’idea che i suoi stessi figli potessero aspettare la sua morte per ereditare», rincara Silvina Pratt. Che, insieme ai fratelli, si è messa in testa di dipanare il mistero su quei disegni e acquarelli del padre che, di tanto in tanto, rispuntano in qualche asta dove, gli appassionati di Corto Maltese non se li fanno scappare. Forse ci vorrebbe proprio la tenacia di quell’avventuriero dei fumetti per scoprire come sono andate le cose.

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