Il Cile di Camila dalle lotte di piazza al Parlamento

Gli ex studenti riportano i comunisti al potere
Gli ex studenti riportano i comunisti al potere

Nella festa elettorale del centrosinistra cileno, fatta di sorrisi per la vittoria di Michelle Bachelet, ma anche di braccia allargate perché l’ex presidente non ce l’ha fatta al primo turno (ballottaggio il 15 dicembre), qualcuno ha celebrato più degli altri. Sono stati i giovani candidati del movimento studentesco, che negli ultimi due anni ha scosso le piazze nazionali, e i cui leader hanno contribuito al ritorno nel gruppo di maggioranza del Partito comunista, per la prima volta dai tempi di Allende.
Con 4 candidati eletti hanno ottenuto un’importante risposta dai cittadini, a cui si è aggiunta un’istantanea fama internazionale, soprattutto grazie alla presenza nella squadra di Camila Vallejo. La giovane comunista ex presidente della federazione studentesca (Fech) ha in parte dismesso il look trasandato con cui molti hanno imparato a conoscerla durante le proteste, ma non ha certo perso quel fascino che tanti ha conquistato, che alcuni le rinfacciano e che lei dice di vivere con un certo disagio.
Ex studente di geografia, occhi verdi e piercing al naso, lo scorso 6 ottobre Camila è diventata mamma e domenica è andata a votare con la piccola Adela in braccio. Qualche ora dopo, quando ormai si profilava la vittoria col 46,7% dei voti Camila ha salutato i suoi elettori nel modesto sobborgo di La Florida, a sud-ovest della capitale, scusandosi per il ritardo, perché «c’era una creatura da alimentare». Poi, ha promesso che in Parlamento sarà «la voce dei lavoratori e degli studenti».
In quelle stesse ore, un altro suo ex compagno di militanza stappava una bottiglia di spumante con i suoi sostenitori. Classe 1987, Giorgio Jackson ha un anno in più di Camila, vive in un appartamento in affitto con quattro amici e ha accompagnato la mamma a votare. Candidato in uno dei distretti più importanti del Cile, quello di Santiago Centro, ha preso il 48% delle preferenze, uno dei migliori in assoluto.
Con lui e Camila, andranno alla Camera anche l’indipendente Gabriel Boric e la comunista Karol Cariola, tutti ex capi studenteschi che faranno parte di una coalizione aumenta la propria maggioranza da 57 a 67 deputati su 120, e acquista un senatore in più, arrivando a 21 su 38.
Tuttavia, proprio il loro ingresso nel gruppo di Nueva Mayoria è stato uno degli aspetti più controversi di questo successo alle urne. Da un lato, i grandi partiti hanno spianato la strada ai giovani, ritirando in alcuni casi potenziali candidati concorrenti. Dall’altro, potrebbero finire con l’imporre troppo spesso la disciplina, in virtù di una ragion di Stato che a loro andrebbe stretta.
Due anni fa, Camila diceva che Bachelet «tradiva gli studenti», cercando un accordo con il governo di Piñera per fermare le manifestazioni. Oggi, molti universitari si sentono traditi da lei e la Fech non l’ha nemmeno appoggiata. La sfida, per queste giovani promesse del nuovo Cile, sarà la riforma dell’educazione, in cui dovrà entrare per forza quella scuola pubblica e gratuita per cui hanno tanto lottato.

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