Girotti, capo emerito della Penitenzieria: servono pietà e buon senso
Girotti, capo emerito della Penitenzieria: servono pietà e buon senso
CITTÀ DEL VATICANO — «Il funerale no. Ma la benedizione della salma al di fuori di un edificio ecclesiastico, anche ben lontano da telecamere e media, e la conseguente sepoltura quale atto umano e pietoso sì, anche il criminale Erich Priebke deve riceverle. La Chiesa, nonostante il passato di questa persona, deve arrivare fin qui ed essere misericordiosa».
Monsignor Gianfranco Girotti – reggente emerito della Penitenzieria apostolica, il dicastero del Vaticano che da secoli assegna grazie, attribuisce dispense, sanzioni e condoni – a suo avviso una sorta di perdono è possibile anche per l’ex capitano nazista Priebke?
«Non parlerei di perdono, perché in questo caso Priebke prima di morire non lo ha chiesto né sembra abbia mostrato pentimento. Ma la misericordia è un’altra cosa, esiste per tutti gli uomini, anche per i peggiori criminali. Del resto, siamo tutti peccatori, chi più chi meno. E fra l’altro nessuno può sapere se nell’ultimo istante della sua vita questa persona si sia o non si sia intimamente pentita. Soltanto Dio sa e vede ogni cosa. Alla Chiesa spetta attenersi alle procedure, come il Vicariato ha fatto sapere di voler fare. Nessun funerale ai sensi del codice di diritto canonico numero 1.184, dunque, ma una benedizione privata della salma non è da escludere, anzi mi auguro si faccia ».
Quindi il no del Vicariato al funerale è legittimo?
«Certo. È un atto di prudenza da condividere, anche alla luce del testamento recentemente reso noto. Il funerale creerebbe pubblico scandalo, oltre che per i crimini che Priebke ha commesso in passato, anche perché pubblicamente, o privatamente davanti a un prete, non ha mai mostrato di volersi pentire. E per questo non va concesso. Papa Francesco lo ripete di continuo: nessuno è escluso dal perdono di Dio se lo desidera. Il problema è che Priebke non ha mostrato di desiderarlo. Nessuno può sostituirsi alla libertà dell’uomo. La richiesta di perdono
e la volontà di entrare o tornare nella piena comunione con la Chiesa e nella grazia di Dio sono azioni del tutto personali. Li rispetta Dio, non vedo perché non debba rispettarli la Chiesa».
Anche la semplice sepoltura però può creare problemi. C’è chi suggerisce di portare la salma in Germania.
«Capisco che anche la sepoltura possa scandalizzare qualcuno. Ma credo che occorra un po’ di buon senso. Il codice di diritto canonico parla di pubblico scandalo soltanto in riferimento al funerale.
Se così non fosse, a quanti altri criminali si sarebbe dovuto negare la sepoltura?».
Durante gli anni in cui ha lavorato alla Penitenzieria ha avuto a che fare con diverse forme di peccato. Le è mai capitato un caso analogo a quello di Priebke?
«Questi casi sono di competenza dell’ordinario del luogo, e dunque del vescovo della diocesi in un cui un “peccatore manifesto” muore. Comunque non ho mai dovuto trattare un caso simile né ricordo precedenti. Anche per questo la decisione del Vicariato sta facendo molto rumore ma, ripeto, è una decisione non solo legittima ma anche di buon senso».
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