Oggi a Roma la Costituzione occupa Piazza del Popolo, per cambiare davvero il nostro paese. Chiediamo che la Carta venga pienamente applicata perché è la bussola del cambiamento sociale, economico, politico e istituzionale, di cui c’è urgenza e bisogno.
Oggi a Roma la Costituzione occupa Piazza del Popolo, per cambiare davvero il nostro paese. Chiediamo che la Carta venga pienamente applicata perché è la bussola del cambiamento sociale, economico, politico e istituzionale, di cui c’è urgenza e bisogno.
La democrazia e la coesione sociale sono a rischio proprio perché le leggi realizzate e le scelte politiche compiute in questi anni sono andate in direzione opposta a quella della nostra Costituzione. Negli ultimi 20 anni le diseguaglianze sono aumentate, la ricchezza si è trasferita dal lavoro ai profitti, alla rendita finanziaria. Lo stato sociale si è ridotto al punto che la sanità e la scuola pubblica non sono più un diritto garantito a tutti i cittadini. La contrattazione collettiva e le libertà sindacali sono state violate. Le pensioni e i salari si sono ridotti, la disoccupazione e la precarietà sono ormai la più diffusa condizione di vita, in modo particolare dei giovani. L’evasione fiscale e la corruzione sono il vero cancro del nostro sistema economico e sociale. C’è bisogno di un vero rinnovamento che rimetta al centro il lavoro, la dignità delle persone, la giustizia sociale, l’estensione della democrazia.
La nostra prima parte della Costituzione è largamente inattuata, o come nel caso della Fiat, violata fino a determinare la necessità dell’intervento della Corte costituzionale. La seconda parte la si vorrebbe cambiare fingendo che non ci sia un collegamento con la prima parte e addirittura derogando dall’art.138 della stessa Costituzione. Non siamo contrari a ridurre il numero dei parlamentari, a migliorare il funzionamento del parlamento ma per questo non c’è bisogno di derogare dalla Costituzione o introdurre modifiche di natura oligarchica. Sono più di 2.800 giorni che in Italia è in vigore una legge elettorale definita “una vera porcata” da chi l’ha predisposta, mentre presto si dovrà pronunciare la Corte costituzionale.
I metalmeccanici hanno deciso di essere in piazza perché sentono il bisogno di unificare le lotte per il lavoro, per la difesa e la riconversione del nostro sistema industriale attraverso un nuovo modello sociale e produttivo, con la difesa dei beni comuni, verso un pieno diritto di cittadinanza, per una concreta affermazione della legalità, per un piano straordinario di investimenti pubblici e privati, per una redistribuzione della ricchezza, per la riduzione degli orari di lavoro. Un programma costituzionale.
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