Studenti medi e universitari, oggi cortei in 80 città

«NON C’È PIÙ TEMPO»
Gli studenti avvertono: «Non c’è più tempo». Questo lo slogan scelto per le mobilitazioni convocate per oggi da Uds, Rete degli Studenti e Link che stanno coinvolgendo 80 città italiane. Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, spiega la necessità di scendere in piazza e testimoniare un legame imprescindibile con i contenuti di La via Maestra, corteo nazionale a tutela della Costituzione che sfilerà domani.

«NON C’È PIÙ TEMPO»
Gli studenti avvertono: «Non c’è più tempo». Questo lo slogan scelto per le mobilitazioni convocate per oggi da Uds, Rete degli Studenti e Link che stanno coinvolgendo 80 città italiane. Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti, spiega la necessità di scendere in piazza e testimoniare un legame imprescindibile con i contenuti di La via Maestra, corteo nazionale a tutela della Costituzione che sfilerà domani.

«Non c’è più tempo perchè la crisi impone di fare delle scelte, che negli ultimi anni sono andate sempre nella direzione sbagliata: nel segno della cancellazione dei diritti, dello smantellamento del welfare e dei servizi sociali. I movimenti che sono scesi in piazza in questi anni hanno posto questi problemi, ma non si è mai aperto un percorso efficace e continuativo di coalizione sociale, dai Saperi alla Costituzione, che speriamo di intraprendere con questi due appuntamenti». Anche Flc Cgil aderisce alla manifestazione di oggi: «Come lavoratori della conoscenza – dice il segretario Domenico Pantaleo – rivedichiamo un ampio confronto che coinvolga sindacati, studenti, associazioni. Ci battiamo per una legge quadro nazionale sul diritto allo studio, l’introduzione di un reddito minimo e l’eliminazione del numero chiuso nelle università». I cortei, come il 4 ottobre, sfileranno di fronte a luoghi simbolo del malfunzionamento delle politiche per l’istruzione e più in generale dell’ austerity: a Roma è previsto il passaggio di fronte a Palazzo Trenitalia e al Ministero della Difesa contro l’acquisto degli F35. Campanelli denuncia: «Oggi non ci troviamo davanti a un attacco esplicito all’istruzione, che vive invece nell’oblio in cui è stata ridotta, a vantaggio di altri settori. Crollo delle iscrizioni all’università, dispersione scolastica al 18%, dequalificazione dell’istruzione pubblica».
Per porre l’attenzione sul caro-affitti, gli studenti di Link ieri hanno occupato la sede dell’assessorato alla Casa del Comune di Roma. Il mercato degli affitti, che coinvolge 600 mila fuorisede italiani, ammonta a circa 1 miliardo e mezzo di euro di imponibile annuo non dichiarato. Stando alle dichiarazioni dei 2000 studenti che hanno risposto al sondaggio Cgil-Sunia pubblicato pochi giorni fa, il posto letto incide fino all’80% sul budget. Duro anche il commento del sindacato studentesco sulla service tax, introdotta dal decreto del fare e ribattezzata subito la «tassa degli inquilini». «Un provvedimento totalmente iniquo – dichiara Diana Armento – che peserà ancora di più su chi una casa di proprietà non ce l’ha e vive in affitto.
Il portale Studenti.it, in una video-inchiesta pubblicata mercoledì, mostra che per una stanza a San Lorenzo, rinomato quartiere per universitari a Roma, si paga un affitto medio di 500 euro mensili senza contratto. Massimo Pasquini, presidente dell’Unione degli inquilini della capitale, commentando il video, denuncia che nessuna delle situazioni mostrate è regolare.
Dal movimento degli studenti piovono critiche anche nei confronti del prestito d’onore, che in Europa ha causato un elevatissimo tasso di indebitamento studentesco. Le banche, prestando soldi ai ragazzi che vogliono raggiungere i massimi livelli d’istruzione, richiedono interessi dell’8%. Da qualche anno, con l’allungamento dei percorsi formativi sempre più a spese delle famiglie, questa forma di finanziamento sta prendendo piede anche in Italia.

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