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Casapound Italia: 5 per mille negato ai fascisti del terzo millennio

Da oggi il ministero per lo Sviluppo Economico rompe il salvadanaio di CasaPound, negando al movimento politico che si richiama esplicitamente all’esperienza fascista gli oltre 41 mila euro del 5 per mille che dovevano arrivargli direttamente dalle casse dello stato per il biennio 2010-2011. Soldi pubblici che CasaPound Italia continua formalmente a chiedere, come si può leggere ancora oggi sul loro sito. Ma che in realtà vedono come corretto destinatario una società cooperativa onlus a responsabilità limitata, “L’isola delle tartarughe”.

Da oggi il ministero per lo Sviluppo Economico rompe il salvadanaio di CasaPound, negando al movimento politico che si richiama esplicitamente all’esperienza fascista gli oltre 41 mila euro del 5 per mille che dovevano arrivargli direttamente dalle casse dello stato per il biennio 2010-2011. Soldi pubblici che CasaPound Italia continua formalmente a chiedere, come si può leggere ancora oggi sul loro sito. Ma che in realtà vedono come corretto destinatario una società cooperativa onlus a responsabilità limitata, “L’isola delle tartarughe”.

La grave decisione (l’istanza di sospensione del pagamento è stata firmata oggi, e inviata alle Entrate) è solo la prima conseguenza di un’ispezione straordinaria effettuata dal Mise insieme all’Agenzia. Avviata il venti maggio scorso in seguito all’inchiesta dell’HuffPost, e culminata dopo appena un mese nel blitz congiunto di venerdì scorso (14 giugno) presso gli uffici della cooperativa in questione. Una sede facile da raggiungere – essendo situata ad appena a sei isolati, cioè 800 metri, da CPI – che però poco aveva a che spartire con i soliti locali da ufficio. Fonti riservate del ministero, infatti, raccontano di “un appartamento in parziale stato di abbandono, con tanto di brandine”, che poco corrisponde alle aspettative degli uffici di una società cooperativa.

Nel rispetto delle regole – tengono a spiegare al Mise – tutti e tre i precedenti tentativi di contattare la cooperativa erano finora caduti nel vuoto. Dall’isola delle tartarughe, infatti, non avevano mai risposto: né alle raccomandate con diffida, né alle mail certificata del ministero.

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