Il Movimento No Tav prende posizione sugli incidenti dell’altra notte. “Il rischio che qualcuno ci lasci le penne c’è – dicono – ma per ragion di Stato. Qui si torna alla strategia della tensione anni Settanta”.
Il Movimento No Tav prende posizione sugli incidenti dell’altra notte. “Il rischio che qualcuno ci lasci le penne c’è – dicono – ma per ragion di Stato. Qui si torna alla strategia della tensione anni Settanta”.
“Se pensano di intimorirci con le loro dichiarazioni roboanti si sbagliano. Noi a Chiomonte continueremo ad andarci e inizieremo da venerdì con l’inizio della tre giorni di campeggio, che è un anticipo della lunga estate di lotta che il movimento no tav sta organizzando”. Arriva dopo due giorni di silenzio la posizione ufficiale del Movimento dopo il raid di lunedì notte al cantiere della Tav a Chiomonte. Una posizione che lancia in realtà una nuova mobilitazione. La tre giorni, al via domani sera, al presidio accanto accanto al cantiere. L’anteprima del campeggio che, anche quest’anno, i comitati organizzano a Chiomonte durante l’estate.
“Ribadiamo che il tagliare le reti e il colpire macchinari sono azioni non violente – scrivono i comitati in un comunicato stampa – La realtà è che non ci sono stati feriti e l’attacco è avvenuto alle cose e non alle persone. Un compressore annerito è l’unico “ferito”. Un po’ poco per giustificare un “tentato omicidio” a meno che anche il compressore sia considerato un operaio del cantiere”. E rispetto al rischio che “qualcuno ci lasci le penne” i No Tav aggiungono: “temiamo che qualche povero cristo ci lascerà davvero le penne immolato sull’altare della “ragion di stato” e non per mano dei No Tav, ma per cancellare i No Tav dalla Storia e tutto questo ricorda maledettamente la “strategia della tensione” degli anni ’70 e 80″.
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