Valerio Verbano, una storia collettiva Oggi corteo a Roma

Ci sono storie che cadono nel l’oblio, e storie ingessate che parlano solo alla nostalgia e al tempo passato. Il lungo ’68 italiano di queste storie è pieno. Non è il caso di Valerio Verbano e della sua storia, che sembra invece più vivida che mai, che si coniuga al tempo presente alla perfezione, che è diventata una storia collettiva, patrimonio di generazioni differenti.

Ci sono storie che cadono nel l’oblio, e storie ingessate che parlano solo alla nostalgia e al tempo passato. Il lungo ’68 italiano di queste storie è pieno. Non è il caso di Valerio Verbano e della sua storia, che sembra invece più vivida che mai, che si coniuga al tempo presente alla perfezione, che è diventata una storia collettiva, patrimonio di generazioni differenti.
Si racconta, si discute e si ricorda, a Roma e in tutta Italia, la figura del diciottenne militante dell’area dell’autonomia, brutalmente assassinato esattamente trentatre anni fa per la sua inchiesta sui rapporti tra neofascisti e Stato, davanti agli occhi impotenti della madre Carla e del padre Sardo. Una storia che non ha mai conosciuto una verità giudiziaria, un’indagine costellata da «sviste» e «smarrimenti», come ben raccontato da Marco Capoccetti Boccia nel suo libro («Valerio Verbano. Una ferita ancora aperta», ed. CastelVecchi).
Recentemente il caso è stato riaperto, con annunci e indiscrezioni sui giornali ad «orologeria» attorno all’anniversario dell’assassinio di Valerio: prima l’annuncio della riapertura dell’indagine, poi «la svolta» con due indiziati e un identikit fa dire alla procura di essere ad un passo dalla verità, i responsabili dell’omicidio sarebbero militanti di estrema destra che con l’omicidio di Valerio si sarebbero accreditati presso i Nar di Mambro e Fioravanti, infine «spunta» fuori un pezzo dello schedario sui fascisti redatto da Verbano, e «scomparso» dopo l’omicidio. Ancora un nulla di fatto però, mentre ad essere sottoposti ad interrogatori in questi anni sono stati soprattutto militanti della sinistra extraparlamentare di quegli anni.
A sperare nella verità soprattutto la mamma di Valerio, Carla, scomparsa lo scorso giugno e instancabile nel chiedere ai responsabili e alle istituzioni la verità sulla morte del figlio, testimone insostituibile di questa storia che non si stancava di raccontare ai più giovani, nelle scuole e nelle piazze. «Sarà difficile e doloroso quest’anno andare in via Monte Bianco – dove Valerio e Carla hanno vissuto nel quartiere di Monte Sacro – senza di lei, senza quella donna fragile e minuta ma tenace e coraggiosa», raccontano i giovani attivisti che hanno legato in questi anni in IV municipio la loro attività politica all’eredità di Valerio Verbano. Con lei abbiamo avuto scontri e litigate (aveva un caratteraccio!), ma gli eravamo profondamente legati, per alcuni di noi è stata una nonna. Ma soprattutto ci è stata sempre vicino, anche quando c’è stato da cacciare i fascisti dalle strade in questi anni». A testimonianza di questo affetto le centinaia di persone che hanno dato lo scorso 8 giugno l’ultimo saluto a Carla nella Palestra Popolare Valerio Verbano del Tufello, progetto sociale e sportivo nel suo quartiere che aveva contribuito a creare.
Oggi per ricordare Verbano un corteo partirà alle 17,30 da via Monte Bianco per snodarsi per le strade del IV municipio. A partecipare generazioni diverse, «vecchi compagni» e giovani attivisti delle realtà sociali del territorio e di tutta Roma, l’Anpi e in prima fila ad aprire la manifestazione gli studenti delle scuole che hanno ricordato Valerio negli scorsi giorni con striscioni ed assemblee. Alla manifestazione parteciperà anche una delegazione dei compagni di Davide ‘Dax’ Cesare, giovane antifascista milanese accoltellato a morte da due neofascisti nel marzo del 2003, che racconteranno la tre giorni di mobilitazione che si svolgerà nel capoluogo lombardo a dieci anni dall’assassinio di Dax dal 15 al 17 marzo.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password