ROMA. Un Take the A Train per fischio, busta di plastica e metronomo: Michele Rabbia conclude con questo bis il concerto-presentazione al teatro Studio dell’Auditorium di Dokument A Sonum, un dvd prodotto dalla CamJazz.
ROMA. Un Take the A Train per fischio, busta di plastica e metronomo: Michele Rabbia conclude con questo bis il concerto-presentazione al teatro Studio dell’Auditorium di Dokument A Sonum, un dvd prodotto dalla CamJazz.
Il suo è un corpo che si fa ritmo, gestualità, teatro, sonorità, timbro usando ciotole, una sega risonante, strumenti autocostruiti, tubi rotanti, metronomi di varie dimensioni, piatti, grancasse… Michele Rabbia da molti anni lavora attorno ad una concezione vasta della percussione e della musica. Ispirato dalla contemporanea come dal jazz, dall’avanguardia senza dimenticare la «tradizione» (e da innumerevoli esperienze sonore, da Aires Tango alla vocalità iperbolica e avventurosa di Maria Pia De Vito), l’artista ha via via intrecciato la propria ricerca all’elaborazione al computer, succhiando linfa da altri ambiti espressivi che sono il teatro, la letteratura, l’immagine. Tutto ciò è confluito nel dvd Dokument A Sonum, quarantaquattro minuti ideati da Rabbia, con il regista e direttore della fotografia Paolo Parisotto, uno staff di collaboratori e la produzione esecutiva di Ermanno Basso.
Nel buio del teatro Studio parti di filmato si sono alternate all’esibizione dal vivo, con i set strumentali via via illuminati dai faretti, impegnati ad inquadrare la magra, allampanata (quasi ascetica) figura di Michele Rabbia, tesa a ricavare da pelli, corde, metalli, plastiche sonorità spesso impensate ed inaudite. Tramite il video sono apparsi la voce e la figura di Carmelo Bene, i versi del Campana dei Canti Orfici, sequenze da Generation del regista australiano David Downes (Rabbia ha composto le musiche per il video) e da Manhattan 0-24″ di Manuele Bassolasco, il percussionista stesso filmato in bianco e nero alle prese con una sega suonata con l’archetto ed altri oggetti. Dokument a Sonum è, in realtà, strutturato in sette episodi: Sine Linea; Sovrimpressioni; Equilibrium; Poème En Prose (to Dino Campana); Generation; Signs; Continuum Mechanics. Alla fine della visione-concerto la sensazione è quella di un’opera audace eppure estremamente equilibrata (e curata) che unisce varie forme d’arte per restituirne una sola, possente nella sua sinergia e sfaccettata nella propria ricchezza espressiva. Il massimo della tecnologia unito al massimo della materialità artigiana, la progettazione e il montaggio coniugati alla spontaneità, al gesto, all’improvvisazione. Un umanesimo sonoro tecnologico che ben raffigura l’artista Michele Rabbia, dalla tenace e tensiva ricerca.
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