Tacabanda, tripudio per la festa del jazz

ALOS FESTIVAL
RUVO DI PUGLIA (Bari). Una mongolfiera nel cielo stellato, i fuochi d’artificio e la Boban i Marko Markovic Orkestar sul palcoscenico a trascinare il pubblico che gremiva piazzetta Le Monach. Così si è concluso il Talos Festival 2012 (7-16 settembre), epilogo festoso per una rassegna che – tornata alla direzione artistica dell’ideatore Pino Minafra – cerca di coniugare tradizione e ricerca, la realtà  delle bande pugliesi con le molteplici contaminazioni possibili.

ALOS FESTIVAL
RUVO DI PUGLIA (Bari). Una mongolfiera nel cielo stellato, i fuochi d’artificio e la Boban i Marko Markovic Orkestar sul palcoscenico a trascinare il pubblico che gremiva piazzetta Le Monach. Così si è concluso il Talos Festival 2012 (7-16 settembre), epilogo festoso per una rassegna che – tornata alla direzione artistica dell’ideatore Pino Minafra – cerca di coniugare tradizione e ricerca, la realtà  delle bande pugliesi con le molteplici contaminazioni possibili.
Il festival ruvese (la musica la ricerca la follia il sottotitolo) si concluderà in verità il 28 al teatro Petruzzelli di Bari con l’Italian Instabile Orchestra invitata al quarto di secolo dell’Europe Jazz Network: sotto la direzione di Giancarlo Schiaffini, la formazione eseguirà una suite costruita con venticinque brani da un minuto commissionati da E.J.N. ad altrettanti compositori del vecchio continente. Nato nel 1993, il festival era stato per un periodo sottratto al suo ideatore e dal 2008 si è fermato. La ripresa scaturisce dalla volontà delle amministrazioni locali (soprattutto del comune), dalla progettuale determinazione di Minafra, dal rinnovato contesto regionale con il sistema musicale Puglia Sounds ed il coordinamento Apulia Network Jazz. Puntare sulla banda quale asse sonoro e filosofico del Talos è, quindi, la prosecuzione di un progetto teso a valorizzare questo organico nella sua dimensione identitaria e concertistica, depositaria di una lunga tradizione ma aperta ad un rinnovamento generazionale, di repertorio e linguaggio. L’anteprima della rassegna (7-12) ha infatti proposto bande di paese, scolastiche e professionali con ospiti Roberto Ottaviano, Carlo Actis Dato, Livio Minafra, Admir Shkurtaj, Michel Godard. Il 13 è toccato a Bandervish e Municipale Balcanica per entrare nel vivo dal 14 al 16.
Il pubblico del Palasport (causa pioggia) è stato quasi travolto da La Banda di Ruvo di Puglia che Minafra ha portato in mezza Europa. Il magnifico organico si è ascoltato in brani di repertorio e originali con ospiti e direttori diversi (Michele Di Puppo, Bruno Tommaso, i Minafra, Faraualla, Michel Godard, Gianluigi Trovesi, Carlo Rizzo) a dimostrazione di una qualità altissima. Nel convegno «La Banda, un patrimonio da salvare» si è parlato di 200 bande in Puglia con 8.000 musicisti e della necessità di dare una prospettiva a questi presidi sonori e democratici. Un riuscito esempio di integrazione di linguaggi e culture è l’Orchestra di Piazza Vittorio che, nonostante la pioggia, ha trascinato il pubblico come la citata Orkestar rom dei Markovich.
Il Talos ha, comunque, ospitato altri organici, mostre e masterclass. Mozzafiato l’ora di performance di Keith & Julie Tippetts, tra piano, voce e percussioni in grado di generare atmosfere cangianti e profonde; un viaggio nel mondo (Mediterraneo, Africa, Oriente…) il solo-contrabbasso del virtuoso Renaud Garcia-Fons mentre il tubista Michel Godard ha dialogato con Giacomo Desiante e Pino Basile e condotto il riuscito saggio della Yamaha Tuba Master Class. Emozionante e coinvolgente il nuovo progetto del quartetto vocale Faraualla che rende musica, ritmo e trance i formulari popolari di guarigione. Ancora le pregevoli mostre fotografiche di Diego Ameduni e Raffaele Puce e quella pittoriche di Domenico Cantatore ed Enza Mastria. Il Talos Festival ha saputo, come in passato, valorizzare i luoghi della bella cittadina e risvegliare un sogno fattosi coscienza collettiva che le attuali amministrazioni hanno intenzione, nonostante la crisi, di sostenere in futuro.

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