Va bene: Caronte, Lucifero, Satanasso, Padrepio e comunque si vogliano chiamare i cicloni e anticicloni dell’estate che ci fanno boccheggiare per il caldo (e che poi ci allagheranno fino alle ginocchia, ovvio), esistono tragedie estive più terribili e complicate.
Va bene: Caronte, Lucifero, Satanasso, Padrepio e comunque si vogliano chiamare i cicloni e anticicloni dell’estate che ci fanno boccheggiare per il caldo (e che poi ci allagheranno fino alle ginocchia, ovvio), esistono tragedie estive più terribili e complicate.
Una, senza dubbio, è quella dei fedeli lettori de il manifesto. Questi eroi costretti a infiniti pellegrinaggi presso le edicole delle località vacanziere, questi rabdomanti della buona informazione che vagano di cittadina in cittadina, di borgo in borgo, porgendo al venditore di almanacchi la stessa, fatidica domanda: «Che, c’ha il manifesto?». Francesca, per dire, che nell’unica edicola di Roccaraso non trova il giornale, e (giustamente) non se ne capacita. O quell’altro impavido che per leggerci ha fatto cinquanta chilometri di valli e colline alla ricerca del “giornale comunista”. Ecco: sono loro – anche loro – che tengono in piedi la baracca. Ed è a loro – anche a loro – che dobbiamo scuse e spiegazioni.
Il problema è noto: l’estate ci ammazza. Quando i meccanismi oliati della normale distribuzione vengono sconvolti dalle migrazioni stagionali, il tilt è praticamente inevitabile. E questo, ma guarda un po’, per i noti meccanismi del mercato. Perché per portare quattro copie su una collina calabra, o su una spiaggia lontana, o ai monti, si spenderebbe una fortuna con il risultato di vendere una copia del giornale a un euro e mezzo dopo aver speso 20, 25, 30 euro per consegnarla. La battaglia è dura e, in certi casi, persa in partenza. E dunque, non resta che correre ai ripari con barbatrucchi antichi e moderni.
L’abbonamento, ovvio, che fa sempre bene al cuore e stimola la circolazione (delle idee, per esempio). E poi l’abbonamento sul web, che ha l’enorme vantaggio di non farti uscire di casa sotto la canicola per il tradizionale pellegrinaggio all’edicola. Ma anche – ideale per chi si trova in posti lontani, o selvaggi, o anche dove costerebbe troppo mandare un camion della distribuzione, l’acquisto della singola copia in pdf (un euro invece di uno e cinquanta! Affarone!).
Insomma, all’eroico e irriducibile popolo che non vuole (non deve!) rinunciare a leggere l’unica voce dissonante nell’ode al mercato che la stampa italiana intesse ogni giorno, possiamo fornire queste armi di resistenza: qualche clic sul web, l’abbonamento, la copia elettronica acquistata in rete il giorno di viaggio o di soggiorno in posti dove il giornale non arriva.
Non sono armi di fortuna. In certi casi (il web) si tratta di un adeguamento alla modernità; in altri (il vecchio caro abbonamento), di una dimostrazione di fiducia nel nostro lavoro e al tempo stesso di una buona assicurazione contro i capricci della distribuzione estiva. A chi può, invece, a chi si sente coinvolto e deciso a tenere in vita un bene comune come il manifesto, chiediamo lo sforzo estivo di comprane due copie (leggi e diffondi, si diceva una volta), che è una forma di sottoscrizione, vero, ma anche di diffusione militante, di resistenza e di impegno.
Ma non è tutto qui. Come sapete, in autunno ci aspetta una nuova battaglia: fondare una nuova cooperativa per essere pronti quando i famosi liquidatori metteranno in vendita la gloriosa testata. Ecco: lì, come giovani implacabili falchetti in picchiata sulla preda, dovremo essere rapidi e decisi. Dunque, cercare di non uscire dall’estate con le ossa rotte sarebbe cosa buona e giusta. Così come buono e giusto sarebbe non abbassare la tensione pensando che tutto è risolto, la tempesta passata e il pericolo scampato. A Francesca che non trova il giornale, a tutti gli altri, che vagano per le lande desolate dell’Italia liberista e montiana interrogando edicolanti sforniti, possiamo solo dire di non mollare, di non arrendersi.
Perché il manifesto ha bisogno di voi, ovvio. Ma anche perché – quando l’autunno si farà caldo, si spera anche più caldo dell’estate – voi avrete bisogno de il manifesto. E lui intende esserci.
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