Macché mister, qui siamo dotto’

Luoghi comuni e usi impropri della lingua al tempo della crisi

Luoghi comuni e usi impropri della lingua al tempo della crisi Abbaino. Travi a vista. Cieli bigi. Eventualmente, comignoli su Parigi. E tanto esistenzialismo in giro: spiegava tutto. Si vide così, negli anni Cinquanta, alla Scala, col Concerto barocco di Balanchine e con Margot Fonteyn nell’Uccello di fuoco, la «prima» di Le jeune homme et la mort, da un’idea di Cocteau, con Jean Babilée quale indimenticabile giovanotto in salopette, e una Morte che gli appariva con le sembianza di Juliette Gréco in una «cave». Era una tipica soffitta da Bohème, allestita da Wakévitch; e le opere attigue erano anche più memorabili: La Sonnambula e il Turco in Italia con la Callas, Visconti e Zeffirelli. Nonché, una settimana dopo, appunto La Bohème diretta da Bernstein, poi Carmen diretta da Karajan, Porgy and Bess con la compagnia americana, e quel David di Milhaud per cui si raccontava che dopo il primo atto a Parigi Francis Poulenc, già con su il paltò, andò a salutare l’autore chiedendogli: «Vous restez?».

Anni beati per il coreografo Roland Petit, e la bella consorte Zizi Jeanmaire che danzava la scena del letto nella Carmen e cantava Je suis une croqueuzze de diamants!. Era anche di moda Huis clos (A porte chiuse) di Sartre, che non si immaginerebbe certamente in un’arena estiva. Ma beato adesso anche Roberto Bolle, nato molto tempo dopo l’Esistenzialismo e Juliette Gréco ed Edith Piaf ed altre creature sistematicamente disperate a causa dell’Esserci. Invece dell’abbaino, con Verrà la Morte e avrà i tuoi occhi, tanto spazio, per le poche sedie. E una forca-patibolo già lì pronta, nel vasto e suggestivo Nulla di Caracalla, come nei più economici film del piatto West. Fin da quando gli attrezzisti la piantano, nell’intervallo, già bisogna capire che qua si metterà malissimo, mentre le «caves» prosperano. E anche le librerie, tra i «Deux Magots» e il «Flore».
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Rivedendo adesso il rudimentale video di Paul Czinner sul Bolshoi a Londra oltre mezzo secolo fa, ho atteso invano quel gran momento di Galina Ulanova sospesa per un attimo in aria. Lo ricordo benissimo, però qui non c’è, fra i ballerini corpulenti e le danzatrici magrissime. Anche Nureyev, del resto, sorrideva: «Cosa ci vuole a stare un momento su, prima di tornar giù?».
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«Si richiede un cambiamento nella filosofia dei rapporti fra istituzioni»? No. «Si ribadisce la volontà di coinvolgere l’intero territorio».
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«In crisi». Ma si ha veramente voglia di tanti spettacoli con coppie in crisi, intellettuali in crisi, imprenditori o impiegati o capuffici o precari in crisi? E lo sviluppo? E la crescita?
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Espedienti «per aggirare le vendite in libreria». Già, e quando poi le librerie chiudono?
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«È curioso che» ed «È singolare che» sono sempre sinonimi o fronzoli per «È una vera stronzata»? E «l’ineffabile» sarà un frustolo al posto di «quell’imbecille»? In quanto al «signor», mentre nelle altre lingue «monsieur» o «Herr» o anche «Mr» si fanno precedere ai cognomi e ai nomi per riguardo, solo in Italia segnala distacco e spregio, mentre chiunque risulta «dotto’».
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Ma quanto si inanella, adesso. E quanto si incastona. Si scandisce anche molto? Si brinda parecchio? O si incomincia a non poterne più?
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«Gettare la spugna» e «alzare l’asticciola» va benissimo, con gli americani. Anche «ad armi pari». E «sul piede di guerra». Ma come si fa a tradurgli «levare gli scudi», «spezzare una lancia», «chi di spada ferisce», «una pugnalata alla schiena», «tinnir di sciabole»?
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«Bufera su…». Quante, ogni giorno. Anche sull’occhio del ciclone, sulla punta dell’iceberg, sulla scialuppa di salvataggio. Non sul fiore all’occhiello, speriamo.
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Ah, se invece di Lady Spread — direbbe adesso il rimpiantissimo Sandro Viola, col suo mini-loden — si discorresse ancora di Mr Tabasco e Lady Angostura, come nelle epoche di cocktails che abbiamo vissuto…
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Solo malattie e agonie, disgrazie e dispiaceri di mamme e nonni e zie, o anche in prima persona, per i bestseller fra divano-letto, posto-motorino, angolo-cucina. E in portineria…
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Che polverone. Fra La Provocazione e La Trasgressione.
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C’è tensione?
Sì, con viva apprensione.
C’è anche fermento?
Tutto un movimento.
Tendenze?
Tante conferenze.
Stili di vita?
Solo in salita.
Culti?
Multi.
Impietosi?
Sì, purché scomodi.
Una manciata di…
Roba sprecata.
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In occasione dell’anniversario-compleanno di stragi, eccidi, massacri e lutti annunciati, disgrazie e disastri naturali e ambientali, sventure, violenze con vittime, inondazioni, esondazioni, incidenti, accidenti, ci vogliono celebrazioni, rievocazioni, organizzazioni, associazioni, comitati, enti, trattenimenti, kermesse.
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Scusate, sapreste mica fino a che ora funzionano il dimenticatoio e il piacimento?
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Si vergogni! Mozzafiato sarà Lei!

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